giorgia meloni pos bancomat contactless

MARCIA INDIETRO A PIÙ NON POS! – IL GOVERNO È PRONTO AD ACCANTONARE LA NORMA SULL’INNALZAMENTO DELLA SOGLIA DEI PAGAMENTI CON IL BANCOMAT A 60 EURO. TE CREDO: L’EUROPA HA FATTO CAPIRE CHE COMPROMETTEREBBE IL PNRR. TRA LE RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE PER IL 2019, INFATTI, C’ERA UN PASSAGGIO SUL “POTENZIAMENTO” DEI PAGAMENTI ELETTRONICI OBBLIGATORI. LA STESSA COSA POTREBBE VALERE PER IL LIMITE AI CONTANTI, FACENDO RISCHIARE ALL’ITALIA LE NUOVE TRANCHE MILIARDARIE DEL RECOVERY…

Marco Bresolin e Ilario lombardo per “La Stampa”

PAGAMENTI CON IL POS 3

 

In fondo, il governo ha già deciso. Se non si potrà fare, spiega un ministro, la norma sul Pos verrà accantonata. Un altro dietrofront - dopo le norme sui rave party, Opzione donna e il tetto al contante - questa volta scaturito da un'interlocuzione lampo con l'Europa.

 

Secondo gli esperti della "Task Force Recovery" della Commissione europea, il provvedimento previsto nelle ultime bozze della manovra che eliminerebbe le multe per chi non dovesse accettare pagamenti con la carta elettronica sotto la soglia dei 60 euro, è in contrasto con gli impegni presi dall'Italia nell'ambito dell'accordo sul Pnrr: «Va nella direzione opposta rispetto a quella indicata dalle raccomandazioni Ue» spiega una fonte europea.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

Per capire dove stia l'oggetto del contendere bisogna andare leggere il documento contenente le Raccomandazioni della Commissione per il 2019, approvato anche dal Consiglio: Bruxelles aveva chiesto all'Italia di «contrastare l'evasione fiscale, in particolare nella forma dell'omessa fatturazione, potenziando i pagamenti elettronici obbligatori anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti».

 

Le raccomandazioni per il 2019 fanno parte degli impegni sottoscritti per ottenere i fondi del Pnrr e il loro rispetto è fondamentale per non avere problemi in occasione delle richieste di pagamento. Ma è proprio sull'interpretazione di questa frase che è nato lo scontro tra Roma e Bruxelles.

 

PAGAMENTI CON IL POS 2

La Commissione europea ritiene che permettere ai commercianti di non accettare pagamenti con il Pos per importi inferiori a 60 euro vada contro l'invito a «potenziare i pagamenti elettronici» e favorisca l'evasione fiscale. Secondo il governo, invece, non c'è alcun riferimento diretto all'utilizzo del Pos nelle raccomandazioni.

 

giorgia meloni ursula von der leyen

E non è tutto: anche l'innalzamento del tetto per l'uso del contante a 5.000 euro sembra sconfessare l'invito di Bruxelles («contrastare l'evasione fiscale...mediante un abbassamento dei limiti per i pagamenti in contanti») e segna un passo indietro nel percorso intrapreso negli ultimi anni con il piano "Italia Cashless", accolto con favore dall'esecutivo comunitario, spinto dal governo di Giuseppe Conte e implementato da Mario Draghi.

 

Del resto, nel "Country Report" pubblicato a maggio, la Commissione prendeva atto dei "progressi significativi" fatti in questo ambito: per esempio si segnalava che «nel 2020 il maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici ha probabilmente sostenuto ulteriormente l'adempimento degli obblighi fiscali». Detto diversamente: ha ridotto l'evasione.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Se il governo Meloni decidesse di andare avanti sulla sua strada, rischierebbe di scontrarsi con la Commissione non tanto sull'approvazione della manovra, ma sulle verifiche periodiche del Pnrr. Proprio nei prossimi giorni una delegazione della task force Recovery sarà a Roma per fare il punto della situazione. Il piano di aiuti europeo, ha ricordato ieri Christine Lagarde, «include una serie di misure, una serie di cambiamenti che devono avvenire». «La nostra speranza - ha aggiunto la presidente della Banca centrale europea - è che vengano attuate per aiutare l'economia italiana ad affrontare le difficoltà».

 

PAGAMENTI CON IL POS

In realtà, come si diceva, Meloni non sembra avere molta voglia di immolarsi in nome del contante contro l'Europa, arruolando gli alleati in una trattativa estenuante con i tecnici di Bruxelles. La premier ha incaricato il ministro degli Affari europei e del Pnrr Raffaele Fitto di verificare se ci siano margini realistici di negoziato. Senza muro contro muro, però, perché, è la versione ufficiale delle fonti vicine a Meloni «nessuno qui vuole rischiare di compromettere il Pnrr per una norma sul Pos».

 

Anche se la premier, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e gli altri leader del centrodestra considerano «ideologico» l'automatismo tra un maggiore uso della carta elettronica e la lotta all'evasione, l'esecutivo ha fatto già sapere che rinuncerà al provvedimento se non si offrirà all'Italia una via d'uscita o non si potrà trovare un'interpretazione diversa alle raccomandazioni allegate al Pnrr.

 

giorgia meloni ursula von der leyen 3

Anche per l'estensione della flat tax ai redditi fino a 85 mila euro è necessario il via libera di Bruxelles. Il governo vuole estendere questo beneficio ai titolari di partita Iva che aderiscono al regime forfettario e nel 2020 aveva ottenuto una deroga dall'Ue per far rientrare in questa categoria i redditi fino a 65 mila euro. Nel frattempo è stata approvata una direttiva che consente agli Stati di applicare il regime forfettario Iva ai redditi fino a 85 mila euro, ma il provvedimento sarà in vigore soltanto dal 2025. Per questo il governo ha chiesto una nuova deroga, indispensabile per alzare la soglia della Flat Tax: oltre al via libera della Commissione serve anche quello del Consiglio, cioè dei governi.

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni ursula von der leyen 2

Ultimi Dagoreport

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…