joe biden mario draghi

MARIO L’AMERIKANO - L’ATLANTISMO SENZA LIMITISMO DI DRAGHI E’ ISCRITTO NEL SUO DNA PROFESSIONALE: DAGLI ANNI DI STUDIO AL MIT DI BOSTON A QUELLI PASSATI A WASHINGTON COME DIRETTORE ESECUTIVO DELLA BANCA MONDIALE IN PIENA GUERRA FREDDA - FINITO IL SUO MANDATO AL TESORO NEL 2001, MARIOPIO HA LAVORATO A GOLDMAN SACHS, TRA IL 2002 E IL 2005 - “REPUBBLICA”: “NON POSSONO ESSERCI DUBBI CHE QUANDO PARLERÀ D'EUROPA, BIDEN ASCOLTERÀ CON ATTENZIONE. ANCHE QUANDO GLI PARLERÀ DELLA NECESSITÀ DI UN'AUTONOMIA STRATEGICA EUROPEA"

Mario Platero per “la Repubblica”

 

joe biden mario draghi

Oggi durante gli incontri con il presidente Usa Joe Biden alla Casa Bianca, Mario Draghi potrà discutere di Italia, di vie d'uscita per la guerra russa in Ucraina e soprattutto del processo di integrazione in Europa, con un obiettivo, quello di accelerare alcune delle dinamiche sia politiche che militari già in discussione nel dialogo transatlantico.

C'è infatti un punto su cui non possono esserci differenze su Mario Draghi: nessuno tra i leader europei conosce a fondo l'America e la mentalità e la cultura americana come le conosce lui.

 

Per aver studiato con i due premi Nobel Franco Modigliani e Bob Solow all'Mit e vissuto a Boston tra il 1971 e il 1976; per il periodo che ha passato a Washington, come Direttore esecutivo della Banca Mondiale a partire dal 1986, un momento chiave per la trasformazione del paese.

joe biden mario draghi

 

Si era ancora nel pieno della rivoluzione reaganiana e in piena guerra Fredda. Quando ha lasciato, nel 1990, il muro di Berlino era già caduto, stava per cadere l'Unione Sovietica e da lì a poco sarebbe partita l'era Clinton. Un'epoca centrista basata sul dialogo piuttosto che sulla polarizzazione, un'epoca caratterizzata da grandi innovazioni tecnologiche che avrebbero cambiato il mondo e dato all'America uno dei periodi migliori della sua storia.

 

Draghi ha vissuto quel periodo dall'Italia, durante i dieci anni alla direzione generale del Tesoro. Ha avuto come controparte leader economici del calibro di Larry Summers, che conosceva da sempre, e alcune delle più importanti istituzioni finanziarie americane in un periodo chiave in cui anche l'Italia, con le privatizzazioni, guardava in avanti. Poi, finito il suo mandato al Tesoro nel 2001, Draghi ha stabilito un rapporto diretto con una delle grandi istituzioni americane, Goldman Sachs, tra il 2002 e il 2005.

 

mario draghi joe biden g20 1

Aveva responsabilità europee, ma veniva spesso in America per esplorare possibili alleanze o acquisti per conto di clienti. Una banchiera di Goldman mi raccontava allora quanto piacevole fosse lavorare con Draghi: «A volte si andava in giro in macchina per la provincia americana a visitare fabbriche e immaginare alleanze. Mi colpì quanto non si tirasse indietro, dialogava con executive di fabbriche di dimensioni anche piccole, senza mai metterli in soggezione».

 

mario draghi joe biden g20 3

Poi il lungo periodo alla guida della Banca d'Italia prima e della Bce dopo, con un'altra responsabilità, la presidenza del Consiglio per la Stabilità finanziaria, un consiglio multilaterale che aveva come numero due un vice chairman della Fed. In quel periodo, nel contesto G7 o G20 Draghi capitò più volte alla Casa Bianca, C'è una sua foto con George W. Bush, altre con Barack Obama: ha lavorato, nelle sue funzioni, con amministrazioni repubblicane e democratiche. E dopo la morte di Tommaso Padoa Schioppa entrò anche nel gruppo dei Trenta una non profit americana con respiro globale e trenta membri globali per discutere nel modo più libero possibile delle sfide economiche.

 

IL TWEET DI JOE BIDEN - MATTARELLAS AND DRAGHIS

Oggi a Washington Draghi rappresenta l'Italia, ma le lezioni importanti nella vita non si dimenticano. Nel discorso programmatico al Senato per l'insediamento del governo del febbraio 2021 il presidente del Consiglio italiano stabilisce due capisaldi: riposiziona saldamente l'Italia in campo Atlantico e nel rapporto con gli Stati Uniti d'America e riafferma l'irrinunciabile appartenenza all'Unione europea. Non erano solo parole di circostanza.

 

Quelle posizioni erano piuttosto il risultato di decenni di lavoro fianco a fianco con colleghi, amici, con personaggi di calibro intellettuale, ma di grandissima carica umana come Bob Solow o Modigliani o Stanley Fischer; di negoziati e riflessioni con decine di esponenti del mondo della finanza, di quello aziendale, della politica coi quali, in situazioni drammatiche e in nome dell'interesse comune si raggiungevano accordi e si superavano momenti difficili.

jill e joe biden con mario draghi e serena cappello a palazzo chigi

 

Con giganti come Janet Yellen, collega banchiera centrale, oggi segretario al Tesoro, Draghi ha lavorato recentemente in prima persona per mettere a punto le sanzioni finanziarie contro la Russia. Sono risultati questi che non passano inosservati. Come non passa inosservata la dedizione assoluta di Draghi all'Europa.

 

Uno dei più importanti protagonisti di Wall Street, poco dopo un incontro dell'Economic Club a New York nel 2015 e dopo un discorso davanti a mille persone venute ad ascoltare il governatore della Banca centrale europea mi disse: «Draghi è l'unico europeo che ho conosciuto e visto in azione prima di tutto per l'interesse dell'Europa intera e non per tutelare per primo un interesse nazionale».

 

mario draghi joe biden al g7 2

Non possono esserci dubbi che quando Draghi parlerà d'Europa con Joe Biden lo farà con lo stesso spirito, pensando già a come accelerare, in questo tempo di accelerazioni, la fase di integrazione. Per queste ragioni, per la profonda conoscenza dell'America e per la sua sintonia con alcuni valori centrali per la libertà, sappiamo che il presidente americano ascolterà Draghi con attenzione. Anche quando gli parlerà della necessità di un'autonomia strategica europea, spiegandogli che nel nuovo contesto geopolitico questo futuro è importante innanzitutto per gli Stati Uniti d'America.

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…