mario draghi silvio berlusconi matteo salvini

MARIOPIO NON MOLLA - "REPUBBLICA": "DRAGHI SI MUOVE SOTTOTRACCIA PER RIENTRARE IN GIOCO DAL QUINTO SCRUTINIO. PALAZZO CHIGI CONTINUA A CONFIDARE IN UNA SVOLTA DI SALVINI - DRAGHI NON PUÒ CHE CERCARE AL TELEFONO SILVIO BERLUSCONI. È FONDAMENTALE PORTARLO DALLA PROPRIA PARTE. SUL PUNTO, PERÒ, LE VERSIONI DIVERGONO. CI HA PARLATO AL TELEFONO, DICONO ALCUNE FONTI. NO, BERLUSCONI DOPO IL RICOVERO NON È RINTRACCIABILE E NON VUOLE PARLARE CON L'EX BANCHIERE, SOSTENGONO ALTRE…"

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

 

Stavolta vede e telefona senza clamore, perché gli incontri di lunedì non sono certo andati bene. Mario Draghi lascia Palazzo Chigi almeno due volte, durante il secondo scrutinio per la Presidenza della Repubblica: una missione a metà mattinata, poi di nuovo nel primo pomeriggio. Nessuna fonte ufficiale conferma che abbia visto Sergio Mattarella, tornato a Roma, anche se l'indiscrezione circola. Si confronta però di certo con i leader che hanno in mano il pallino: Enrico Letta e Matteo Salvini.

 

CASELLATI RENZI

A loro due affida la speranza di tornare in campo. Il segretario dem gli anticipa che chiederà un tavolo per avviare le trattative con il centrodestra, cosa che effettivamente fa a metà pomeriggio. L'auspicio è che, tenendo vivo il filo, sfumino blitz su candidati di parte, come l'eventuale forzatura su Maria Elisabetta Casellati. L'obiettivo, così almeno sperano i supporter del capo dell'esecutivo, è trattare fino alla quinta votazione e poi annunciare insieme un accordo bipartisan sull'elezione dell'attuale premier al Colle.

 

maria elisabetta alberti casellati e silvio berlusconi

Non sembra al momento uno scenario concreto, né vicino. E anzi, Palazzo Chigi soffre un mattino tinto di pessimismo. Vedette parlamentari informano il quartier generale del governo che il clima, a Montecitorio, è dei peggiori. Riferiscono anche di contatti di alto livello tra Dario Franceschini e i vertici di Forza Italia, con l'obiettivo di favorire il bis di Sergio Mattarella o l'ascesa di Pier Ferdinando Casini. Dalla Lega non arrivano segnali rassicuranti: davvero Salvini non vuole Draghi o è soltanto tattica?

 

Palazzo Chigi continua a confidare in una svolta del leader caduto sul Papeete, ma certo l'insistenza con cui chiedono al premier di restare al suo posto inizia a pesare. Giancarlo Giorgetti, poi, sembra muoversi pochissimo. Che lo faccia solo per non irritare il segretario, oppure perché davvero teme che l'ascesa dell'ex banchiere al Colle faccia deflagrare la legislatura, non è chiaro fino in fondo. I governatori del Carroccio, però, preferirebbero vedere Draghi al Quirinale.

 

DRAGHI SALVINI

«Lo volete davvero lì? - domanda il Presidente veneto Luca Zaia conversando con alcuni colleghi in un angolo della Camera - Allora dovete proporlo voi del Pd...». La giornata corre via al ritmo di un doppio scenario catastrofico, che toglie il sonno alla galassia "draghiana": uno strappo vincente su Casellati, oppure una rivincita del "partito dei partiti" che promuova Casini al Colle. Nel primo caso, la convinzione degli sponsor di Draghi è che la Presidente del Senato non potrà essere sostenuta dai cinquestelle, perché il costo politico sarebbe la fine dell'alleanza con i dem. E poi, Beppe Grillo e Luigi Di Maio (che sente al telefono il premier, e non soltanto per parlare di Ucraina) sono ostili a questo scenario.

 

DRAGHI BERLUSCONI

Quanto a Casini, il rischio è piuttosto che diventi il risultato di una somma di debolezze che si saldano. Ci lavora Matteo Renzi, che lancia un segnale pensando proprio all'ex Presidente della Camera: «Basta wrestling, torniamo alla politica». Eppure, Draghi continua a sperare. Deve farlo. Quando parla con Salvini e Letta, punta a sgombrare il campo dalle rose di nomi alternative e tornare al punto di partenza: Draghi o il bis di Mattarella.

 

C'è però da smuovere soprattutto il centrodestra, avvitato su se stesso, tentato dalla forzatura a favore di un Presidente d'area. Per evitare questa deriva, Draghi non può che cercare al telefono Silvio Berlusconi. È fondamentale portarlo dalla propria parte. Sul punto, però, le versioni divergono. Ci ha parlato al telefono, dicono alcune fonti. No, Berlusconi dopo il ricovero non è rintracciabile e non vuole parlare con l'ex banchiere, sostengono altre.

 

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

E anzi, riferiscono anche della tentazione del Cavaliere di convergere su Casini se si aprisse davvero la prospettiva di essere nominato senatore a vita. È tutto un gioco di specchi che preoccupa. A sera, gira anche voce - non confermata - che il premier (o un suo ambasciatore) avrebbe sentito Casini come gesto di cortesia per negare l'indiscrezione di un suo veto a un'eventuale candidatura del leader centrista. Il senso sarebbe stato: è umiliante che lo si dica. Sullo sfondo di questo caos resta sempre la possibilità che a un certo punto Draghi si sfili dalla corsa quirinalizia e magari favorisca un altro finale. Per non lasciare appeso l'esecutivo, mentre il mondo attorno continua a ruotare.

draghi berlusconi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…