sergio mattarella

MATTARELLA VA IN BIANCO (IL SEMESTRE) – DA DOMANI COMINCIANO I SEI MESI IN CUI IL CAPO DELLO STATO NON PUÒ SCOGLIERE LE CAMERE, CIOÈ NON PUÒ USARE L’UNICA MINACCIA CHE HA A SUA DISPOSIZIONE PER FAR STARE CALMI I PARTITI - MA HA ANCORA SENSO QUELLA NORMA CHE IN ORIGINE SERVIVA A EVITARE TENTAZIONI AUTORITARIE DA PARTE DI UN PRESIDENTE? – CHE SUCCEDE SE CONTE O SALVINI DECIDONO DI FORZARE LA MANO? CI SONO DUE IPOTESI...

Marzio Breda per il "Corriere della Sera"

 

mattarella draghi

«Un piccolo colpo di stato legale». Era questo il pericoloso scenario che Renzo Laconi, membro dell'Assemblea costituente per il Pci, tratteggiò davanti ai colleghi impegnati con lui a scrivere la nostra Magna Charta se non fosse stata tolta ai capi dello Stato la facoltà di sciogliere le Camere durante gli ultimi sei mesi del loro mandato.

 

Renzo Laconi

Secondo l'esponente comunista sardo, infatti, c'era «il rischio» che un presidente in scadenza congedasse il Parlamento soltanto «per aver prorogati i propri poteri e avvalersi di questo potere prorogato per influenzare le nuove elezioni». Dubbi e diffidenze a futura memoria. Uno scrupolo maturato sull'idea che fosse necessario tutelare al massimo l'appena nata democrazia italiana.

 

SERGIO MATTARELLA SI VACCINA - MEME

Per Laconi serviva insomma una norma che fungesse da antidoto in grado di rendere non praticabili tentazioni manovriere e di stampo autoritario da parte di un presidente, chiunque fosse. Il quale presidente, se le cose fossero invece rimaste come si era fino a quel momento previsto, avrebbe potuto esercitare pressioni o addirittura sbarazzarsi in anticipo degli inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, per far eleggere assemblee a lui più favorevoli e confidare magari in un secondo mandato. Era più che altro una suggestione.

 

Ma allora - si era tra il 1946 e il gennaio del '48 - i timori di un fascismo risorgente in nuove forme erano ancora diffusi. E bastarono a far approvare di corsa il secondo comma dell'articolo 88, nel quale si introduceva il «semestre bianco» con cui da domani dovrà fare i conti Sergio Mattarella.

antonio segni

 

Un «buco nero», lo hanno definito (senza troppa fantasia cromatica), perché annichilisce l'arma più forte della quale il capo dello Stato dispone. Cioè la minaccia di spedire tutti a casa, nel caso si materializzi una crisi senza uscita. Ipotesi non del tutto peregrina, considerate le sempre meno latenti tensioni nella maggioranza. Mattarella deve averci pensato sopra, visto che il 2 febbraio scorso, mentre si preparava ad affidare l'incarico di governo a Mario Draghi, trovò modo di rievocare la frustrante esperienza di un suo predecessore, Antonio Segni.

Mattarella Salvini

 

Ricordò che nel 1963 lo statista sassarese aveva inviato un messaggio alle Camere in cui spiegava come fosse «opportuno introdurre in Costituzione il principio della non immediata rieleggibilità del presidente della Repubblica», puntualizzando che «il periodo di sette anni è sufficiente a garantire una continuità nell'azione dello Stato».

 

Segni aveva aggiunto che la sua proposta, oltre a «eliminare qualunque, sia pur ingiusto, sospetto che qualche atto del capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione», imponeva un altro, conseguente passaggio. «Abrogare» la disposizione che mutila il potere di scioglimento quando il settennato di un presidente sta per concludersi. Il fatidico semestre, appunto, rimasto sempre intatto.

VALERIO ONIDA

 

Unica eccezione, una modifica funzionale votata dal Parlamento nel 1991, per evitare «l'ingorgo istituzionale» che si crea quando la fine di una legislatura coincide con la fine di un incarico al Quirinale (avveniva con Cossiga «regnante»). E qui è inevitabile porsi una domanda.

 

Il «semestre bianco» ha ancora senso? «Non ne ha molto» per l'ex presidente della Consulta Valerio Onida, il quale rammenta come i capi dello Stato «non sono mai diventati finora quel che poteva spaventare i costituenti, e ciò rappresenta quasi una garanzia... Senza calcolare che, al di là del problema della rieleggibilità, non è comunque vero che possano sciogliere le Camere come e quando vogliono, a loro discrezione».

 

giovanni maria flick

Opinione condivisa da Giovanni Maria Flick, anch' egli emerito della Consulta, che considera il semestre bianco «superato e contraddetto dai fatti», ossia dalla interpretazione «elastica ma, nella sostanza costituzionalmente corretta, alla quale si sono tenuti i capi dello Stato».

 

Di preoccupante, per lui, c'è semmai «la prospettiva che adesso scatti nei partiti una logica da liberi tutti con rincorsa a litigare, a costo di rompere l'alleanza di governo, nella poco responsabile convinzione che tanto Mattarella non può fare niente». Ecco il punto politico, fondato sulla prospettiva che tra ventiquattr' ore si apra al Quirinale un drastico vuoto di potere che farebbe del capo dello Stato un'autorità disarmata.

SERGIO MATTARELLA MEJO DI BERNIE SANDERS

 

Non è così. Non del tutto, almeno. A Mattarella restano intatti i poteri di nomina, di firma, di rinvio delle leggi, di inviare messaggi al Paese, oltre alla prerogativa di usare la moral suasion, ormai entrata nella Costituzione materiale. Certo, se i partiti più inquieti, pur di lucrare consensi o di preservare i voti mantenuti nonostante le fratture interne (come Lega e M5S) determinassero una crisi senza rimedio, tutto si complicherebbe per il Quirinale. Al quale resterebbero poche opzioni.

 

GLI AUGURI DELLE BIMBE DI MATTARELLA PER GLI 80 ANNI DEL CAPO DELLO STATO

La prima: mantenere l'esecutivo dimissionario in carica per l'ordinaria amministrazione, e la storia della Prima Repubblica ci consegna esempi di premier sfiduciati che, tra verifiche e negoziati, tirarono a campare per più di 200 giorni (senza trascurare i precedenti di Belgio e Austria, dove si traccheggiò per più di un anno).

 

La seconda opzione: consapevole di trovarsi davanti a una crisi ingestibile, che diventa di sistema, Mattarella la fa precipitare dimettendosi e da quel passaggio lo scioglimento delle Camere dipenderebbe dal suo successore. Non sono solo congetture estreme. Ed è meglio incrociare le dita.

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDOGLI OTTANTA ANNI DI MATTARELLA BY ELLEKAPPAmeme sull'incontro tra sergio mattarella e matteo salvini antonio segni 1sergio mattarella mario draghi festa della repubblica 2021ITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA E BORIS JOHNSONITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA A WEMBLEYITALIA INGHILTERRA - SERGIO MATTARELLA A WEMBLEY

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…