david sassoli

MEGLIO SASSOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI – L’EUROPARLAMENTARE DEL PD È STATO ELETTO PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO ALLA SECONDA VOTAZIONE – GENTILONI: “IL GOVERNO NON ESISTE, PER FORTUNA C’È L’ITALIA” – LA STRATEGIA ONDEGGIANTE DI CONTE CHE È CADUTO NELLA TRAPPOLA DEI PAESI DI VISEGRAD E HA BRUCIATO LA SPONDA AMICA DELLA “COLOMBA” TIMMERMANS – RISULTATO? IL GOVERNO GIALLOVERDE IN UE CONTA MENO DEL DUE DI PICCHE

1 – UE, SASSOLI ELETTO PRESIDENTE EUROPARLAMENTO ALLA SECONDA VOTAZIONE

(LaPresse) - David Sassoli è stato eletto presidente del Parlamento europeo alla seconda votazione con 345 voti. Il risultato è stato annunciato dal presidente uscente, Antonio Tajani, davanti alla plenaria riunita a Strasburgo.

 

2 – UE:APPLAUSI CAMERA DOPO ANNUNCIO ROSATO ELETTO SASSOLI

david sassoli 1

 (ANSA) - Lungo applauso alla camera dei deputati dopo che il presidente di Turno dell'Assemblea, Ettore Rosato aveva annunciato l'elezione di David Sassoli a presidente del Parlamento europeo. A comunicare all'Aula la notizia era stato Emanuele Fiano.

 

3 – ORA L' ITALIA CONTA DI MENO

Marco Zatterin per “la Stampa”

 

ursula von der leyen 4

Sovranisti e populisti si sono sbagliati. Il voto del 26 maggio non ha spazzato via la «vecchia Europa», anzi. Dalla tortuosa trattativa sulle poltrone più calde del continente emerge un' Unione affaticata, ma coerente col passato e con le ambizioni di sempre. È un' alleanza che finalmente spinge al vertice due donne importanti, designate con un' intesa alimentata dalla solita e inevitabile cooperazione franco-tedesca, e con la collaborazione dei quattro presunti «ribelli» di Visegrad.

 

Un liberale belga sarà presidente dell' Eurosummit, mentre i socialisti condurranno la Politica estera e il Parlamento. La Spagna ha fatto punti. L' Italia ne ha persi. Ed è rimasta fuori dai giochi che contano, come purtroppo era prevedibile.

 

david sassoli 2

Non è stata una partita facile, i leader hanno ballato avvolti da una tempesta di incognite difficili da rimettere in ordine. Gli elettori chiedono giustamente all' Europa di cambiare marcia, di rispondere alle paure, di offrire soluzioni rapide, efficaci e concrete. Invocano un impeto che permetta di superare una situazione in cui tutti i dossier sul tavolo - dalla Sicurezza al Clima, dall' Economia ai Migranti - paiono votati allo stallo. L' alternativa sarà la perdita di contatto col «popolo», l' inizio della fine del sogno a dodici stelle. Cinque anni fa Jean-Claude Juncker annunciò la legislatura «dell' ultima chance» dimostrandosi più pessimista del solito: l' ultima chance è quella che si offre adesso.

 

ursula von der leyen 7

La declinazione dei «top job» al femminile è segno di cambiamento importante, come lo è il dialogo fra i mugugnanti dell' Europa centro-orientale e i padri fondatori di Francia, Germania e Benelux. Certo in questi tre giorni di vertice faticoso è mancata la tradizionale forza propulsiva di una Angela Merkel mai così incerta e debole. Ci saranno dei cambiamenti, nella repubblica federale, questo è ovvio. Però Berlino guiderà la Commissione, non succedeva dal 1967. E Macron può tornare a casa col sorriso: ha mediato, puntando diritto alla Bce e affermandosi con determinazione.

 

David Sassoli

Come l' ispanico Sánchez, negoziatore dalle azioni in crescita. Così la morale è chiara: tutti quelli che hanno giocato per l' Europa, hanno vinto. E questo porta all' Italia, regista di una strategia contradditoria. Una vicepresidenza della Commissione e un portafoglio economico sono il risultato minimo per un paese fondatore da 60 milioni di abitati. Conte ha negoziato con passione, ma ha pagato la dipendenza da azionisti confusi sulle eurocose e discordi. Frans Timmermans sarebbe stato un miglior appoggio, attento al Paese, favorevole al salario minimo e a politiche di immigrazione condivise. Invece siamo caduti nella trappola dei Visegrad e abbiamo bruciato la sponda più amica.

 

FRANS TIMMERMANS

Lunedì sera, l' uomo di Palazzo Chigi ha cercato di accreditarsi come mediatore, lasciando intendere di essere l' avanguardia di una autoproclamata «nuova Europa». Ieri mattina, visti i Visegrad riuniti e intenti a trattare con Macron e Merkel, ha formalmente detto di vedere una donna alla Commissione, e informalmente ha fatto circolare il nome della bulgara Georgieva a cui Polonia & Co. avevano già rinunciato. Spuntato il nome della autorevole Von der Leyen, grande virata a tutte macchine.

 

david sassoli

«Una signora che mi è piaciuta», assicurava Conte, dando la benedizione a una Commissione che per l' Italia sarà tosta. Perché le nomine si contano, è vero, ma si pesano pure. Il nuovo esecutivo sarà a guida tedesca, con una struttura che dal segretariato in giù è ben allineata a Berlino. Con almeno due direttori generali in uscita (avrebbe aiutato non essere senza ministro degli Affari Ue da cinque mesi dopodomani) rischiamo di perdere altro peso specifico. Senza contare che la signora Von der Leyen, durissima quando si trattò di negoziare con Atene in crisi, è un ministro della Difesa della Rft appoggiato dai francesi mentre si decidono gli investimenti militari comuni europei: sarebbe strano che a Leonardo e Fincantieri ieri sera avessero celebrato la nomina. Consola Christine Lagarde a Francoforte in luogo di Weidmann o di un finlandese, ma il quadro d' insieme andava valutato prima. Adesso s' è fatto tardi. Il 26 maggio non ha ucciso l' Europa «cattiva» descritta da Salvini & Co. Ha dato una nuova opportunità all' Unione che ora la deve meritare. E ne ha tolte ad un' Italia colpevole di aver dimenticato che, per contare di più, non si può più essere soli.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…