giampaolo pansa vittorio feltri

MEJO UN GOLPE CHE SALVINI! - IL NUOVO LIBRO DI PANSA, “IL DITTATORE”, FA GIRARE LE PALLE A FELTRI: “UNA RIBOLLITA ALLA VARECHINA, UN LIBRO PIU' LAPIDATORIO CHE LAPIDARIO, CONDITO CON CITAZIONI DI SE STESSO PER ALLUNGARE IL BRODO, CHE INTIMA A MATTARELLA: "METTA IN SELLA UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA, COMPOSTO DA TECNICI DI PROVATA ESPERIENZA. E LO FACCIA DIFENDERE DA MILITARI ONESTI. MEGLIO UN COLPO DI STATO DELLA LUNGA AGONIA CHE CI LASCEREBBE STREMATI”

giampaolo pansa

Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

Lascio perdere i convenevoli, tipo che gli voglio bene, è un maestro, eccetera. Tutto vero. A Giampaolo Pansa voglio bene ed è un maestro. Mi ha offeso, e ha ferito i lettori di Libero, che l'avevano sopportato amorevolmente, sbattendo la porta senza salutare, trattandomi da censore, ma il tempo medica. Nel suo ultimo libro, un libello del tipo j'accuse come andavano di moda a inizio Novecento, ci sono di mezzo questioni un po' più interessanti dei rapporti personali tra signori anziani, che palle, e impongono uno sguardo per quel che è possibile lucido sul tema.

 

IL DITTATORE - GIAMPAOLO PANSA

Constatato che scrivere tre libri l'anno, come ormai fa Pansa, finirebbe per far perdere lucidità anche a Giulio Verne, che per me è il massimo, data la caratura dell'autore vengo al punto, che sta tutto nella copertina. Il titolo dice "Il Dittatore". Quindi c'è la foto di Matteo Salvini e un sottotitolo che cerca con furbizia di medicare l'asserzione usata già da Charlie Chaplin per Hitler: "Ritratto irriverente di un seduttore autoritario" (Rizzoli, pag. 160, 17, eBook 9,99, in libreria da oggi). Altro che irriverenza, il linguaggio è più lapidatorio che lapidario.

 

Va bene così, lo zucchero ingrassa. Non sono le parole, ma i denti cariati, con cui digrigna la sua tesi, a repellere. Scodella ai disgraziati lettori una ribollita alla varechina, condita con ripetizioni e citazioni di se stesso per allungare il brodo.

 

Sostiene Pansa che Salvini sia un pericolo per la democrazia, per cui bisogna abbattere questo energumeno, oltretutto malato di sesso come Berlusconi. Magari forse con il voto.

vittorio feltri fuma una sigaretta 1

Ma non è detto. Ci sono tante possibilità che la fantasia della storia contempla. Per cui stia attento Salvini. Non è detto che il suo percorso verso il potere totalitario possa filar liscio.

«Le incognite sono molte», gufa il casalese.

 

Ed elenca con l'allegria: «Si va dalle banali come un'indagine della magistratura o una sconfitta elettorale, sino a quelle più orribili come un attentato». Cita, bontà sua, Kennedy, evitando per un pelo Ceausescu: «...Bastò un cecchino dilettante».

 

Diciamo che il cecchino dilettante è lo stesso Pansa. Il quale, dopo aver dato del Dittatore, con la maiuscola, al suo nemico, confeziona una strategia ad hoc per eliminarlo con un simpatico golpetto. Scrive: «Io una ricetta ce l'avrei. Il presidente della Repubblica, il galantuomo Sergio Mattarella, deve diventare più interventista. E non farsi ingabbiare dalle formalità della nostra Costituzione». Dopo di che si apprende che per "formalità" Pansa intende il voto che determina maggioranze parlamentari. Quisquilie, pinzillacchere davanti al sentire di uomini con il fiuto infallibile del bene e del male.

 

giampaolo pansa

Ed ecco l' ordine di servizio dell' intellettuale illuminato al capo dello Stato: «Obblighi il governo Conte e i suoi padrini, a cominciare dal cosiddetto Capitano leghista, ossia il trucido Salvini, a togliere il disturbo e a ritornare in famiglia, dalle loro consorti o amanti». (Constato qui e addito ad Amnesty la crudeltà di Pansa: niente campo di rieducazione, niente villeggiatura a Procida o a Ventotene, ma sul divano con la consorte o la fidanzata). Dopo di che egli intima a Mattarella: «...metta in sella un governo di salute pubblica, composto da tecnici di provata esperienza. Cerchi il premier giusto, dal polso fermo e senza paura. E lo faccia difendere da militari onesti e di sicura fede repubblicana».

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

Alla obiezione ovvia che trattasi di golpe, risponde: «Meglio un colpo di Stato della lunga agonia che ci lascerebbe stremati». Che tragedia la democrazia, viziata com'è, scrive il tardo epigono del Vate, dal «cancro dell'impotenza e del disonore». Oppone a un possibile dittatore, peraltro tutto nella sua testa, una dittatura subito, magari come in Grecia, con tanti bravi colonnelli e tanti fiori di lillà. Se la logica è quella che gli ha insegnato la zia Caterina, più volte citata dal nipotino Giampaolo, forse dovrebbe cambiare zia.

 

salvini mattarella

Mi ricordo che era stato Pansa a contestare la sinistra che dava a Berlusconi del potenziale despota. Invocò la fine della «guerra civile verbale». Anche in questo volume, dove peraltro mi cita per un articolo nel quale rimproveravo Salvini per l' abbigliamento (confermo), Pansa rinnova le salutari bordate avverso «il fascismo rosso». A furia di lottargli contro, come certi esorcisti che sfidano il demonio, temo ne sia posseduto. Vade retro.

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)