1. NON BASTAVANO DI MAIO E I RUBLI DI SAVOINI, IL TRUCE HA UN’ALTRA ROGNA: GIORGIA MELONI
2. PER TOGLIERSELA DAI PIEDI, HA PROPOSTO ALLA GIGIONA DI FRATELLI D’ITALIA LA CANDIDATURA A PROSSIMO SINDACO DI ROMA. NIENTE: LA MELONI È CONVINTA CHE PUÒ ADDIRITTURA ASPIRARE ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO IN UN EVENTUALE GOVERNO DI CENTRODESTRA. GALVANIZZATA DAI SONDAGGI CHE LA DANNO SOPRA FORZA ITALIA, IL SUO RAGIONAMENTO (O DELIRIO) È QUESTO…

Condividi questo articolo


GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI BY CARLI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI BY CARLI

DAGONEWS

Salvini non ha solo contro Di Maio e il mondo intero, da Putin a Macron. Il Truce ha un nuovo avversario, impensabile fino a pochi mesi fa: Giorgia Meloni. Quella che doveva essere la sua fedele cagnolina al guinzaglio per un ipotetico governo di centrodestra si sta rivelando un’altra rogna.

 

Galvanizzata dai sondaggi che danno Fratelli d’Italia verso il 10%, quindi sorpassando la baracca di Berlusconi, magari gasata dai consigli di Crosetto, la Meloni ha rifiutato sdegnata la candidatura proposta da Salvini, con il sostegno del “Messaggero”, a prossimo sindaco di Roma. No, non mi toglierò dai piedi, come desidera Salvini, perché ho bel altro nella testa.

 

TOTI MELONI SALVINI TOTI MELONI SALVINI

Insomma, Gigiona Meloni è convinta che può addirittura aspirare alla presidenza del Consiglio in un eventuale centrodestra al governo. Il suo ragionamento (o delirio) è questo: Salvini non solo è storicamente “disistimato” da Mattarella ma con il bordello russo in atto, ormai è un’anatra zoppa, un impresentabile. Morale: sarò la prima donna premier!

 

MELONI AVVELENATI PER SALVINI

Ugo Magri per La Stampa

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Sembravano fatti, politicamente, l’una per l’altro (o viceversa). Entrambi sovranisti, tutti e due giovani, determinati, mediatici, super-pop. E in più, con un avversario in comune: Silvio Berlusconi. Contro l’anziano Cavaliere, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno condotto una dura battaglia generazionale, che ha fatto la fortuna della Lega ma anche dei Fratelli d’Italia.

 

Se domani si tornasse alle urne, insieme vincerebbero a mani basse senza nemmeno bisogno di un aiutino berlusconiano. In base agli ultimi sondaggi, il partito di Matteo viaggia verso il 40 per cento, mentre quello di Giorgia supera il 6. Forza Italia è a meno di un punto. Di questo passo, e molto presto, Berlusconi verrà lasciato alle spalle. Ma proprio qui nascono i problemi. Di gelosia.

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

 

Le ambizioni di Giorgia

 

Fintanto che la Meloni restava umile, alla guida di un partitino sempre in lotta per non scomparire, con Salvini andava tutto magnificamente. Invece da quando i Fratelli d’Italia sono in rapida ascesa, nella Lega cominciano a guardarli con occhio sospettoso. Dalle parti del vice-premier qualcuno già si domanda: «Non è che per caso il successo gli sta dando alla testa? Dopo aver raggiunto il Cav, magari la Meloni vuole superare anche noi...».

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

 

Un’impresa del genere al momento sembra quasi demenziale, anche perché i rapporti di forza sono di 6 a 1 (in favore di Salvini). Ma chi conosce Giorgia assicura che lei non conosce limiti. Escluso che, come traguardo, si accontenti di correre l’anno prossimo per la poltrona occupata da Virginia Raggi: mira più su, molto più su. Di sicuro, certe mosse dei Fratelli d’Italia sembrano studiate apposta per mettere in difficoltà la Lega.

 

In attesa che la bolla si sgonfi

 

salvini meloni salvini meloni

Un paio di esempi. Mentre Matteo si attardava a mettere insieme un gruppo sovranista europeo, che non ha mai visto la luce, Giorgia seguiva il consiglio di Raffaele Fitto che la spingeva ad entrare tra i Conservatori Ue; col risultato che, quando la Lega ha tentato di entrarci a sua volta, le posizioni-chiave di quel gruppo erano già state assegnate ai Fratelli d’Italia.

 

luigi di maio berlusconi salvini meloni luigi di maio berlusconi salvini meloni

Sveglia e anche spregiudicata. Qualunque cosa dica Salvini, Meloni riesce ad andare oltre, perfino a costo di esagerare col suo linguaggio verace, forgiato nel quartiere storico capitolino di Garbatella. Quando Di Maio chiese l’impeachment del presidente della Repubblica, pure lei si schierò contro Mattarella, con Salvini meno convinto. Sui temi cosiddetti identitari, tipici della destra, riesce sempre a fare «più uno»: un controcanto continuo alla Lega su Rom, castrazione chimica, migranti.

 

SALVINI MELONI GIORGETTI 1 SALVINI MELONI GIORGETTI 1

Nel caso Sea Watch non le è bastato che il ministro dell’Interno vietasse l’ingresso in porto, addirittura voleva che la nave fosse affondata (senza migranti a bordo, si spera). Con spietato cinismo mette a nudo tutti i compromessi cui la Lega è costretta pur di convivere coi Cinque stelle. Lo scopo è evidente: Meloni si sta preparando al giorno in cui la bolla salviniana scoppierà, per intercettare gli elettori prima illusi e poi delusi dal Capitano. Ma Salvini l’ha capito e d’ora in avanti, dicono i suoi, non le farà sconti. Scintille garantite.

 

SALVINI MELONI TOTI SALVINI MELONI TOTI SALVINI MELONI 1 SALVINI MELONI 1 SALVINI MELONI SALVINI MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI giovanni toti matteo salvini giorgia meloni quagliariello giovanni toti matteo salvini giorgia meloni quagliariello giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni matteo salvini matteo salvini giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni

 

matteo salvini giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...