giorgia meloni ursula von der leyen

LA MELONI IN EUROPA DECIDE DA LEADER DI PARTITO E NON DA PREMIER: PERCHÉ NON SCINDE UNA VOLTA PER TUTTE LE DUE CARICHE? – SU INSTAGRAM LA DUCETTA MINIMIZZA IL NO A VON DER LEYEN, OCCUPANDOSI SOLO DEL SUO RUOLO DA CAPA DI FDI - DENTRO IL GOVERNO C’È IL TERRORE DI UNA RITORSIONE DEI LEADER UE (MACRON, SCHOLZ, TUSK), CHE NON VEDONO L’ORA DI NEGARE CENTRALITÀ ALL’ITALIA – LA DELEGA AL BILANCIO E LA VICEPRESIDENZA SONO SFUMATE: A ROMA POTREBBE FINIRE O LA COESIONE, IL MEDITERRANEO O LA SBUROCRATIZZAZIONE. TUTTA ROBETTA DI SECONDO PIANO…

 

1. L’AUTOGOL DI MELONI: “SCELGO LA COERENZA”. MA ORA L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE IN SERIE B

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

KEIR STARMER - GIORGIA MELONI

In un angolo di Blenheim Palace, il castello dove nacque Churchill, Giorgia Meloni registra alle cinque di pomeriggio un “clippino” di 49 secondi netti per provare a spiegare perché FdI ha votato contro Ursula von der Leyen, dopo mesi di trattative e svariati giri di elicottero e trasferte persino in Africa a braccetto con la popolare tedesca fresca di bis. Per «coerenza», sostiene la premier. «E non ho ragione di ritenere che la nostra scelta possa compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all’Italia nella Commissione».

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

E tanti «auguri» a Ursula. A poche decine di metri ci sono i giornalisti di mezzo mondo, ma l’imbarazzo è tale che la premier italiana sceglie di starne alla larga.

 

[…] Meloni […] Spedisce davanti ai cronisti i suoi colonnelli a Strasburgo, Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, per sostenere che l’Ursula bis era improponibile, perché «si è consegnata a Verdi e sinistra».

 

I dioscuri brussellesi di Meloni parlano solo alle tre di pomeriggio. Quando l’emiciclo ha già votato e i collaboratori di von der Leyen hanno già tirato fuori lo spumante dal frigo. Uno dei grandi paradossi della giornata nera della premier è anche questo. FdI non ha comunicato come avrebbe votato su Ursula. L’ha fatto solo a match chiuso. Altra mossa senza precedenti.

 

carlo fidanza saluto romano

Dopo settimane di tribolazioni, con la fiamma magica spaccata tra l’ala dura di Giovanbattista Fazzolari e la fazione più trattativista di Raffaele Fitto, Meloni ha deciso solo ieri mattina di virare sul no. Come la Lega di Matteo Salvini, che da mercoledì sera provocava i “Fratelli” indecisi. E all’opposto di Forza Italia, che col vicepremier Antonio Tajani ha provato, fino all’ultimo, a convincere la presidente del Consiglio a non rompere col Ppe.

 

Macron Scholz Tusk

[…] Dentro FI tanti temono che l’Italia possa pagare lo scotto dell’isolamento. Anche sulle deleghe in Commissione. Perché nonostante le dichiarazioni di facciata, preoccupa un possibile declassamento. Pare sfumata la vice-presidenza esecutiva. E forse pure una vicepresidenza semplice, che potrebbe sopravvivere solo con deleghe minori come la Semplificazione o il Mediterraneo. Lo stesso Bilancio, per cui Fitto era il candidato ideale, sembra tornato oggetto di trattative.

 

giorgia meloni spiega il no di fratelli d italia alla conferma di ursula von der leyen 2

Von der Leyen poi ieri ha chiesto ai governi di presentare due nomi per ogni posto: un uomo e una donna. Non un candidato secco. Anche se a Palazzo Chigi non considerano questa richiesta un obbligo. In pole resta Fitto, a meno che le deleghe non diventino troppo fiacche. Il clima è questo.

 

Meloni si è sentita con von der Leyen mercoledì sera. E lì ha capito che anche sulle deleghe non avrebbe avuto troppe garanzie. Da qui, secondo fonti di maggioranza, la decisione di votare no. Per non farsi scavalcare a destra da Salvini, già pronto a presentarsi come l’unico a non avere sottoscritto «l’inciucio». E nella consapevolezza che la sua fanbase le chiedeva questo: il sondaggio tra gli iscritti di FdI su von der Leyen non lasciava spazio a dubbi. Il grosso dei militanti non tifava Ursula. Ora a via della Scrofa c’è chi dice: «Saremo collaborativi. Faremo come con Draghi ». Ma non è certo così che la premier sognava di ritrovarsi dopo le Europee. […]  i suoi Conservatori hanno perso pezzi e su von der Leyen hanno votato in ordine sparso. FdI diventa marginale. […]

 

ursula von der leyen rieletta presidente della commissione europea

2. TELEFONATA NELLA NOTTE A URSULA POI MELONI ORDINA IL NO "MA NON ATTACCATE, TRATTIAMO" GIORGIA MELONI "

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo Francesco Olivo per “La Stampa”

 

[…] Meloni è consapevole che von der Leyen è blindata dal voto dei Verdi e considera ormai irrilevante il sostegno dei conservatori italiani. Secondo le ricostruzioni, le due leader si lasciano bene. Meloni sfrutta l'argomento di sempre, quello che rilancerà con il video, e a Ursula dice: «Ho detto che non avrei votato con la sinistra e tu hai ormai un accordo con gli ambientalisti».

 

giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa 1

Ma con il suo entourage, la premier sarà ancora più diretta: «Non posso perdere la faccia. Lei ha fatto la sua scelta (aprire a sinistra, ndr), noi facciamo la nostra». E così nella tarda serata di mercoledì chiama i suoi due colonnelli in Europa, Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, e chiama il ministro Raffaele Fitto, candidato a ricoprire il ruolo di commissario.

 

La linea ufficiale resta: «Ascoltiamo il discorso di Ursula». Ma è pura tattica. Al mattino viene comunicato agli altri deputati quale è il mandato: votare no. Ma con una raccomandazione importante: «Tenete i toni bassi e non attaccate von der Leyen».

raffaele fitto ursula von der leyen

 

Il motivo? Lo spiega Meloni la sera prima: «Devo ancora trattare con lei». La partita della Commissione, infatti, si chiuderà tra qualche settimana e poi si aprirà quella del rientro del debito e del deficit, in vista della manovra.

 

[...] La reazione della premier - sostengono da FI - ha spianato la strada all'accordo con i Verdi. Meloni era finita in un angolo. Forse poteva uscirne. Ha preferito restare competitiva nel campionato della destra nazionalista e anti-Ue, in vista della possibile rivincita dei sovranisti se Trump vincerà in Usa .

 

EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ

Non si può dire che la premier ora non sia preoccupata degli effetti che comporterà questo strappo. E lo prova il tono con cui nel video di Oxford si dice certa che il voto di ieri non inciderà negativamente sulla poltrona che spetta al commissario italiano e più in generale sul rapporto che Roma avrà con l'esecutivo di Bruxelles.

 

Giustificazioni pubbliche che rivelano quello che in privato è una preoccupazione seria: le ritorsioni. In particolare, la paura diffusa a Palazzo Chigi è che gli avversari di Meloni in Consiglio - Macron, Scholz, Tusk e Pedro Sanchez - approfitteranno di questa auto confinamento per negare centralità all'Italia.

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO

Certo è, come ammettono i meloniani, che la delega al Bilancio e una vicepresidenza esecutiva sono sfumate. La proposta di Bruxelles, delle ultime ore, è di assegnare a Roma un nuovo "portafoglio" dedicato al Mediterraneo (su immigrazione e Piano Mattei l'asse con von der Leyen ha retto) o quello (invocato da Meloni) alla Sburocratizzazione.

 

Sarebbe un downgrade rispetto ai desiderata da cui partiva l'Italia, Concorrenza in primis. Fitto resta comunque la prima scelta di Meloni, soprattutto se la delega sarà legata ai fondi europei. Anche se si potrebbe profilare un problema di genere. Ieri von der Leyen ieri ha di nuovo chiesto ai governi di inviarle due candidature: una donna e un uomo. E l'unico nome di donna che continua a circolare è quello di Elisabetta Belloni.

ursula von der leyen e roberta metsolaursula von der leyen rieletta presidente della commissione europeail discorso di ursula von der leyen dopo la rielezione 9

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...