matteo salvini giorgia meloni

A MELONI NON È RIUSCITO IL BLITZ PER TOGLIERE POTERE A SALVINI – IL PREMIER VOLEVA CENTRALIZZARE IL PIÙ POSSIBILE A PALAZZO CHIGI IL CONTROLLO SULLE DELEGHE PIÙ CONTESE E DOVE TRANSITANO I MILIARDI DEL PNRR. MA L'OPERAZIONE PER CREARE TRE SUPER-COMITATI SU MARE, SUD E TRANSIZIONE ECOLOGICA È FALLITA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI – UNA NUOVA VITTTORIA DEL “CAPITONE”, CHE MANTIENE IL CONTROLLO DEI PORTI: “SE QUALCUNO PENSAVA DI SVUOTARE IL MINISTERO, ORA ABBIAMO LA CERTEZZA CHE NON POTRÀ FARLO”

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

matteo salvini giorgia meloni

È stata lotta dura fino all'ultimo inciso. «Ferme restando le competenze delle singole amministrazioni»: con questa formuletta, all'articolo 12 del decreto-legge dedicato ai ministeri, Lega e Forza Italia sostengono di aver sventato il blitz sulla redistribuzione delle deleghe, che Giorgia Meloni avrebbe voluto realizzare attraverso la creazione di tre comitati a Palazzo Chigi. Questione purissima di potere che si cela dietro le nuove denominazioni dei dicasteri.

 

Chi fa cosa, insomma. Perché ci sono i ministeri del Mare, dei Trasporti, del Turismo che rischiavano di accavallarsi nelle competenze. E poi ancora il ministero del Sud (che è lo stesso del Mare), della Coesione (che è anche degli Affari Ue e del Pnrr), che già iniziavano a calpestarsi i piedi. Gli Esteri e quello delle Imprese e il Made in Italy che si contendevano il Commercio all'estero…

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

E dunque nella mappa del nuovo mondo meloniano serviva mettere ordine. E per farlo, assieme al sottosegretario della presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, la premier aveva pensato ad alcune soluzioni. Con un obiettivo che ha fatto immediatamente storcere il naso agli alleati: centralizzare il più possibile a Palazzo Chigi, o attraverso uomini di assoluta fedeltà (tutti di Fratelli d'Italia), il controllo sulle deleghe più contese o quelle dove transitano i miliardi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI E I SOTTOSEGRETARI

Meloni aveva un ulteriore problema, di natura più casalinga: come accontentare Nello Musumeci, costretto al passo indietro in Sicilia, dopo 5 anni da governatore, e oggi titolare di un ministero che appare come una scatola vuota. Tra le bozze visionate nel pre-consiglio dei ministri e il decreto arrivato in serata sul tavolo del Cdm le differenze sono significative. Le correzioni al testo, che La Stampa è riuscita a visionare, hanno tranciato di netto intere proposte.

 

L'idea iniziale prevedeva tre Comitati interministeriali: uno per la Transizione ecologica, uno per le politiche del Mare, e il terzo denominato Comitato strategico per il Sud. Due – secondo e terzo – istituiti presso la presidenza del Consiglio e tutti e tre presieduti dal capo del governo o da un ministro di competenza. Nel caso delle politiche del Mare e del Sud, in entrambi il sostituto di Meloni sarebbe stato Musumeci. È finita però diversamente.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

Il Comitato strategico per il Sud è scomparso. Al suo posto, il titolo dell'articolo 13 riporta "Piano strategico per il Sud". E infatti, il sottosegretario Mantovano durante la conferenza stampa cita solo il Comitato per le Politiche del mare e quello per il Made in Italy nel mondo, che condivideranno il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il collega della Farnesina e vicepremier Antonio Tajani. Mantovano non cita nemmeno il Cite, il comitato interministeriale della Transizione ecologica che, a sentire Forza Italia, avrebbe di fatto commissariato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.

 

matteo salvini giorgia meloni

Un piccolo giallo a cui diverse fonti contattate nel governo non hanno saputo (o voluto) rispondere. Sta di fatto che i leghisti e i berlusconiani escono soddisfatti dal Cdm. Le deleghe sono salve. «Se qualcuno pensava di svuotare il ministero, ora abbiamo la certezza che non potrà farlo», è il ragionamento di Matteo Salvini.

 

Il leader della Lega ha mosso i suoi uomini perché alla fine il nome del suo ministero tornasse alla formula classica "dei Trasporti e delle Infrastrutture", rinunciando a Mobilità sostenibile. Ma soprattutto, secondo Salvini, è fallita l'operazione di scippargli il controllo dei porti e di affidarlo a Musumeci sotto la regia di Palazzo Chigi.

 

nello musumeci

Il Comitato delle Politiche del mare sarà un tavolo di mediazione e di sintesi interministeriale, niente di più: avrà un ruolo «di coordinamento e definizione degli indirizzi strategici delle politiche del mare» anche «sulla valorizzazione delle vie del mare e sullo sviluppo del sistema portuale» ma «ferme restando le competenze delle singole amministrazioni».

 

Un inciso che dovrebbe valere anche per «le concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative», cioè i balneari, oggi in capo al Turismo guidato da Daniela Santanchè anche se per tutto il giorno si è sentito dire che la materia sarebbe destinata a ricadere nelle competenze dirette di Palazzo Chigi.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

Tutto è bene quel che finisce bene, dicono anche da Forza Italia, contenti di aver aumentato le risorse destinate alle bollette e aver anticipato la norma di Pichetto-Fratin sull'estrazione nazionale del gas. Grazie a una deroga ad hoc, il fedelissimo sottosegretario Mantovano riceverà anche la delega sui servizi, ma alla fine, Meloni poteva concentrare a Palazzo Chigi ancora più potere di quello che ha.  

matteo salvini abbraccia giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...