unione europea italia europa

LA MEZZA FREGATURA DEL RECOVERY - I 120 MILIARDI DI PRESTITI SONO EROGABILI SOLO DOPO CHE SONO STATI UTILIZZATI TUTTI I SUSSIDI E QUINDI ACCEDEREMMO A QUEI SOLDI DOPO IL 2024 - DAL 2026 E PER I SUCCESSIVI 30 ANNI, LA UE DOVRÀ COMINCIARE A RESTITUIRE I 750 MILIARDI DI OBBLIGAZIONI PIAZZATE SUL MERCATO. PER FARE CIÒ, DOVRÀ RICHIEDERE MAGGIORI CONTRIBUTI AGLI STATI MEMBRI O SVILUPPARE UNA PROPRIA CAPACITÀ IMPOSITIVA: NUOVE TASSE SU PLASTICA, EMISSIONI, DIGITALE E CARBONE…

Giuseppe Liturri per “la Verità”

 

charles michel

Non sappiamo cosa, del piano proposto dalla Commissione lo scorso 27 maggio, sopravviverà alla maratona di 4 giorni in corso a Bruxelles che mentre vi scriviamo è forse alla svolta davanti all'ultima proposta del presidente Charles Michel da discutersi in seduta plenaria. Crediamo però di poter già ipotizzare che il nostro Paese si presenterà a mani nude e vuote alla resa dei conti di settembre con i mercati, con i lavoratori e con le imprese.

 

Sono infatti mesi che il governo del presidente Giuseppe Conte si intestardisce a perseguire un unico piano per mitigare gli effetti economici devastanti di una crisi economica che non trova precedenti in tempi di pace. Il piano è quello dei prestiti e dei sussidi provenienti da Bruxelles, variamente denominati (Mes, Sure, prestiti e garanzie della Bei, Recovery fund).La, per certi versi ammirevole, determinazione mostrata da Conte in queste ore, nel massimizzare il risultato netto di questo suk con 27 bancarelle apertosi a Bruxelles, ha però l'innegabile difetto di non fare i conti con la realtà.

 

VERTICE EUROPEO CONTE MERKEL MACRON SANCHEZ VON DER LEYEN

E dobbiamo vagare raminghi tra le fonti straniere per scoprire che già i 500 miliardi di sussidi - che nel breve volgere di 4 giorni di trattative sono diventati 390, secondo l'ultima bozza - non sarebbero stati significativi ai fini della sostenibilità del debito dell'Italia, come affermato sin da maggio dal professor Friedrich Heinemann dell'istituto di ricerca tedesco Zew di Mannheim. Oppure leggere Ambrose Evans-Pritchard sull'inglese The Telegraph interrogarsi anch' egli sul fatto che tali somme riescano ad essere rilevanti, data l'entità dello shock economico causato dal Covid 19 e dubitare che il Recovery fund sia in grado di far diventare meno asimmetrica la capacità di risposta alla crisi.

 

VERTICE UE CONTE RUTTE MERKEL MICHEL MACRON

Solo un teatrino politico, secondo il commentatore inglese. Invece il piano inclinato su cui tutta la vicenda viene fatta scivolare è quello di una caricaturale rappresentazione di uno scontro tra «Avari» e «Ambiziosi», dove i primi affamano i secondi e non credono nelle magnifiche sorti e progressive che vengono prospettate dai secondi. Ci permettiamo di uscire da questo schema, alimentato ad arte da solerti addetti stampa durante questi giorni, e far parlare i numeri.

 

rutte merkel ursula conte by osho

La discesa dei sussidi da 500 a 390 miliardi, significherebbe per il nostro Paese un sussidio pari a circa 68 miliardi sicuri (il 20,4% del Recovery resilience fund da 334 miliardi, che dovrebbe uscire quasi indenne dal negoziato), che potrebbero arrivare fino a improbabili 82, la cui erogazione avverrà, nella migliore delle ipotesi tra il 2021 ed il 2024.

 

Questa somma è pari a circa l'1% del Pil annuo in quel quadriennio. Basti notare che la caduta del Pil prevista per quest' anno è pari al 12% circa, per concludere che la montagna sta partorendo il topolino. cambierebbe anche la governance del Recovery fund: i piani presentati dagli Stati membri dovrebbero essere approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata in base alle proposte presentate dalla Commissione.

 

conte rutte merkel ursula

Ma il punto è sempre quello dell'efficacia: ammesso e non concesso che si riescano a programmare dei progetti capaci di intercettare tutti i 68 miliardi, dobbiamo sapere che, dal 2026 e per i successivi 30 anni, la Ue dovrà cominciare a restituire i 750 miliardi di obbligazioni piazzate sul mercato. Per fare ciò, dovrà richiedere maggiori contributi agli Stati membri o, prevalentemente, sviluppare una propria autonoma capacità impositiva.

 

Si tratta quindi di nuove tasse sulla plastica, sulle emissioni, sul digitale, sul carbone. Nessuno può dire in quali condizioni arriveremo al 2026, ma c'è qualcuno che crede seriamente che queste somme da rimborsare con maggiori tasse - perciò chiamate impropriamente a fondo perduto - siano il colpo di reni necessario per fronteggiare tale crisi? Non convince nemmeno la cifra di 360 miliardi di prestiti che completano i 390 miliardi di sussidi, esito dell'ultima mediazione di Michel.

 

conte rutte merkel michel

L'Italia potrebbe beneficiare di circa 120 miliardi, quindi ben 30 in più rispetto al piano iniziale. Ma quello che tutti i media, inneggianti al miracolo, ieri sera non aggiungevano è che i 120 miliardi di prestiti sono erogabili solo dopo che sono stati utilizzati tutti i sussidi, come ha scritto chiaramente la Commissione il 27 maggio. Se dovesse essere confermata questa impostazione, accederemmo a quei prestiti dopo il 2024.

 

Col Paese probabilmente già in procedura d'infrazione per violazione della regola di rientro del debito. Forse il punto più penalizzante per noi è quello della procedura di controllo sull'uso dei fondi. Il passaggio dalla Commissione al Consiglio UE (con procedura di voto qualificato) ma con facoltà anche per un solo Paese di sollevare eccezioni sul rispetto delle condizioni da parte del Paese beneficiario, costituisce una formidabile arma di condizionamento politico che renderebbe il rilascio di quei fondi un Vietnam perpetuo almeno fino al 2024. Ma questo è il meno.

 

angela merkel e giuseppe conte by osho

L'aspetto per noi più dannoso è il vincolo di destinazione di quei fondi, che poi è lo stesso problema che conosciamo da anni e che si manifesta per il bilancio pluriennale. Come non vedere che il vincolo di destinazione della spesa sia, «ex se», un fardello che appesantisce e rallenta qualsiasi presunto «regalo» proveniente da Bruxelles?

 

Allora l'attenzione torna alle risorse disponibili a breve per il nostro Paese. E qui lo scenario è a tinte fosche. Non da oggi è alta l'attenzione degli investitori stranieri verso tutte le attività finanziarie e reali di cui il nostro Paese è tuttora ricco ed allora il saccheggio perpetrato ai danni della Grecia dopo il 2012, per «risanarla» minaccia di diventare un rischio concreto per il nostro Paese e chi ha puntato tutte le sue carte su un meccanismo lento e insufficiente per far ripartire l'Italia, potrebbe scoprire di aver sbagliato i conti.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...