giuseppe conte giorgia meloni - atreju

MEZZOGIORNO DI FUOCO PER IL CENTRODESTRA - AL SUD SONO IN PALIO AL SENATO 31 COLLEGI UNINOMINALI E SE IL MOVIMENTO CINQUESTELLE NE VINCESSE LA METÀ, LA SOMMA DI QUESTI COLLEGI CON QUELLI CHE IL CENTROSINISTRA VINCERÀ NEL RESTO DEL PAESE, POTREBBE PRIVARE MELONI, SALVINI E IL CAV DELLA MAGGIORANZA ASSOLUTA - SOPRATTUTTO SE CONTEMPORANEAMENTE LA PERCENTUALE DI VOTI DI LEGA, FDI E FORZA ITALIA DOVESSE ESSERE INFERIORE AL 45%, MAGARI PER UN RISULTATO SUPERIORE ALLE ASPETTATIVE DI AZIONE E DELL'ITALEXIT DI PARAGONE…

Roberto D'Alimonte per il “Sole 24 Ore”

 

MELONI CONTE 2

Tutti i ragionamenti che abbiamo fatto fino ad oggi sull'esito delle prossime elezioni portano alla conclusione che il centro-destra vincerà con una maggioranza assoluta di seggi sia alla Camera che al Senato. Siamo ancora convinti che questo sia l'esito più probabile.

 

È una ipotesi basata non solo sulla percentuale di voti che gli è stata sistematicamente attribuita dai sondaggi, che potrebbe forse anche essere sovrastimata, ma soprattutto sul fatto incontestabile che i rivali sono divisi e questo li rende non competitivi. Ciò premesso, vale però la pena di ipotizzare a quali condizioni questo esito potrebbe non verificarsi.

 

GIUSEPPE CONTE CONTRO LA MELONI SU TIKTOK

Come è noto, il sistema elettorale prevede l'assegnazione di circa due terzi dei seggi con formula proporzionale e un terzo in collegi uninominali dove il candidato con un voto in più vince. Alla maggioranza assoluta il centro-destra può arrivare attraverso combinazioni diverse di seggi proporzionali e di seggi maggioritari. Assumendo che vinca il 42% dei seggi proporzionali gli servirebbe vincere almeno il 65% dei seggi maggioritari per arrivare alla maggioranza assoluta. Se invece ottenesse il 45% dei seggi proporzionali gli basterebbe vincere il 60% di quelli maggioritari.

 

In entrambi i casi si tratterebbe di maggioranze risicate. Per ottenere maggioranze più solide la percentuale di seggi dei due tipi deve essere naturalmente maggiore.

MELONI CONTE

Ragioniamo sulla base del secondo esempio che abbiamo fatto, cioè l'ipotesi 45-60. Al Senato il 60% dei seggi maggioritari vuol dire 44 seggi su 74. Quindi, per impedire che il centro-destra possa arrivare a 101 seggi che è la maggioranza assoluta (senza i senatori a vita) gli "altri" dovrebbero vincere 31 seggi.

 

Quali sono gli "altri" capaci di farlo? La coalizione di centro-sinistra vincerà un certo numero di seggi tra Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana e qualche grande città. Ma non può arrivare a vincerne 31 a meno che i sondaggi non mentano clamorosamente.

Calenda, Italexit ecc non vinceranno nessun seggio (parliamo sempre di seggi uninominali). Resta il M5s.

giuseppe conte giorgia meloni atreju 1

 

Fino a poco tempo fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che i Cinque Stelle potessero essere competitivi nella arena maggioritaria. Oggi la sensazione che si percepisce è che non sia più così. La sorpresa che potrebbe sconvolgere i pronostici fatti finora potrebbe venire da questa parte.

 

Nelle elezioni del 2018 alla Camera il M5s ha preso nelle regioni del Sud (da Roma in giù) il 43% dei voti e ha vinto l'83% dei seggi uninominali. Al Senato è andata più o meno allo stesso modo. Anche oggi la sua base elettorale è qui. Al Nord conta poco. Al Sud conta molto grazie al credito che si è conquistato con il reddito di cittadinanza. Per competere nei collegi uninominali del Sud basta avere tra il 30 e il 35% dei voti.

giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019 2

 

È una percentuale elevata, ma non fuori dalla portata del partito di Conte. Al Sud sono in palio al Senato 31 collegi. Se il Movimento ne vincesse la metà, la somma di questi collegi con quelli che la coalizione di Letta vincerà nel resto del paese potrebbe privare il centro-destra della maggioranza assoluta. Soprattutto se contemporaneamente la sua percentuale di voti dovesse essere inferiore al 45%, magari per un risultato superiore alle aspettative di Azione e dell'Italexit di Paragone.

 

In questo caso infatti avrebbe meno seggi proporzionali e dovrebbe vincere una percentuale maggiore di seggi maggioritari. È difficile che uno scenario del genere si realizzi ma non impossibile. I Cinque Stelle ci hanno già sorpreso nel 2013 e nel 2018. Anche allora i sondaggi li avevano largamente sottostimati. Potrebbero sorprenderci di nuovo il 25 settembre. Le conseguenze sarebbero paradossali.

giorgia meloni manifestazione contro il governo conte bis 1

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?