di maio vito crimi

MOVIMENTO A PEZZI / 2 - MENTRE TRA I BIG CINQUESTELLE SI CONSUMA LO PSICODRAMMA SU DRAGHI (“IL RECOVERY LO CONTROLLIAMO DAGLI ESTERI? O DALL'AGRICOLTURA?”), LA BASE E’ IN RIVOLTA: “SIETE VENDUTI”, “CRIMI, FAI UN FAVORE AL MONDO E AL MOVIMENTO, SPARISCI”, “NON FACCIAMO FINTA CHE TUTTO VA BENE, VI SIETE FATTI INFINOCCHIARE DALLA VECCHIA POLITICA MARCIA”, “NON AVETE SOSTENUTO CONTE E SIETE SALITI SUBITO SUL CARRO DEL BUROCRATE PER UN GOVERNO CHE DOVEVA ESSERE DI ALTO PROFILO”

1 - L'ASSEMBLEA INFUOCATA E L'AVVERTIMENTO DEI BIG: COSÌ CI INDEBOLIAMO, A RISCHIO 18 INCARICHI

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

LUIGI DI MAIO E VITO CRIMI

Lo scontro e gli equilibri. I vertici del Movimento sono nel mirino della base e dei ribelli che vogliono votare no. Due giorni, tre round. Vito Crimi torna ad affrontare i senatori: una nuova riunione di quattro ore dopo le due di sabato con i parlamentari (prima con gli eletti a Palazzo Madama e poi con quelli di Montecitorio). Il confronto è duro e finisce con un nulla di fatto. Il capo politico prova a spiegare le ragioni del sì.

 

«Appoggiateci e poi vediamo, potremmo rompere le scatole su tutto», è il ragionamento che il capo politico fa ai senatori. Cita una parabola del pugile che odia la violenza e resta fuori dal ring senza vincere mai. Dice che è stato Beppe Grillo a indicare i dicasteri di interesse (sono stati citati i temi sul suo blog). Si difende dicendo che i forzisti da soli non potranno decidere nulla. (Già la sera prima con i deputati aveva detto: «Se qualcuno abbatte la prescrizione noi ci ritiriamo dal governo»). Poi tocca un altro tasto: «Continuare con il no indebolirà il Movimento al governo».

 

GRILLO DI MAIO CASALEGGIO

Crimi parla del sottogoverno. In ballo ci sono i numeri: quindici sottosegretari e tre viceministri che rischiano di saltare. Ma l'ala critica ribatte: «Il Recovery lo controlliamo dagli Esteri? O dall'Agricoltura?». «Asteniamoci così non perdiamo la faccia», replicano. Il finale è un nulla di fatto con Crimi che se ne va e poi interviene in chat: «Da domani cominceremmo a spingere per avere un numero adeguato e anche superiore di sottosegretari alle dimensioni del gruppo. Se siamo meno di 282 a votare la fiducia ovviamente cambiano le percentuali e il numero di sottosegretari spettanti. Quello che cercavo di farvi capire sul potere contrattuale».

 

riccardo fraccaro

E proprio sui sottosegretari inizia ad aprirsi una sfida interna, anche tra i lealisti al nuovo governo. «Dovranno scegliere uno tra Crimi e Sibilia e voglio vedere come possono tenere il gruppo se scelgono il capo politico», dice una parlamentare. «Chi ci ha portato fin qui si dovrebbe fare da parte», sottolinea un Cinque Stelle. Il riferimento è agli ex ministri uscenti, che però non dovrebbero rientrare nel novero, mentre per l'ex sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro ci sono delle possibilità.

 

stefano patuanelli question time in senato 1

«Vediamo quali brillanti ruoli riusciamo a strappare», ironizza un altro Cinque Stelle. I vertici cercano di gettare acqua sul fuoco. Non arriva nessuna presa di posizione forte nonostante le polemiche. C'è chi è sicuro: «La fronda al momento del voto si ridurrà. E drasticamente». Già al Senato si dice che i no convinti siano una ventina, che dieci eletti a Palazzo Madama possano rientrare nell'alveo. E c'è chi si lamenta: «I critici dovrebbero comprendere che la strada ormai è tracciata e che cambiarla ora danneggia solo ulteriormente il Movimento». «Qui nessuno vuole spaccare il gruppo, ma ci siamo trovati di fronte a una situazione a cui era impossibile sottrarsi».

 

I contiani, sostengono i ben informati, dopo la nomina di Patuanelli all'Agricoltura, si schiereranno per il sì. Tuttavia i tentativi di trovare una soluzione alla crisi interna al Movimento per il momento non trovano sbocchi. La stessa idea proposta da Davide Casaleggio di tollerare l'astensione viene vista come una ingerenza. «Abbiamo ancora tre giorni per salvare la faccia e rimanere compatti: è il momento di provare ad ascoltarci l'un l'altro», commenta un pentastellato moderato. Ma proprio qui viene il difficile.

 

STEFANO PATUANELLI

2 - «SIETE VENDUTI, SPARITE» ACCUSE, INSULTI E SFOTTÒ: LA FRATTURA NELLA BASE 5 STELLE

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

«Fai un favore al mondo e al Movimento, sparisci». Povero Vito Crimi. Come se fosse solo colpa sua. Si richiudono i suoi account social con lo stesso spirito di quando si passa davanti a un incidente stradale, una rapida sbirciata e poi subentra l'impulso di distogliere subito lo sguardo. Al suo post del 12 febbraio, «M5S ha sempre messo al centro i temi e gli obiettivi», si contano almeno una dozzina di militanti che hanno scelto la stessa, breve risposta. Un pernacchio, declinato con grafie assortite. «Non facciamo finta che tutto va bene, vi siete fatti infinocchiare dalla vecchia politica marcia. Quella che detestavate...».

 

Matteo Bolle

«Non avete sostenuto Giuseppe Conte e siete saliti subito sul carro del burocrate per un governo che doveva essere di alto profilo». «È più digeribile la peperonata fatta a cena da mia suocera». E questi sono tra i commenti più gentili, ricopiati quasi uno in fila all'altro. Così tanto per rendere l'idea. Il viaggio negli umori della base pentastellata è un compito facile e improbo al tempo stesso. Il sottogenere giornalistico risale ai tempi del Pci-Pds, o della Democrazia cristiana, quando ancora esistevano le sezioni e i circoli.

 

Peccato che non sia mai esistito un luogo fisico della discussione per il M5S, a ben vedere neppure virtuale, ma questa è un'altra storia. Non che ne abbondino gli altri partiti, anzi. Ma per i Cinque Stelle l'immaterialità è sempre stata un segno distintivo, rivendicato con un certo orgoglio. In questo frangente si rivela un limite per i molti, diciamo otto su dieci a essere generosi, che contestano, e uno scudo per chi ha imposto decisioni alquanto indigeste a chi sta sul territorio e ancora ha una visione idealizzata del M5S.

giuseppe conte e luigi di maio

 

Al reggente di lunga scadenza Crimi tocca al solito la parte del punching ball , forse in virtù del suo scarso carisma. Andando alla fonte principale, ovvero il Blog delle Stelle, come è noto il blog di Beppe Grillo è chiuso ai commenti, la sostanza del malessere si attenua ma non cambia. Chiamiamola pure spaccatura, perché ci sono anche commenti di incoraggiamento, di comprensione della difficoltà attuale. Ma le due parti della frattura non sono certo eguali. Risalire per i rami del post dell'undici febbraio che annunciava i risultati della consultazione sul governo Draghi è abbastanza istruttivo.

 

silvio berlusconi con matteo salvini

Ad esempio, si capisce che le perplessità sul modo in cui era stato formulato il quesito non erano esclusiva dei giornalisti cattivi. «Ma perché non scrivete che "le altre forze politiche" comprendono Salvini e Berlusconi? Il quesito assomiglia molto al quesito referendario di Renzi, ve lo ricordate vero...». Molto spesso veniva citato l'immortale Conte Mascetti di Amici miei , sempre con noi. «Tarapia tapioco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?». «Chi ci ha fatto sorpassare nei sondaggi da FdI , ridotto a fare un governo con quelli che sapete bene, chi ha bandito Conte, deve essere cambiato con portavoce fedeli al movimento. Questo è il momento. Poi penseremo al governuccio e a Salvini, che ricomincia con la guerriglia mediatica».

berlusconi salvini renzi

 

Ecco, l'Avvocato del popolo. Nella disillusione generale, Giuseppe Conte viene percepito come l'unico o l'ultimo appiglio, al quale viene perdonato molto, se non tutto. «In tv vi stanno massacrando scientificamente voi gli date fiato con le esternazioni personali improprie e ingenue. Fermatevi, datevi una struttura ed organizzazione, centrale e locale, seria e rigorosa, se volete un leader c'è ed è Conte, ridimensionate i vostri capi politici, attuali ed ex, troppo filo-ministeriali, e ricominciate».

 

Alessandro Di Battista rimane una ipotesi lontana, così distante da infastidire alcuni per le sue critiche al nuovo esecutivo, definito il «Governo dei migliori». «Adesso che sei fuori, spari a zero?» si legge spesso tra i molti elogi che comunque prevalgono sulle critiche. Neppure Luigi Di Maio si salva dalla fustigazione collettiva.

ALESSANDRO DI BATTISTA DICE ADDIO AL M5S DALLA CUCINA

 

La sua pagina Facebook, da tempo rimpolpata da commenti di account ricorrenti e osannanti a ogni post del vecchio e nuovo ministro degli Esteri, questa volta non scampa al sarcasmo dei militanti. L'ultimo messaggio, che presenta la squadra di governo pentastellata, è un florilegio di improperi. «Una squadra che ha lottato per i propri interessi e tu per primo. Venduti». Al punto che qualcuno interviene per mitigare la pioggia di «Vaffa», chiedendo ai partecipanti di non essere troppo severi. Quando si dice la nemesi.

 

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...