giuseppe conte

IL MOVIMENTO PIEGATO ALLA POCHETTE - CONTE VUOLE CAMBIARE NOME AL M5S: STA PENSANDO DI INSERIRE ALL'INTERNO DEL SIMBOLO IL PROPRIO COGNOME (O NELLA VERSIONE SFUMATA "CON TE") - LA SUA IDEA DI RIFORMA COSTITUZIONALE: "NON È POSSIBILE CHE IL SISTEMA ITALIA SIA AFFIDATO AL SINGOLO PERSONALISMO, ALLA FORZA DEL 2%" (OGNI RIFERIMENTO A RENZI È VOLUTO) - SUL FRONTE INTERNO, CI SARA' UNA "SEGRETERIA" ZEPPA DI FEDELISSIMI - SPADAFORA: "STA DECIDENDO TUTTO CONTE. CHI FECE DIMETTERE DI MAIO PERCHE' CHIEDEVA UN ORGANO COLLEGIARE ORA SOSTIENE L'UOMO SOLO AL COMANDO..."

1 - RIFORME, MOSSA DI CONTE: L'IDEA DEL PRESIDENZIALISMO

B.L. per "il Messaggero"

 

giuseppe conte e rocco casalino

«Tra le prime cose che farò se mi insedierò come leader io proporrò agli altri leader di ragionare su una riforma costituzionale che possa rafforzare il nostro sistema. Non è possibile che il sistema Italia sia affidato al singolo personalismo». Lo dice Giuseppe Conte a diMartedì, di Giovanni Floris. Se proporrò il presidenzialismo? «Non me lo faccia anticipare»; sottolinea.

 

Ma intanto lanciando un segnale di vitalità ad alleati e avversari, forte della popolarità sempre alta nei sondaggi, dettaglio non irrilevante ogni volta che parla di elezione diretta.

Conte guarda con ottimismo alla prossima sfida in cui si lancerà per la guida del Movimento, su cui, assicura, «c' è molto entusiasmo e chi pensa che sia spaccato sarà sorpreso».

 

rocco casalino e giuseppe conte

«Ci saranno organi collegiali nuovi ma non ricadremo nelle tradizionali forme di partito: saranno luoghi di confronto anche per la linea politica», spiega. Ma è sull' organizzazione del nuovo partito che già si iniziano a creare le prime frizioni. La futura «segreteria» Conte non è stata ancora tratteggiata ma già nei 5 Stelle è iniziata la «corsa» a farne parte. Le prime indiscrezioni hanno fatto infuriare gli eletti che ora chiedono sia garantita una votazione degli iscritti. In prima fila Dino Giarrusso: la sua non solo è una auto-candidatura ma la precisazione di un metodo. «Dobbiamo legittimare tutta la nuova struttura del Movimento tramite la base, se qualcuno pensa di farlo dall' alto, sappia che poi gli elettori se ne vanno».

conte e casalino - Grande Fratello Chigi

 

2 - ORA CONTE VUOLE CAMBIARE NOME AL M5S I DUBBI TRA I GRILLINI: "NO A PERSONALISMI"

Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

L' argomento era già stato affrontato a più riprese. Che fare del nome Movimento 5 Stelle? La domanda era sorta appena Beppe Grillo aveva convinto Giuseppe Conte a prendere in mano la sua creatura, pochi giorni dopo la detronizzazione da Palazzo Chigi. L' ex premier non ha mai nascosto l' ambizione di stravolgere dalle fondamenta l' intera architettura del M5S. Ha chiesto sin da subito ampi margini per cambiarlo e trasformarlo in un partito solido. Grillo lo ha lasciato fare ma - prima che si indebolisse pubblicando il video in difesa del figlio accusato di stupro - ha posto a Conte delle condizioni. E tra queste c' era che non avrebbe dovuto toccare il nome originario.

conte casalino

 

Qualche ritocco sì, come per esempio inserire lo slogan "Italia 2050" nel simbolo, ma nient' altro di più. Adesso però Conte starebbe tornando alla carica, con un' idea che i suoi collaboratori coccolano sin dall' inizio e che era stata fatta filtrare qualche mese fa. Inserire all' interno del simbolo il proprio cognome: o così com' è o "Con Te".

Una scelta che però, sentendo la base parlamentare ma anche ministri e sottosegretari, viene vissuta come un eccesso di personalismo.

 

Nella cerchia dell' avvocato sono convinti che il brand dell' ex premier funzioni e che così possa attirare più voti, anche fuori dall' elettorato tradizionale dei grillini. Devono, però, fare i conti con le perplessità diffuse dentro il Movimento, tra chi vive con ansia le prossime mosse di Conte ed è stato poco rassicurato dal suo passaggio in tv, ieri sera, su La7 a «Dimartedì».

 

conte di maio

Il futuro capo politico (o segretario, anche sul titolo c'è discussione) ha lasciato qualche indizio del percorso del «suo» nuovo Movimento: avrà un dialogo costante con il Pd ma parlerà anche ai moderati, mantenendo un profilo «radicale» sui valori fondanti del M5S, a partire dal tema della giustizia. Per questo preferisce dire che «non sarà un partito moderato» ma che «parlerà all' elettorato moderato». Per non alienarsi l'anima movimentista conferma che cercherà di coinvolgere Alessandro Di Battista, quando tornerà dal viaggio in Colombia, e che non perderà «la vena ecologica».

 

dino giarrusso

Tra le prime proposte che porterà sul proscenio della politica e all'attenzione degli altri leader, annuncia, ci sarà la riforma costituzionale, perché «non è possibile che il sistema Italia sia affidato al singolo personalismo, alla forza del 2%». Ogni riferimento a Matteo Renzi e a Italia Viva è volutamente non casuale. Sul fronte interno al M5S, invece, vorrebbe offrire una formula nuova di vertice. La leadership collegiale sarà mantenuta sotto il suo comando, ma con «organi nuovi», per «non ricadere nelle tradizionali forme del sistema partito»: strutture «agili» ma «funzionali», luoghi che siano di confronto anche per la linea politica.

 

vincenzo spadafora foto di bacco (1)

Proprio sulla futura segreteria, o in qualunque modo si chiamerà, all' indomani delle prime indiscrezioni sono esplosi i malumori dei grillini in Parlamento. A quasi nessuno piace la prospettiva che Conte scelga la squadra da solo, senza passare da un voto online. Per molti c' è in gioco la propria sopravvivenza politica. Vincenzo Spadafora sull' Huffington Post è il più duro: «Finora sta decidendo tutto Conte. Del nuovo M5S sappiamo poco o nulla. Chi sedici mesi fa fece dimettere Di Maio perché chiedeva un organo collegiale adesso è diventato il più convinto sostenitore dell' uomo solo al comando».

 

CHIARA APPENDINO

L' ex ministro non vanta ottimi rapporti con l' ex premier ma anche un grillino che si sente più vicino a Conte come l' europarlamentare Dino Giarrusso chiede garanzie di maggiore condivisione sulla segreteria: «Vorrei che la nostra base contasse e si potesse esprimere, anche perché se non la facciamo votare allora non capisco che abbiamo chiesto a fare i dati a Casaleggio».

 

lucia azzolina

Numeri certi non ce ne sono. I membri della segreteria potrebbero essere quattro o otto, a seconda se la composizione sarà più leggera o meno. Conte vuole molte donne. I nomi, non smentiti, che si fanno solo quelli dell' ex sindaca Chiara Appendino, dell' ex ministra Lucia Azzolina, e della viceministra Alessandra Todde. Per Giarrusso, ex inviato delle Iene, il criterio del consenso e della popolarità con la base, certificata durante le votazioni agli Stati Generali dove è risultato secondo solo a Di Battista, non può essere cestinato: «Todde è bravissima, ma io nel mio collegio ho preso 30 mila voti in più di lei. Mi auguro che Conte prenda atto di questo genere di cose».

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: HA SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” CHE AL QUOTIDIANO DI CONFINDUSTRIA RICORDANO PIÙ PER I CONTENZIOSI E LE RICHIESTE DI BONUS CHE PER I RISULTATI EDITORIALI O FINANZIARI...

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”