anatocismo banche risparmi

NASCONDETE I DANARI: STA TORNANDO A GALLA L’IDEA DI UNA PATRIMONIALE - L'OSSERVATORIO DI COTTARELLI FA I CONTI PER CAPIRE COME DOVREBBE ESSER STRUTTURATA PER RISOLVERE DAVVERO IL PROBLEMA DEL BILANCIO PUBBLICO - MA CI SONO TRE ENORMI PROBLEMI. ECCO QUALI…

Raffaele Ricciardi per https://www.repubblica.it

 

PATRMONIALE

Salvini assicura che non ci sarà una patrimoniale sulle cassette di sicurezza, ma un condono "per chi volesse sanare situazioni di irregolarità relative, oltre che ad Equitalia, al denaro contante". Già il ministro Tria aveva più volte garantito che non ci saranno né la manovra correttiva né il prelievo straordinario "perché avrebbe un impatto distruttivo su crescita e consumi". Eppure, alla luce del debito pubblico monstre dell'Italia che ci ha messi in rotta di collisione con l'Europa, ciclicamente il tema della patrimoniale torna alla luce.

 

Su quanto dovrebbe esser profondo il taglio per dare una spallata significativa allo stock di debito hanno ragionato all'Osservatorio sui conti pubblici italiani della Cattolica, diretto dall'ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli. In un recente articolo di Stefano Olivari, l'Osservatorio arriva a concludere che - alla luce di una ricchezza stimata in 9.743 miliardi - un intervento con aliquota al 10 per cento potrebbe ridurre il rapporto debito/Pil intorno all'80%, dando così un forte segnale per la stabilità finanziaria.

 

sergio mattarella carlo cottarelli

Se da una parte, rispetto a una ristrutturazione del debito, la patrimoniale "potrebbe essere disegnata in modo da essere preferibile sul piano dell'equità", d'altra parte i ricercatori chiariscono fin da subito: "Un'imposta sull'intero patrimonio è però difficilissima da mettere in atto. Sono più probabili imposte a sorpresa e mirate non all'intero patrimonio, ma ad alcuni cespiti, come fu il caso della imposta retroattiva sui depositi e sugli immobili introdotta nel luglio del 1992". Il famoso prelievo del 6 per mille sui c/c introdotto nottetempo da Giuliano Amato.

 

L'Osservatorio ricorda come in Italia esistano delle imposte ordinarie già calcolate su parte del patrimonio, si pensi alle tasse sulla casa (Imu, Tasi), al bollo auto o all'imposta di bollo sulle attività finanziarie. Queste tipologie sono diffuse in tutto il mondo. Ma interventi sulla totalità della ricchezza dei cittadini sono assai rari: esempi ne sono la Francia, la Svizzera o la Norvegia per restare al Vecchio continente. Perché allora ciclicamente riemerge?

DEBITO PUBBLICO

 

Perché la ricchezza privata italiana è elevata, anche nel raffronto internazionale. E' 8,4 volte il reddito lordo disponibile, contro le 6,1 volte tedesche. E anche in valori assoluti le famiglie tricolori (160mila euro) battono quelle tedesche (150mila). Ecco perché - ricorda l'Osservatorio - molti commentatori, soprattutto esteri, vedono in quel bacino le risorse alle quali attingere in caso di estrema difficoltà del Paese.

 

Il precedente del luglio 1992 insegna che la patrimoniale "a sorpresa" non è sufficiente per abbattere significativamente il debito: deve colpire solo patrimoni liquidi, quindi con gettito limitato, e per di più rischia di scoraggiare gli investitori e accelera la fuga di capitali. Ecco perché l'Osservatorio ritiene che - fermo l'obiettivo di ridurre il debito - solo una imposta patrimoniale "soggettiva" (nella quale il cittadino compila una dichiarazione dei patrimoni, invece di quella dei redditi) può dare risorse sufficienti allo Stato per rimuovere la sua zavorra. Su questo impianto si potrebbero inserire correttivi di equità, esentando ad esempio le ricchezze inferiori ed adottando aliquote progressive.

GIULIANO AMATO

 

Ma dalla teoria alla pratica il passo è lunghissimo. Tre problemi vengono sollevati. Il primo: "Buona parte dei patrimoni elevati o sono già all'estero o sono detenuti da residenti tramite società estere: la base imponibile che verrebbe individuata sarebbe molto più piccola di quella teorica e riguarderebbe per lo più i patrimoni delle persone meno abbienti e meno istruite, che hanno solitamente più difficoltà a gestire i propri risparmi". Il secondo: "Il 60 per cento della ricchezza è rappresentata da attività reali - immobili o aziende non quotate - il cui valore crollerebbe se i loro possessori fossero obbligati a smobilizzare in tempi brevi per pagare l'imposta".

 

Il terzo: "Difficilmente un'imposta di grandi dimensioni e con le caratteristiche che si è detto (a cominciare dalla necessità di produrre e distribuire i moduli per le dichiarazioni) potrebbe essere tenuta segreta. Ciò determinerebbe fughe di capitali. L'unico modo per ovviare al problema sarebbe quella di tassare la ricchezza ad una data passata (ad esempio 6 o 12 mesi prima della dichiarazione), ma questo pone l'ulteriore problema che quella ricchezza potrebbe non essere più attuale".

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