NATO PER BRIGARE COL POTERE - RENZI VUOLE APPRODARE ALLA NATO DISARCIONANDO GUERINI DALLA DIFESA - BELPIETRO: IL CAPO DI ITALIA VIVA SI È DICHIARATO FAVOREVOLE AL RIMPASTO DI GOVERNO COL COINVOLGIMENTO DI FORZA ITALIA PER METTERE LE MANI SU UN MINISTERO CHIAVE. CHE LUI POTREBBE SFRUTTARE IN CHIAVE DI LEADERSHIP ATLANTICA

-

Condividi questo articolo


Maurizio Belpietro per “la Verità

 

Matteo Renzi è favorevole ad allargare la maggioranza di governo per far entrare Forza Italia. L' intervista-lenzuolo del Corriere della Sera non ci ha stupiti. E non solo perché è dal giorno in cui mise piede al Nazareno che l' ex segretario del Pd prova ad accordarsi con Silvio Berlusconi per guidare il Paese, ma perché l' intesa con il Cavaliere gli è indispensabile per raggiungere il suo obiettivo di approdare alla presidenza della Nato. Già, le uscite dell' ex presidente del Consiglio non sono dettate dal caso, ma dal calcolo e anche l' ultima ha uno scopo preciso che vi andiamo a spiegare.

 

MATTEO RENZI JOE BIDEN 1 MATTEO RENZI JOE BIDEN 1

La storia è la seguente: Renzi, che si può apprezzare o detestare, ma bisogna riconoscere che è tutt' altro che stupido, sa benissimo che oggi in Italia per lui non è aria. Se si presentasse come candidato primo ministro, gli italiani lo sotterrerebbero con un plebiscito contrario con numeri superiori a quelli del referendum del 2016. Per capirlo non serve un genio dei sondaggi: basta dare uno sguardo ai risultati conseguiti dal suo partito in Toscana alle ultime elezioni.

 

I voti raccolti da Italia viva non sono stati determinanti per eleggere il nuovo governatore, al punto che Eugenio Giani, al momento di fare la giunta, ha deciso di lasciar fuori l' assessore indicato da Renzi. Per non dire poi del disastro in Puglia, dove per far perdere Michele Emiliano, suo grande nemico, aveva deciso di mettergli contro Ivan Scalfarotto. Anche in questo caso, i voti raccolti dal deputato renziano non sono serviti a nulla, se non a certificare l' assoluta irrilevanza della neonata creatura renziana. Insomma, tanto per essere chiari, in questo momento il senatore semplice di Scandicci conta meno di una cippa. L' unico suo potere consiste nel minacciare ogni giorno di fare cadere il governo nella speranza di ricavarne qualche vantaggio, ossia una nomina pubblica o uno strapuntino in un posto chiave.

LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE

 

Tornando all' intervista-lenzuolo che gli ha regalato il Corriere della Sera, di grandi novità non ce ne sono. Renzi non risponde - anche perché la cronista si guarda bene dall' incalzarlo - sull' inchiesta che lo vede indagato a Firenze per finanziamento illecito, ma soprattutto glissa sugli argomenti chiave che riguardano il Paese. Su una cosa però l' ex premier è chiaro ed è che l' operazione di allargamento della maggioranza e di inclusione di Silvio Berlusconi non è contro Giuseppe Conte. Sì, per quanto la parola di Renzi valga quel che vale (da «Enrico stai sereno» a «mai con i 5 stelle», sui voltafaccia del personaggio si potrebbe scrivere un' enciclopedia), l' ex segretario assicura che il coinvolgimento del Cavaliere non serve a far fuori il capo del governo. L' obiettivo al massimo è rimpastare l' esecutivo, cambiando qualche ministro.

 

In passato, cioè qualche settimana fa, era circolata voce che Renzi volesse sostituire Lucia Azzolina, ministro dell' Istruzione giudicata inclassificabile da gran parte dell' opinione pubblica. Sul posto di capoclasse della scuola italiana si raccontava che avesse messo gli occhi Maria Elena Boschi e per far posto alla sua pupilla il fondatore di Italia viva sarebbe stato disposto a sacrificare Elena Bonetti, ministro della Famiglia e delle Pari opportunità. In pratica, un ministero importante in cambio di uno ininfluente.

 

orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom

La realtà però pare diversa, e come sempre Renzi pensa a sé stesso più che a chi lo circonda. No, la voglia di rimpasto non è dovuta all' intenzione di piazzare l' ex sottosegretaria ed ex ministra delle Riforme, madrina di quel Giglio magico che per un certo numero di anni ha dettato legge. Il cambio che l' uomo di Rignano ha in testa riguarda ben altro che l' Istruzione, infatti la poltrona ambita è quella di Lorenzo Guerini, ministro della Difesa in quota Pd. Ci fu un tempo in cui l' ex sindaco di Lodi era pappa e ciccia con Renzi, ma da allora di acqua ne è passata sotto i ponti.

 

Oggi Guerini guida insieme a Luca Lotti, altro ex renziano di ferro, la corrente di Base riformista, un manipolo di deputati e senatori che hanno preferito rimanere nel partito di Zingaretti invece di seguire il loro ex leader. È forse per questo che Renzi vuole togliere lo strapuntino a Guerini? Neanche a parlarne: il motivo per cui punta a sostituire il ministro della Difesa piazzando uno dei suoi è costituito dal puro interesse di poter influire sulla nomina del futuro segretario della Nato. Persa ogni speranza di tornare a breve a Palazzo Chigi, Renzi sogna un ruolo internazionale, e visto che l' Onu è momentaneamente occupato e pure la presidenza della Commissione europea è indisponibile, a lui non resta che la Nato, dove di solito si parcheggiano gli ex premier.

lucia azzolina lucia azzolina

 

È per questo che dall' inizio di novembre sprizza gioia da tutti i pori: con alla Casa Bianca Joe Biden, con cui si è affrettato a congratularsi, le sue chance aumentano.

Soprattutto se alla Difesa nessuno si mette di traverso.

Chiaro il disegno? Come sempre, quando c' è di mezzo Renzi, gli interessi non sono generali. Per meglio dire, gli interessi sono gli affari suoi.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...