giancarlo giorgetti europa ue recovery fund

NEXT GENERATION GIORGETTI – IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, GUIDATO DAL LEGHISTA, È IL TERZO PIÙ IMPORTANTE PER LA RIUSCITA  PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA: DOVRÀ GESTIRE 18,16 MILIARDI E DIECI PROGETTI – I PRIMI DUE SONO QUELLO DELLE INFRASTRUTTURE E QUELLO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA. MA GIORGETTI È IL PRIMO POLITICO – LA DIVERGENZA TRA AGENDA POLITICA E SCADENZE DA RISPETTARE: NELL’ANNO DEL VOTO DEL QUIRINALE CI SONO PIÙ DI CENTO OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE (SICURI CHE SPEDIRE DRAGHI AL COLLE SIA UNA BUONA IDEA?)

Estratto dell’articolo di Giovanna Faggionato per “Domani”

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

(…) Guardato attraverso la lente del piano nazionale di ripresa e resilienza, l’esecutivo Draghi cambia equilibri: alcuni ministeri si gonfiano di fondi e di progetti da elaborare, altri perdono peso relativo. Alcuni devono operare con una rapidità doppia o tripla di altri, in una corsa da cui dipende l’erogazione dei fondi europei e che mal si concilia con le scadenze dei partiti.

 

ripartizione temporale traguardi e obietttivi pnrr grafico domani

I miliardi del programma Next Generation Eu piovono soprattutto su quattro ministeri, responsabili di dieci o più progetti da portare a termine e fondi che si avvicinano o superano la taglia di una manovra finanziaria, il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e quello della Transizione ecologica su tutti.

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

A Enrico Giovannini e Roberto Cingolani spetta, infatti, la gestione di 20 e 26 progetti per rispettivamente un totale di 39,70 e 34,68 miliardi, cifre ingenti ma prevedibili considerata la natura del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

INTERVISTA DEL FINANCIAL TIMES A GIANCARLO GIORGETTI

Subito dopo i due ministeri tecnici, viene Il ministero dello sviluppo economico di Giancarlo Giorgetti. Il leghista tendenza Draghi Giorgetti gestirà un portafoglio di 18,16 miliardi e dieci progetti, mentre al dicastero dell’Istruzione guidato da Patrizio Bianchi sono destinati 17,59 miliardi e la responsabilità di undici progetti.

 

Di fatto Giorgetti, è l'unico politico schierato sulla prima linea per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Appena più indietro, c’è il ministro della Salute, Roberto Speranza, con una dote di 15,63 miliardi di euro e otto progetti, la maggiorparte dei quali tuttavia per natura del nostro sistema sanitario dovrebbero essere gestiti con e dalle regioni.

ENRICO GIOVANNINI

 

Oltre al ministero della Salute, nel secondo girone o cielo che dir si voglia, a seconda che si consideri l’inferno degli impegni o il paradiso della possibilità di spesa, c’è l’ultimo ministro “tecnico”, Vittorio Colao, che con il ministero dell’innovazione raccoglie 12,85 miliardi per nove progetti. Ma anche, più inaspettatamente, quello dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese con 12,49 miliardi e cinque progetti, e quello dell’Università e ricerca della ministra Maria Cristina Messa, con 11,73 miliardi a disposizione per 12 progetti.

ROBERTO cingolani

 

L’ammontare dei fondi, ovviamente, non è l’unico criterio per determinare quanto sia cruciale l’attività di un ministro per la riuscita dell’intero progetto. Alcuni membri del governo, a partire dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, hanno in capo riforme cruciali per tutti gli altri. Ma lo stesso decreto del governo sulla gestione del piano mostra che la capacità di spesa del singolo dicastero corrisponde più o meno anche al numero di progetti che deve portare a compimento e agli obiettivi ad esso collegati.

 

Il caso Giorgetti

ripartizione tra i vari ministeri dei progetti del pnrr grafico domani

Giorgetti, per esempio, è titolare di un pacchetto che include sia la proroga delle misure di credito di imposta di industria 4.0, sia tutti i nuovi progetti strategici di respiro europeo: quelli sulla filiera dell’energia, cioè un miliardo di investimenti in batterie e energie rinnovabili, gli Ipcei (Important Projects of Common European Interest, letteralmente importanti progetti di interesse comune europeo), che valgono da soli 1,5 miliardi e toccano comparti come l’idrogeno e la microelettronica, ma anche i partenariati che dipendono dai finanziamenti di ricerca europei, Horizon Europe, l’estensione dei centri territoriali di sviluppo tecnologico, i fondi per start up e venture capital e quelli per le imprese femminili.

 

il fuorionda di roberto cingolani dopo l'incontro con greta thunberg 4

Tutti bandi che dipendono sostanzialmente dal ministero e che possono interessare centinaia di aziende. In altri casi va diversamente. Per esempio la maggioranza dei beneficiari dei finanziamenti del ministero più ricco, quello delle Infrastrutture, sono a livello di commesse complessive necessariamente già scritti: la parte del leone lo fa il gruppo delle Ferrovie dello stato i cui progetti sono stati alla base della stesura del capitolo sulle infrastrutture ferroviarie, le più finanziate per rispettare il criterio della sostenibilità ambientale e arriveranno a cascata alle aziende poi coinvolte nei cantieri.

 

enrico giovannini mario draghi

Anche il ministero di Lamorgese nonostante disponga formalmente di dodici miliardi ha un ruolo molto meno strategico di quello del ministero dello Sviluppo. I progetti di stretta competenza del ministero, infatti, si limitano alla riconversione energetica dei mezzi di trasporto delle forze dell’ordine per poche centinaia di milioni, mentre la quasi totalità dei fondi, circa 12 miliardi, sono tutti destinati ai comuni.

 

(…)

 

 

LE DUE AGENDE

ripartizione complessiva di traguardi e obiettivi per ministero pnrr grafico domani

Chi lavora agli uffici dei ministeri sa che mai come in questo momento le due agende di governo, quella dei partiti, e quella del piano di ripresa, divergono.

 

L’agenda della politica ha davanti la maratona per arrivare nei primi mesi del 2022 alla elezione del nuovo presidente della Repubblica, che porta con sé l’incognita di una campagna elettorale anticipata, nel caso in cui fosse Draghi il prescelto per salire al Quirinale. Dall’altra proprio nel 2022 il piano nazionale di ripresa e resilienza avrà il suo primo picco con ben cento scadenze fondamentali da raggiungere, per inanellare poi i traguardi successivi.

 

Le fasi sono quasi inconciliabili. Il maggior numero di scadenze del piano nazionale si concentra nell’ultimo anno, il 2026, dove per forza di cose saremo chiamati a mostrare i risultati, primo fra tutti la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. Viene poi il secondo picco nel 2022, seguito dal 2023 e il 2024 con rispettivamente 96 e 89 obiettivi.

mario draghi sergio mattarella

 

In sostanza più quasi la metà dei traguardi del Pnrr cade a cavallo del voto del Quirinale e la possibile consultazione elettorale. Per il ministero della transizione ecologica che è sotto ogni punto di vista il principale protagonista del piano nazionale di ripresa e resilienza il picco del lavoro è nel 2022, così come per quello dell’università e della ricerca, mentre per quello dell’innovazione tecnologica è il 2023.

 

Per la metà del 2023, infatti, l’anno in cui a meno di sorprese dovrebbero esserci le elezioni politiche, il ministero guidato da Vittorio Colao deve aver aggiudicato tutti i bandi per il cloud delle pubbliche amministrazioni. Quello della transizione ecologica deve aver avviato tutte le sperimentazioni sulla produzione dell’idrogeno, anche quelle delle hydrogen valleys, con la riconversione delle aree industriali dismesse. Quello della pubblica amministrazione deve aver trasformato in legge tutta la riforma del pubblico impiego.

giancarlo giorgetti e renato brunetta

 

C’è però anche qui una grande divisione all’interno del governo. Anche la distribuzione degli obiettivi da raggiungere, esattamente come quella dei finanziamenti che ne derivano, è infatti concentrata solo su un numero ristretto di ministeri.

 

La pubblica amministrazione e il turismo hanno 18 tra traguardi e obiettivi da centrare, meno di un quarto di quelli di cui si deve occupare il ministero della transizione ecologica, a quota 88, ma anche meno di un terzo dei 67 della innovazione tecnologica e dei 57 del ministero delle infrastrutture e ancora meno della metà di quelli che toccano al ministero dell’Economia e delle finanze (42).

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

Questa volta il ruolo dei ministeri politici è ancora più collaterale: il solito Giorgetti, e l’eventuale successore, devono rispettare 26 obiettivie e traguardi, Speranza e eredi ne hanno 25. Tutti gli altri ministeri politici hanno un’agenda meno fitta.

 

IL MINISTERO DELL’ECONOMIA

Il ministero dell’Economia guidato dal numero due di Draghi, Daniele Franco, quasi il suo alter ego, è un caso a sé. Punto di raccordo e di riferimento per tutto il piano, grande controllore dell’attuazione dei progetti attraverso la ragioneria dello stato, ha anche un corposo pacchetto di obiettivi da raggiungere, di cui più della metà, 24 su 42, cadono nel 2023 e nel 2024, cioè gli anni centrali del Pnrr e anche i più delicati dal punto di vista degli equilibri politici.

IL TWEET DI JOE BIDEN - MATTARELLAS AND DRAGHIS

 

Per molti anni il ministero dell’economia dovrà dimostrare all’Ue di aver puntualmente abbattuto la quota di mancati adempimenti fiscali. di aver centrato gli obiettivi del piano per la spending review delle spese dello stato, e anche di aver ridotto i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e delle strutture sanitarie.

 

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

Poi ha per le mani alcune riforme cruciali. Nel 2022 è prevista, per esempio, l’entrata in vigore della riforma dell’amministrazione fiscale, per cui l’ultima finanziaria ha posto le fondamenta con l’accorpamento della agenzia per la riscossione nell'agenzia delle entrate.

 

A metà del 2023 poi c’è la boa dell’invio delle prime dichiarazioni fiscali Iva, una mezza rivoluzione. E a metà del 2024 la riforma delle norme di contabilità pubblica. Tutte condizioni che rendono almeno plausibile l’ipotesi che Franco resti anche nel caso in cui Draghi lasci l’esecutivo per salire sul Colle più alto.

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”