durigon salvini

NOI UOMINI DURI…GON! “UN RITORNO IN SCENA? NO, IO NON ME NE SONO MAI ANDATO” – RONCONE: L’EX SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA, CHE FU COSTRETTO ALLE DIMISSIONI DOPO LA PROPOSTA DI INTITOLARE UN PARCO AD ARNALDO MUSSOLINI ACCOMPAGNA SALVINI DA DRAGHI PER DISCUTERE DI PENSIONI – “STO TROVANDO UNA SOLUZIONE A QUESTA QUOTA 100” – INTANTO SIMONE DI MARCANTONIO, UN IMPRENDITORE CHE AVEVA NOMINATO DIRIGENTE SINDACALE AI TEMPI DELL’UGL, È STATO ARRESTATO ALL’ALBA NEL BLITZ DELLA DIA CONTRO IL CLAN DI SILVIO…

Fabrizio Roncone per corriere.it

 

 

durigon salvini

Chiamano dal giornale: che ti ha detto Durigon?

Mezza frase, al cellulare: «Cosa ci facevo a Palazzo Chigi con Matteo Salvini? Al premier dovevamo parlare di pensioni. Ma il vostro stupore, si fidi, è inutile: non s’è trattato di un ritorno. Io ci sono sempre stato nella politica italiana».

Cerchi un po’ di sincerità: e, per una volta, la trovi.

 

Traumatiche dimissioni da sottosegretario all’Economia nel tramonto di agosto e, adesso, orgoglio battente, sembrava di averlo davanti: il nodo della cravatta un po’ allentato, sicuro ai limiti della spavalderia, dentro il solito pragmatismo incauto e con la voce di un personaggio venuto via da quei meravigliosi romanzi di Antonio Pennacchi, vite ruvide e Agro Pontino, Latina, la città dov’è nato 50 anni fa (i nonni emigrarono dal Veneto durante il Ventennio) e dove avrebbe voluto eliminare la dedica di un parco pubblico a Falcone e Borsellino, per ripristinare la vecchia: ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce (dopo un paio di settimane al fuoco lento delle polemiche, fu costretto a mollare la poltrona e a scrivere una lettera : «Ho fatto un errore, ma non sono mai stato fascista»).

 

DURIGON E SALVINI ALL INCONTRO CON DRAGHI SULLE PENSIONI

Così Mario Draghi, l’altro giorno, si è ritrovato il suo ex sottosegretario dall’altra parte della scrivania, nella luce grigia che filtrava dai finestroni. Del resto: di pensioni, nella Lega, parla lui; e decide — abbastanza — lui (gli economisti ufficiali, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, da settimane relegati al reperimento di consenso tra i No green pass).

 

Però è del ramo, Durigon: con un diploma da ragioniere, operaio alla Pfizer, arriva diritto dall’Ugl, storico sindacato post missino che, nelle elezioni del 2018, porta strategicamente in dote alla Lega. Intesa immediata con il Capitano: insieme vanno allo stadio a vedere il Milan, di cui sono tifosi; insieme vanno in vacanza: nell’indimenticabile pomeriggio del Papetee Beach, tra mojito ghiacciati e cubiste che intonano l’Inno di Mameli, nel privé del capo c’è anche lui, Claudio. Già infilato in un carriera velocissima: sottosegretario al Lavoro nel governo gialloverde, poi sottosegretario al Mef, fino al fattaccio.

 

CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA

Non il primo.

Tempo fa, in un video pubblicato da Fanpage, Durigon rivela con aria disinvolta (e un filo arrogante): «Il generale che indaga sui 49 milioni della Lega? Lo abbiamo messo noi, lì». Erano ancora i tempi tragici della Bestia guidata da Luca Morisi: tonnara sui social, inseguito chiunque dimostrasse incredulità, lasciate stare, avete capito male, Claudio è troppo forte.

 

Salvini lo pensa. Lo ha sempre pensato. Infatti aveva grandiosi progetti: che il candidato sindaco di Roma lo scegliesse pure Giorgia Meloni; la Lega avrebbe invece fatto fare il governatore del Lazio a lui, a Durigon. Il quale, avendo talento per la comunicazione, un giorno si è comunque presentato nel comitato del mitico Enrico Michetti, il tribuno radiofonico che voleva prendersi il Campidoglio: e lì, insieme a un ormai leggendario deputato di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini, anche Claudio dette fondamentali consigli sull’evocazione dell’Antica Roma e su un certo situazionismo che immaginava bighe in coda sul Lungotevere. Sapete com’è finita.

 

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3)

Prima, la telefonata con Durigon è finita invece con lui che diceva: «Sentiamoci dopo… sono in riunione, sto trovando una soluzione a questa quota 100… No, davvero: non posso parlare».

Cortese, ma fermo.

 

E così non c’è stato nemmeno il tempo di chiedergli qualcosa su Simone Di Marcantonio. Un imprenditore che aveva nominato dirigente sindacale ai tempi dell’Ugl e che è stato arrestato all’alba nel blitz della Dia contro il clan Di Silvio, terrore della pianura pontina.

Magari, ne parliamo un’altra volta.

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1)matteo salvini simonetta matone claudio durigon foto di bacco (1)CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINImatteo salvini claudio durigon 1matteo salvini claudio durigon 2claudio durigon matteo salvini massimo caravaglia conferenza stampa quota 100durigon salvinimatteo salvini a tavola con simonetta matone e claudio durigon foto di bacco

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO