descalzi starace

IN NOMINE CAOS - VERSO LE RICONFERME DEGLI AD, DA STARACE A DEL FANTE. AL 99% OK ANCHE PER DESCALZI - PIÙ INTRICATA LA VICENDA DI LEONARDO: FUORI PROFUMO, IN POLE DOMENICO ARCURI; DE GENNARO VERSO LA PRESIDENZA DELL’ENI, AL SUO POSTO UN GENERALE IN QUOTA CONTE: MASSAGLI O VECCHIONE – GLI ALTRI PRESIDENTI CAMBIANO QUASI TUTTI – RENZI SCALPITA: DA LEADER DI UN PICCOLO PARTITO SCISSIONISTA, VEDE SFUGGIRE DALLE MANI UN INESTIMABILE PATRIMONIO DI POTERE

CLAUDIO DESCALZI

DAGONOTA

Nel mazzo delle partecipate più importanti, gli amministratori delegati saranno riconfermati: da Starace (Enel) a Del Fante (Poste). Ce l’avrebbe fatta, al 99%, anche Claudio Descalzi. Il vero nodo rimane Leonardo: fuori Alessandro Profumo, in pole per ora c’è Domenico Arcuri. Il presidente dell’ex Finmeccanica Gianni De Gennaro aspira con buone probabilità di sedersi sulla poltrona di presidente dell’Eni; al suo posto si ipotizza l’arrivo di due generali in quota Conte: il suo consigliere militare Carlo Massagli o il capo del DIS Gennaro Vecchione. Tutti gli altri presidenti delle partecipate quasi sicuramente saranno messi da parte.

francesco starace

 

matteo del fante poste italiane 5

IN NOMINE CAOS

Da ''la Stampa''

 

L' ultima volta lo scontro fu sui vertici dei servizi segreti. Con gli stessi protagonisti - Giuseppe Conte e Matteo Renzi - e lo stesso obiettivo: rimuovere le persone scelte dall' ex premier. Nei tre vorticosi anni alla guida del governo, l' ex rottamatore ha avuto l' opportunità di fare centinaia di nomine. Oggi, da leader di un piccolo partito scissionista, Renzi vede sfuggire dalle mani un inestimabile patrimonio di relazioni.

 

RENZI CONTE

Non è un caso se le tensioni interne alla maggioranza sono esplose dopo le notizie di un vertice fra Pd e Cinque Stelle a insaputa del leader di Italia Viva: Renzi non ha alcuna intenzione di farsi mettere ai margini, e per questo fa valere il suo potere di interdizione su una maggioranza che al Senato ha numeri piuttosto traballanti. 

 

E non è un caso se i segnali di pace inviati dall' ex rottamatore al premier arrivino dopo le rassicurazioni di Conte sul fatto che Italia Viva sarà coinvolta nel risiko da completare entro aprile. Dice con malizia il grillino Stefano Buffagni: «Ho visto che Renzi è molto preoccupato del tema nomine. Sono importanti, ma prima di parlare di nomi credo che il governo debba dibattere su cosa vogliamo che queste imprese realizzino».

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

 

La partita è complessa e per questo a rischio somma zero.

Il governo deve sfamare le richieste dei partiti della coalizione e cercare una sintesi tra i veti incrociati. Eni, Enel, Terna, Leonardo, Poste, per citare le più importanti. Basta muovere una pedina e i piani di ciascun saltano.

 

Gli occhi sono puntati sulla poltrona più pesante di tutte, quella di Claudio Descalzi. L' Eni è un crocevia di relazioni ed equilibri internazionali che valgono più della poltrona del ministro degli Esteri. L' amministratore delegato del cane a sei zampe è imputato in un processo per corruzione internazionale. 

 

ROBERTO GUALTIERI

Fino a qualche mese fa i Cinque Stelle consideravano la sua rimozione una certezza. La cura governativa e la sponda del Pd sembrano aver piegato le lance grilline, al punto da fare ipotizzare una sua riconferma. Se così non fosse, al suo posto il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri vorrebbe il numero uno di Enel Francesco Starace. 

 

C' è un però: Starace sta bene dove sta. E' candidabile a un terzo mandato che lo farebbe passare alla storia come colui che ha trasformato Enel in un gruppo di rilevanza mondiale. Se Descalzi la spuntasse, entrambi verrebbero riconfermati, con gaudio di Renzi e scorno dei Cinque Stelle.

gianni de gennaro foto di bacco

 

Più intricata la vicenda di Leonardo. Sul gruppo aerospaziale hanno messo gli occhi due manager ben noti alla politica: Domenico Arcuri, numero uno di Invitalia e Giuseppe Bono, capo indiscusso di Fincantieri da quasi vent' anni. Arcuri gode di grande stima a Palazzo Chigi ed è considerato uomo di riferimento di Massimo D' Alema e quindi, de relato, di Gualtieri, da sempre vicino al leader maximo.

 

ANDREA VIERO

Conte, e con lui il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, lo hanno confermato ai vertici di Invitalia contro la volontà di Luigi Di Maio il quale l' avrebbe volentieri sostituito con il suo ex capo di gabinetto al ministero dello Sviluppo, Vito Cozzoli.

Con Arcuri, a inizio dicembre è stato nominato presidente Andrea Viero, manager di fiducia in Fincantieri di Bono, il quale a Trieste ha potuto saldare un ottimo rapporto con Patuanelli, che della città friulana è figlio. Il presidente del gigante della cantieristica sostiene di voler restare dov' è.

LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI

 

Ma sulla sponda grillina del governo c' è chi sussurra stia cercando un modo per arrivare alla presidenza di Leonardo con l' appoggio Renzi, col quale si sente spesso al cellulare. Se Arcuri conquistasse la poltrona al vertice della holding, Viero potrebbe essere promosso da presidente ad amministratore delegato di Invitalia. 

AMMIRAGLIO CARLO MASSAGLI

 

gennaro vecchione

La trattativa fra i partiti sarà lunga: la prima poltrona pesante in scadenza è quella del Monte dei Paschi, il 6 aprile. Se i veti incrociati avranno la meglio, c' è chi scommette in una conferma o quasi della gran parte delle poltrone in scadenza. Uno scenario che non dispiacerebbe al Quirinale, sempre più affascinato da un' antica massima latina: quieta non movere et mota quietare.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”