putin biden atomica bomba nucleare

NON C'È DA SCHERZARE: SIAMO SEDUTI SU UNA POLVERIERA - SECONDO LE STIME, LE TESTATE NUCLEARI STRATEGICHE DELLA RUSSIA SONO 2.668. QUELLE AMERICANE 2.126 - GLI USA SPENDONO 35,4 MILIARDI ALL'ANNO PER MANTENERE IL LORO ARSENALE ATOMICO - IN EUROPA SONO PRESENTI CENTO TESTATE AMERICANE - IL MONITO DEL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU, GUTERRES: "LA PROSPETTIVA DI UN CONFLITTO NUCLEARE È TORNATA NEL VENTAGLIO DELLE POSSIBILITÀ"

Estratto dell’articolo di Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”

 

VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI

Chi ha vissuto anche solo negli anni Ottanta, sebbene si respirasse già nell’aria la decomposizione della Guerra fredda, ricorda bene il dizionario aggressivo sulla rottura dell’atomo a cui si era quotidianamente sottoposti: si subiva una sorta di pedagogia del pericolo.

 

Volenti o nolenti si era esposti alla didascalica differenza tra bombe atomiche strategiche e tattiche (quelle a breve gittata che, con una casualità chirurgica, richiama spesso Vladimir Putin) e ai dettagli tecnici del Tnp, il trattato di non proliferazione nucleare.

 

VLADIMIR PUTIN - ARMI ATOMICHE

[…]  E poco prima lo stesso allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, in una delle sue picconate, aveva rivelato la presenza anche in Italia, nelle basi Nato, di testate atomiche tattiche. Insomma la bomba atomica con la sua ombra faceva parte del patrimonio semantico della società italiana.

 

[…] La disgregazione del collante dell’Urss lasciò una pericolosa coltura di testate nucleari sul terreno di molte repubbliche ex sovietiche dove lo stato di crisi avrebbe potuto causare una fuga non tracciata verso gli Stati canaglia di materiali e tecnologie nucleari.

 

L’Ucraina ne fu l’ombelico: nel 1991 risultava il terzo Paese per testate nucleari, dopo Russia e Stati Uniti. Accettò l’aiuto nel disarmo in cambio del sostegno economico da parte degli Usa.

 

PUTIN RISCHIO BOMBA ATOMICA

Oggi il Tnp non è il documento più importante. Il complesso equilibrio geopolitico fa perno su diversi accordi, tra cui quello sul divieto (parziale) di test atomici e quello sulle aree de-nuclearizzate. A questo vanno sommati gli accordi bilaterali, come appunto il New Start (evoluzione dello Start), firmato a Praga nel 2010 da Barack Obama, allora presidente Usa, e quello della Federazione Russa, Dimitrij Medvedev.

 

È questo il trattato richiamato sempre minacciosamente un anno fa da Putin. Ma il leader russo, interessato all’escalation e alla retorica bellica, non è la sola fonte: «La prospettiva di un conflitto nucleare, una volta impensabile, è ora tornata nel ventaglio delle possibilità».

LA BOMBA ATOMICA B61-13

 

A dirlo non era stato un dittatore, un falco o un guerrafondaio ma António Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite fin dallo scorso 14 marzo 2022. L’accordo oltre ad essere bilaterale si concentra sulle testate strategiche, dunque a lungo raggio (missili a lunga gittata, testate dei sommergibili e testate trasportabili con i bombardieri).

 

Ma quante sono? La stima per la Russia è di 2.668 (2.126 negli Usa). Il termine stima è d’obbligo sia perché la Russia non è del tutto trasparente sugli argomenti che riguardano la Difesa, sia perché in realtà non si conosce bene lo stato di «salute» di questi armamenti. Per anni il governo americano è stato lo spazzino atomico del mondo. La maggior parte degli investimenti americani servono per bonificare il mondo dalle scorie radioattive, Usa compresi.

 

VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI - VIGNETTA BY OSHO

In un documento presentato al congresso nel mese di marzo 2022 si legge per esempio che «la richiesta per l’esercizio 2023 include 7,6 miliardi di dollari per ripulire milioni di tonnellate di combustibile nucleare esaurito (usato) e materiali nucleari, smaltimento di grandi volumi di rifiuti transuranici e misti/di bassa attività, enormi quantità di rifiuti contaminanti suolo e acqua, e la disattivazione di migliaia di strutture in eccesso».

 

[…] Fino all’annessione della Crimea da parte della Russia il Congresso Usa ha autorizzato spese a vantaggio di Mosca per la gestione degli armamentari nucleari. Ma già nel 2012 Obama aveva chiesto al Congresso 10 miliardi di dollari in più per «accrescere il sistema difensivo atomico». Evidentemente l’intelligence Usa aveva già notato qualche mossa non convincente della Russia.

BOMBA NUCLEARE article B B F DC x

 

Gli Stati Uniti spendono per il nucleare militare l’incredibile cifra di 35,4 miliardi di dollari l’anno, 67.352 dollari al minuto. Si tratta di circa il 5 per cento della spesa totale dell’amministrazione americana per la Difesa. Eppure gli Usa hanno meno armi della Russia: Mosca ne ha in totale 6.370 (e spende all’anno 8,5 miliardi).

 

Per inciso tra le testate Usa circa un centinaio sono dislocate in cinque Paesi europei della Nato: principalmente in Germania, ma anche in Italia nelle due basi aeree di Aviano e di Ghedi (la stima è di 40 B61, una famiglia di missili atomici che vanno dai più leggeri che possono essere armati sui veloci caccia americani F15 ed F16, ai più pesanti per i bombardieri B2). […]

BOMBA NUCLEARE B61-12 DISASTRO NUCLEARE

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?