NON CIG RESTA CHE PIANGERE - ALLA FACCIA DELLA CASSA INTEGRAZIONE VELOCE! OLTRE UN MILIONE DI LAVORATORI ASPETTANO ANCORA L'ASSEGNO - L'INPS HA 200 MILA PRATICHE IN GIACENZA, UN TERZO RISALE A MOLTI MESI FA, ADDIRITTURA A MARZO - IL 68% DELLE DOMANDE È STATO PRESENTATO A NOVEMBRE: AL NETTO DELLO TSUNAMI COVID SENZA PRECEDENTI, L'EROGAZIONE DEGLI AIUTI VA AL RALLENTATORE...

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Valentina Conte per “la Repubblica

 

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Quasi 200 mila pratiche in giacenza, un terzo vecchissime, anche di marzo. E almeno 1,2 milioni di lavoratori in attesa che l'Inps paghi la Cassa integrazione Covid. Numeri da brivido, aggiornati alla fine di novembre. Ma che potrebbero esplodere, considerato anche dicembre: 365 mila pratiche per 2 milioni di lavoratori.

 

L'ansia nelle chat

«Salve a tutti. Io aspetto da marzo. C'è qualcuno come me? Perché sono davvero preoccupato», chiede Salvatore due giorni fa in un gruppo Facebook. «Io pure da marzo, non ho visto un euro», risponde Katia. «Io devo avere marzo, maggio e luglio, sinceramente ho perso la speranza», aggiunge Mirko. «Dovete subito agire: chiedete al commercialista e tartassate pure MyInps», suggerisce Milena. Voci di lavoratori fermi, ansiosi, non protetti.

 

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Nel limbo della Cig

Sono ancora tanti senza la Cassa Covid, predisposta dal governo nel Cura Italia del 17 marzo 2020, con il Paese chiuso per virus. Lo rivela una tabella inserita nella delibera del 29 dicembre scorso con la quale il Civ - organo interno di vigilanza dell'Inps in rappresentanza di sindacati e imprese - approva il bilancio preventivo 2021 dell'Istituto. Ebbene al 30 novembre c'erano quasi 200 mila pratiche ancora da lavorare (198.941) per 1,2 milioni di lavoratori.

 

Il 68% di queste è fresco, arrivato in novembre. Ma un terzo, incredibilmente, si riferisce ai mesi passati: 338 di marzo, 5.338 di aprile, 12.188 di maggio, 5.748 di giugno, 13.490 di luglio, 5.449 di agosto, 7.148 di settembre, 13.888 di ottobre. Molte, troppe.

 

Quanti lavoratori in attesa?

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Nelle 200 mila giacenze ci sono sia domande di Cassa integrazione con causale Covid-19 non esaminate. Sia pagamenti non effettuati: e qui il ritardo Inps è inspiegabile, visto che quando riceve dalle aziende il documento con gli Iban dei lavoratori (si chiama SR41) di solito è fatta. Corrispondono a 1,2 milioni di lavoratori in attesa.

 

Un calcolo forse sottostimato, ma è quello che si ottiene con i moltiplicatori usati dall'Inps per le tre categorie di Cig: 14 lavoratori in media per ogni domanda di Fis (Fondo di integrazione salariale per il terziario), 3 per ogni domanda di Cig in deroga (piccole imprese sotto i 5 dipendenti) e 4 per ogni domanda di Cig ordinaria (manifattura).

 

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Ma la Cig veloce dov'è?

I disastrosi ritardi dei primi mesi - complici anche le Regioni impacciate con la Cig in deroga e gli errori delle stesse aziende - erano stati seguiti da norme e promesse che ora si rivelano insufficienti.

 

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L'anticipo della Cig dalle banche non è mai decollato. Quello del 40% in 15 giorni dall'Inps neanche. Il regime speciale - in deroga a molti passaggi, compreso l'accordo sindacale, non necessario - neppure. La riforma degli ammortizzatori - la Cig unica e via App Io - sembra un sogno. I sindacati ne dovevano discutere oggi con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S): incontro rinviato.

 

L'unico percorso davvero funzionante è stato l'anticipo da parte delle aziende con liquidità in cassa: per 3,4 milioni di lavoratori. Altri 3,5 milioni hanno aspettato i tempi Inps. Non inferiori a 2-3 mesi, a sentire le storie.

 

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Lo tsunami Cig Covid

Va detto che uno tsunami si è abbattuto sul Paese e sull'Inps. La curva della Cig è schizzata (+3.000% in aprile e maggio), come mai nella storia d'Italia: oltre 4 miliardi di ore autorizzate nel 2020. Costo: 19 miliardi a quasi 7 milioni di lavoratori. Che hanno perso una buona fetta del loro stipendio, il 27% in media calcola Bankitalia.

 

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Se consideriamo anche gli altri bonus, Inps ha distribuito 33,5 miliardi a 15 milioni di beneficiari. E con un personale per lo più in smart working. Nonostante gli sforzi però il disagio è ancora forte tra i lavoratori, a secco di speranze e risparmi. Nel decreto Ristori 5 il governo è pronto ad altre 26 settimane di Cig Covid, per arrivare all'autunno. Si discute se estendere e per chi il divieto di licenziare. Non si parla però di come accelerare l'erogazione degli aiuti.

 

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