NON È UNA COMMISSIONE, È UN PLOTONE! GLI ESPERTI DEL MINISTERO DEI TRASPORTI CONTRO AUTOSTRADE: ''LA MESSA IN SICUREZZA DEL PONTE MORANDI ERA IMPROCRASTINABILE, E INVECE IL CONCESSIONARIO NON HA FATTO QUELLO CHE DOVEVA. IL CROLLO DERIVA PIÙ DALLA STRUTTURA CHE DAL CEDIMENTO DI UNO STRALLO. IL TRAFFICO POTEVA ESSERE LIMITATO. NON SOLO, I LAVORI IN CORSO POTREBBERO AVER ACCELERATO IL DISASTRO'' - IL GOVERNO PER LA RICOSTRUZIONE HA PRONTO IL BANDO, MA TEME UNA PIOGGIA DI RICORSI AL TAR E ALL'UE

-

Condividi questo articolo


 

fratelli benetton fratelli benetton

  1. COMMISSIONE MIT,MESSA SICUREZZA ERA IMPROCRASTINABILE

 (ANSA) - Nel progetto esecutivo di Autostrade per la manutenzione del ponte Morandi sono contenuti "valori del tutto inaccettabili, cui doveva seguire, ai sensi delle norme tecniche vigenti, un provvedimento di messa in sicurezza improcrastinabile". Lo scrive la Commissione ispettiva del Mit nella relazione, precisando che "dalle informazioni a disposizione di questa Commissione non fu invece assunto alcun provvedimento con tali caratteristiche". Inoltre, aggiunge, "di tale informazione di evidente enorme importanza non era a conoscenza" il personale dirigenziale Aspi.

 

  1. COMMISSIONE MIT,CROLLO PIÙ DA STRUTTURA CHE DA STRALLI

autostrage per l italia autostrage per l italia

 (ANSA) - "Si ritiene più verosimile che la causa prima" del crollo del ponte Morandi a Genova "non debba ricercarsi tanto nella rottura di uno o più stralli, quanto in quella di uno dei restanti elementi strutturali (travi di bordo degli impalcati tampone o impalcati a cassone) la cui sopravvivenza era condizionata dall'avanzato stato di corrosione presente negli elementi strutturali". Lo scrive la Commissione ispettiva del Mit nella relazione sul crollo del ponte Morandi.

 

luciano benetton e oliviero toscani luciano benetton e oliviero toscani

  1. COMMISSIONE MIT,ASPI POTEVA LIMITARE TRAFFICO,EVITARE CROLLO

 (ANSA) - "La responsabilità contingente più rilevante, consiste nel fatto che, nonostante tutte le criticità" del viadotto Polcevera, "la società concessionaria Aspi non si sia avvalsa, nel caso concreto, dei poteri limitativi e/o interdittivi regolatori del traffico sul viadotto e non abbia eseguito conseguentemente tutti gli interventi necessari per evitare il crollo verificatosi".

 

Lo scrive la Commissione ispettiva del Mit nella relazione sul crollo del ponte Morandi a Genova. La commissione evidenzia inoltre una "irresponsabile minimizzazione dei necessari interventi da parte delle strutture tecniche di Aspi, perfino anche di manutenzione ordinaria, che non hanno trovato immediata risoluzione neanche in una logica di massima conservazione del bene con il minor costo, come ad esempio la pulizia della rete di scarico dei pluviali segnalata con frequenza nelle schede di ispezione trimestrale".

 

  1. COMMISSIONE MIT, LAVORI SU PONTE POSSIBILE CONTRIBUTO CROLLO

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

 (ANSA) - La "mancanza di cura" durante la posa in opera degli elementi di sostegno dei carroponti potrebbe aver contribuito al crollo. Lo scrive la Commissione ispettiva del Mit nella relazione sul ponte Morandi.

 

"Non è documentata alcuna cura per evitare che, durante la posa in opera degli elementi di sostegno dei carroponti, elementi vincolati alle travi di bordo, non vengano tranciati, in toto o in parte, le armature lente e precompresse degli elementi strutturali originali", scrive la commissione, precisando che "tale mancanza di cura" si rileva sia dai documenti di progetto sia dalle audizioni del personale Aspi. "Tali lavorazioni, ripetute nel tempo - conclude - potrebbero aver diminuito la sezione resistente dell'armatura delle travi di bordo in maniera sostanziale e aver contribuito al crollo".

 

 

  1. PER IL PONTE SERVIRÀ UN BANDO, ALLARME RICORSI AL TAR

BRUNO VESPA DANILO TONINELLI CON IL PONTE MORANDI CROLLATO BRUNO VESPA DANILO TONINELLI CON IL PONTE MORANDI CROLLATO

Dall'articolo di Tommaso Ciriaco e Alberto D'Argenio per ''la Repubblica''

 

Il governo ha deciso, sarà un bando di gara ristretto - e ad inviti - a individuare chi ricostruirà il Ponte di Genova. Una procedura chiusa, limitata al massimo a cinque soggetti. Quali li deciderà il commissario alla ricostruzione, quando finalmente sarà nominato. E l'ipotesi che più circola in queste ore nel governo è che a concorrere per l'edificazione dell'opera possa essere un "raggruppamento temporaneo di imprese" composto da due soggetti pubblici - Fincantieri e Italferr - e un soggetto privato.

conte di maio salvini conte di maio salvini

 

Il problema, però, è che questa procedura rischia di incorrere in una sfilza di ricorsi di aziende escluse dalla competizione. Ricorsi al Tar, innanzitutto. E presso la Commissione europea, per violazione dei codici degli appalti. È questa la ragione principale che paralizza ancora l'esecutivo, incapace di presentare il decreto a quaranta giorni dal disastro. Forse soltanto oggi il testo approderà al Colle. O almeno, così promettevano ieri il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio: "Aspettiamo i riscontri del ministero dell'Economia e confidiamo di inviarlo domani al Quirinale". (...)

 

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/09/24/news/per_il_ponte_servira_un_bando_ma_e_gia_allarme_ricorsi_al_tar-207273550/ 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…