NON DITE AL NANO CHE NEL PDL SPUNTA IL “PARTITO DELL’ARMISTIZIO”

Fronda interna anti-Cav sulla “linea dura” contro sinistra e magistrati - Gli eletti terrorizzati dal ritorno al voto, ma Berlusconi ringalluzzito dal patto di ferro con Maroni punta al voto o a un incarico a Grasso o Cancellieri - Sabato in piazza… - -

Condividi questo articolo


Amedeo La Mattina per "la Stampa"

FACCIA A FACCIA BERLUSCONI E ALFANOFACCIA A FACCIA BERLUSCONI E ALFANO

Nel Pdl comincia a serpeggiare la sindrome del «muoia Sansone con tutti i Filistei», essendo Berlusconi il Sansone nel vicolo cieco delle inchieste giudiziarie e i Filistei un bel pezzo di partito che non vuole morire sotto il crollo delle colonne. È chiaro che nessuno si muove e osa smarcarsi dalla linea dura contro la «magistratocrazia». Tutti ventre a terra a organizzare centinaia di pullman per riempire quella che il Cavaliere a ribattezzata Piazza del Popolo della Libertà dove sabato prossimo i berluscones marceranno contro l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria.

Eppure, sotto l'apparente calma piatta del tutti con Silvio fino alla morte, si sentono discorsi che ricordano quelli già ascoltati negli ultimi mesi del 2012 quando il Pdl si tormentava sulle primarie e sembrava voler archiviare il vecchio leone. Il vecchio leone poi si è svegliato dal letargo, con una zampata ha messo tutti in riga e in campagna recuperò una decina di punti.

BERLUSCONI E ALFANOBERLUSCONI E ALFANO

Ora sembra di rivedere lo stesso film, con pezzi grossi del partito che nell'anonimato lamentano lo sbandamento tra la linea barricadera del capo e quella trattativista. Una gestione improvvisata, come quella che ha portato all'errore di candidare Schifani alla presidenza del Senato, dopo aver detto «ci tiriamo fuori da tutto». Il Cavaliere si è pentito di aver dato l'ok a questa operazione perché ha consentito alle «cavallette» (così chiama i grillini) di entrare in gioco.

RENATO SCHIFANIRENATO SCHIFANI

Ma il leader, ossessionato dalle vicende giudiziarie, chiede a tutti di marciare in fila per tre. Ancora ieri, in un messaggio agli iscritti del sito ForzaSilvio.it, il Cavaliere ha incitato alla «mobilitazione permanente nelle istituzioni, nelle piazze, nei media». Una mobilitazione che rende difficile il dialogo con il Pd e pone molte domande ad alcuni maggiorenti del Pdl. Se entro l'anno dovesse arrivare una condanna definitiva della Cassazione sui diritti Mediaset e Berlusconi venisse colpito dalla decadenza dai pubblici uffici, che si fa?

Conviene seguire la corsa a elezioni anticipate con il rischio di essere travolti dalla contesa tra la marea grillina e un Pd o una forza politica a trazione Renzi? Ha voglia di dire, Berlusconi, che i suoi sondaggi lo danno 3-4 punti avanti il Pd. Le cose sembrano cambiate e lo stato di salute del leader non sembra granché: potrebbe affrontare un'altra campagna elettorale massacrante? I berluscones puri non hanno dubbi sulle eterne capacità del capo , il quale ieri ha detto di aver superato alla grande i problemi di uveite e di pressione. «Rieccomi, sono tornato subito in campo perché la situazione è grave».

Renato BrunettaRenato Brunetta

Sembra intenzionato a salire al Quirinale per le consultazioni di domani. Ancora una decisione definitiva non l'ha presa, ma è soddisfatto che, insieme ad Alfano, Schifani e Brunetta, andranno i leghisti Maroni, Bitonci e Giorgetti.

La dimostrazione che il Carroccio è un alleato leale. «Noi - ha detto Maroni - non faremo nulla che sia contro la coalizione». Per Calderoli qualsiasi azione verrà concordata con il Pdl: «Non abbiamo alcuna intenzioni di andare in aiuto a Bersani». Ma la Lega ha bisogno di un governo. Così la linea che verrà esposta al capo dello Stato è sintetizzata nella «formula inclusiva».

È necessario, spiega il Cavaliere, «un governo esperto, stabile e autorevole che scaturisca da un accordo tra il Pd e la nostra coalizione. Ci siamo dichiarati disponibili a questo accordo ma in cambio abbiamo ricevuto insulti, disprezzo, Presidenti di sinistra alla Camera e al Senato, il rifiuto di una intesa su un Presidente della Repubblica di garanzia». Berlusconi denuncia «una occupazione militare di tutti i vertici istituzionali. Non possiamo accettarlo».

Massimo D'AlemaMassimo D'Alema

Berlusconi guarda al dopo Bersani. Non gli dispiacerebbe un incarico all'attuale ministro dell'Interno Cancellieri. Accetterebbe pure il presidente del Senato Grasso se portasse in dote le larghe intese e soprattutto a un presidente della Repubblica di garanzia. Sa benissimo che un nome a lui vicino non sarebbe accettato. Allora gli andrebbe bene D'Alema, Franco Marini e sempre la signora Cancellieri.

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…