davide crippa giuseppe conte

NON C’È CRIPPA PER CONTE – IL CAPOGRUPPO ALLA CAMERA ORMAI È L'ANTI-DI BATTISTA: ADESSO È DIVENTATO IL CAPOFILA DEI GOVERNISTI A CINQUE STELLE, MA NON SI È MAI PRESO CON PEPPINIELLO APPULO E IL SUO PORTA-POCHETTE, CASALINO, A CUI NON HA RINNOVATO IL CONTRATTO. IERI L’ULTIMO SGARBO, CON IL BLITZ (INSIEME AL PD) PER FAR PARLARE DRAGHI PRIMA ALLA CAMERA E POI AL SENATO, E LE DICHIARAZIONI ALL’ASSEMBLEA DEI PARLAMENTARI: “FUORI DAL GOVERNO NON C’È VITA”. 20 DEPUTATI SONO PRONTI A SEGUIRLO, SE USCISSE DAL M5S… - L'ULTIMA GAFFE: "DOBBIAMO ESSERE ONESTAMENTE INTELLETTUALI" - VIDEO

Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

DAVIDE CRIPPA E GIUSEPPE CONTE

La prima volta che Davide Crippa incontrò Mario Draghi era il febbraio 2021. Draghi stava svolgendo le consultazioni per il governo di unità nazionale e Crippa rubò per pochi secondi la scena al capodelegazione del M5S Beppe Grillo: "Presidente, sa, se potesse dire due parole chiare sul Mes per noi sarebbe rassicurante...". Draghi prese l'appunto. Il Movimento si rassicurò.

 

Da allora Crippa, capogruppo alla Camera in carica dal dicembre 2019, un vero record per un partito che all'inizio eleggeva il ruolo a rotazione, pochi mesi e via, uno vale uno, è rimasto un governista di ferro, come ha ribadito anche ieri durante l'ennesima fluviale assemblea congiunta dei parlamentari grillini: "Perché non dovremmo votare una fiducia che abbiamo già votato alla Camera? Non abbiamo detto che l'astensione sul decreto Aiuti non era un voto di sfiducia?".

 

Ma Crippa non ne fa solo una questione di logica. "Fuori dal governo, per il M5S non c'è vita", è il suo mantra in queste ore. La metà dei deputati la pensa come lui sulla fiducia, circa 20 sono anche pronti a seguirlo se uscirà dal M5S.

DAVIDE CRIPPA GIUSEPPE CONTE

 

Lo si potrebbe definire l'anti-Di Battista, per questa convinzione che finire all'opposizione sia un po' morire. Un anti-Conte lo è invece diventato strada facendo, detto che i due non si sono mai piaciuti granché.

 

Crippa non è mai stato nemmeno tra gli estimatori di Rocco Casalino, che già non voleva assumere e al quale non ha rinnovato la consulenza in scadenza - l'ex portavoce di Conte, dopo l'uscita da Palazzo Chigi ha un contratto sia con il gruppo alla Camera che con quello al Senato. La motivazione formale: "Abbiamo poche risorse". La motivazione informale: perché dobbiamo pagare uno che non lavora per il gruppo e tra sei mesi sarà parlamentare?

davide crippa

 

Schivo, diffidente, pignolo - sull'ultimo bilancio del Movimento ha chiesto e ottenuto che si mettese in calce a verbale: "Serve più impegno sui territori" - questo ingegnere ambientale quarantatreenne di Novara non si è fatto amare da tutti. Quando era in auge la "graticola", l'esame cui i parlamentari 5S sottoponevano gli esponenti del M5S con incarichi di governo, la sua pagella fu una delle più sanguinose. Alla voce "disponibilità all'ascolto" molti grillini barrarono la casella: "bassa".

 

Testardo è testardo, appunto. E fin qui gli è riuscito di restare in maggioranza tra i suoi a Montecitorio nonostante i ripetuti tentativi di metterlo a riposo, l'ultima volta nel dicembre scorso proprio per volere di Conte che, neo-capo del M5S, sperava in un ricambio alla vigilia del voto sul Quirinale.

 

Davide Crippa M5s

Sarà che, come si vede, l'ex premier non gode di grande popolarità tra i suoi deputati, fatto sta che Crippa si mise di traverso e 131 colleghi lo confermarono. Fu d'aiuto anche Grillo, con il quale Crippa ha costruito negli anni un rapporto personale solido, almeno fino a qualche settimana fa era tra i pochi a sentirlo con una certa frequenza.

 

Il Garante lanciò un segnale chiaro rilanciando un post di Crippa sulla "pandemia energetica", il suo cavallo di battaglia, l'ambientalismo. Nel governo gialloverde, da sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, aveva infatti la delega al mercato energetico ("Ci ha fatto perdere i voti di tutti gli artigiani", la carezza di Gianluigi Paragone, ex compagno di Movimento) e il ministro era Luigi Di Maio che, nonostante la sintonia attuale, non è mai stato amico o riferimento.

 

Davide Crippa a Montecitorio

Né destro né sinistro, come quasi tutti i 5S ha le sue gaffe in archivio, l'ultima recentissima parlando alla Camera, dove ha invitato a essere "onestamente intellettuali", ma a differenza di molti colleghi grillini coltiva una frequentazione con il principio di realtà.

 

Un anno fa, dopo l'approvazione della riforma Cartabia sul processo penale, disse: "Abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile". Tanto bastò perché Antonio Polito sul Corsera lo definisse primo grillino "migliorista", con riferimento alla corrente riformista del Partito comunista che era di Giorgio Napolitano. Troppa grazia? Di certo è sempre stato un 5S anomalo per condotta e stile.

riccardo ricciardi giuseppe conte

 

Quando l'ex M5S Nicola Morra insolentì la defunta presidente della Calabria Jole Santelli fu lui a chiedere che si scusasse pubblicamente.

 

 

Dopo che Riccardo Ricciardi, oggi vicepresidente 5S e suo antagonista, attaccò in aula Giancarlo Giorgetti sulla sanità lombarda e il Covid, il leghista spiegò che a Ricciardi non aveva nulla da dire: "Mi sono chiarito con Crippa". A molti grillini, al Pd e a Di Maio piacerebbe molto potesse pensare una cosa simile anche Draghi.

 

 

 

 

 

 

Articoli correlati

IL CAPOGRUPPO M5S ALLA CAMERA, DAVIDE CRIPPA, FA CAPIRE CHE VOTERA' LA FIDUCIA AL GOVERNO DRAGHI

NELLA GUERRA INTESTINA (E INTESTINALE) NEL M5S TRA CONTIANI E GOVERNISTI CI VA DI MEZZO CASALINO

CASALINO VITTIMA DELLA GUERRA DEI 5STELLE (IL MOTIVO), GRILLO E LA COCCOINA, ACCORDO FICO-CASELLATI

DRAGHI TERRA\' LE SUE COMUNICAZIONI, MERCOLEDI, PRIMA ALLA CAMERA E DOPO AL SENATO

 

 

 

DAVIDE CRIPPAdavide crippa sconvolto mentre parla conte DAVIDE CRIPPAdavide crippadavide crippa

 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?