vladimir putin

NON C’È TRUPPA PER GATTI – PUTIN HA TRASFERITO 1600 MILITARI DALLA SIRIA AL DONBASS – “MAD VLAD” HA BISOGNO DI GENTE BEN ADDESTRATA AL FRONTE: I RISERVISTI CHE NON HANNO MAI PRESO UN FUCILE IN MANO SONO SOLO CARNE DA MACELLO – IL REGNO UNITO METTE IN GUARDIA L’UCRAINA: "NON TRASFERITE LE TRUPPE AL CONFINTE CON LA BIELORUSSIA, PUTIN NON HA LE CAPACITÀ DI ATTACCARE DA UN ALTRO FRONTE..."

 

1 - IL CREMLINO HA «FAME» DI TRUPPE: TRASFERITI DUE BATTAGLIONI DALLA SIRIA

Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

vladimir putin visita un centro di addestramento

 

La «fame» di truppe scelte pronte da inviare rapidamente sui campi di battaglia «mangiauomini» dell'Ucraina sta spingendo lo Stato maggiore russo a spostare soldati e armi dalla Siria ai fronti caldi del Donbass e di Kherson. La notizia non è nuova, se ne parlava già a inizio estate, ma adesso viene rilanciata negli ambienti diplomatici occidentali del Medio Oriente e tra gli osservatori militari. Sembra che almeno due battaglioni, circa 1.600 uomini, abbiano lasciato di recente l'aeroporto di Damasco per la Russia meridionale. Sono unità addestrate, abituate alla guerra: tra loro vi sarebbero anche elementi della Wagner, contractor ben pagati, noti per la loro brutalità.

 

VLADIMIR PUTIN - NISSAN

L'indebolimento della presenza militare russa in Siria apre la via a nuovi sviluppi sia strategici che sul piano delle relazioni internazionali in Medio Oriente. Israele, non più condizionato dalla necessità di mediare con la potenza russa che garantisce il regime di Bashar Assad, potrebbe essere più incline ad aiutare militarmente l'Ucraina, per esempio fornendo razzi terra-aria per abbattere i droni iraniani (sono sistemi ben rodati contro Hezbollah in Libano e utilizzati per fermare gli attacchi di Hamas da Gaza), che i russi tirano contro le infrastrutture civili.

sergey surovikin vladimir putin

 

Vanno in questo senso anche le accuse della Casa Bianca di ieri per cui truppe iraniane sarebbero stanziare in Crimea per aiutare quelle russe. La necessità per Mosca di richiamare i soldati dalla Siria conferma in ogni caso la sua debolezza militare in Ucraina. Nelle ultime 24 ore sono stati trasferiti oltre 15.000 civili dalla regione presa di mira dall'offensiva ucraina sul Kherson alla riva orientale del Dnipro. I russi pianificano di trasferirne altri 45.000 nei prossimi giorni.

 

sergey surovikin vladimir putin 2

Non è da escludere che con loro possano ritirarsi anche una parte dei circa 30.000 soldati russi che oggi rischiano di rimanere accerchiati. Tuttavia, la precarietà russa e il rischio di un grave rovescio del suo esercito nel Kherson non fanno ancora credere che la guerra possa terminare a breve con una netta vittoria ucraina. Dal Pentagono e dagli stessi comandi ucraini si continua a ribadire che Mosca resta in grado di mobilitare ingenti contingenti di uomini e mezzi: il conflitto pare destinato a durare ancora a lungo.

 

Le maggiori preoccupazioni della popolazione ucraina sono intanto concentrate sulle necessità di fare fronte alle durezze del «generale inverno» aggravate dai recenti raid russi mirati in particolare contro la rete elettrica. Due giorni fa il presidente Zelensky ha denunciato che i missili e i droni russi dell'ultima settimana hanno bloccato «oltre un terzo» delle infrastrutture elettriche.

PUTIN FIRMA I TRATTATI DI ANNESSIONE DEL DONBASS

 

Il Paese rischia lunghi mesi di gelo e buio. Ieri il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha invitato la popolazione a rinunciare a forni a microonde, tostapane e stufette elettriche. Nei negozi generatori e power bank sono esauriti da tempo. In gran parte delle città la corrente viene ormai razionata. Mosca ha sostenuto il regime di Bashar al-Assad sin dall'inizio del conflitto siriano nel 2011, sia politicamente che con aiuti militari. Nel 2015, con il dispiegamento delle truppe, la Russia entrò per la prima volta in un conflitto armato fuori dai confini Urss dopo il 1991.

 

vladimir putin

2 - KIEV, AL LAVORO PER PREVENIRE MINACCIA MILITARE BIELORUSSA

(ANSA) - I militari e i diplomatici ucraini stanno lavorando per prevenire una minaccia militare dalla Bielorussia e preparare il più possibile l'Ucraina a qualsiasi scenario: lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, come riporta Ukrinform. "Senza dubbio, (il presidente russo Vladimir, ndr) Putin sta facendo ogni sforzo per coinvolgere le forze armate bielorusse in un conflitto militare diretto con l'Ucraina - ha affermato il ministro -.

 

vladimir putin e ramzan kadyrov

L'obiettivo è chiaro: aprire un secondo fronte contro l'Ucraina per vincolare le nostre forze e, di conseguenza, indebolire la pressione della nostra controffensiva a sud e ad est". Kuleba ha sottolineato che i militari ucraini "capiscono tutto questo, anche i diplomatici capiscono cosa sta succedendo. Tutti i rapporti sono già stati fatti al presidente, che ha dato tutte le istruzioni relative a questo problema. Ognuno di noi sta facendo tutto il possibile nelle proprie aree di competenza per prevenire tutto questo e per rendere l'Ucraina il più possibile preparata a qualsiasi scenario".

 

VLADIMIR PUTIN

3 - GB, IMPROBABILE INVASIONE DELL'UCRAINA DALLA BIELORUSSIA

(ANSA) - E' improbabile che, ad oggi, la Russia abbia schierato un numero significativo di truppe aggiuntive in Bielorussia, come era previsto dalla Forza congiunta Mosca-Minsk annunciata da Minsk la settimana scorsa: lo scrive l'intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione in Ucraina. Probabilmente, commenta il rapporto pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra, l'annuncio à stato fatto per "convincere l'Ucraina a deviare le proprie truppe per sorvegliare il confine settentrionale".

 

vladimir putin 2

Difficilmente Mosca è capace di creare formazioni pronte al combattimento dell'entità prevista dall'accordo con la Bielorussia (fino a 15.000 soldati), prosegue il rapporto, poiche' le sue forze sono impegnate in Ucraina. Allo stesso tempo, è molto probabile che l'esercito bielorusso mantenga una capacità minima per realizzare operazioni complesse.

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...