Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “La Stampa”
ALFREDO MANTOVANO ORAZIO SCHILLACI GIORGIA MELONI CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI
Si racconta che a un certo punto del consiglio dei ministri di giovedì sera, i presenti abbiano capito che si stava preparando un duello niente male. Da una parte c'era l'ex magistrato e ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Dall'altra l'ex magistrato e sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano. Hanno cominciato a duellare in punta di diritto. E alla fine uno ha vinto e l'altro ha perso.
Il ddl Nordio sul Codice dei crimini internazionali, è stato bocciato, sminuzzato, spacchettato, e alla fine ne è stato licenziato in parte, ma in extremis e solo perché lunedì a Londra inizia una conferenza dei ministri della giustizia a supporto della Corte penale internazionale e l'Italia, ovvero il ministro Nordio, non poteva proprio presentarsi a mani nude.
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CARLO NORDIO AL SENATO
Nella parte licenziata dal consiglio dei ministri, dunque, c'è il nuovissimo crimine di «aggressione» (vedasi l'invasione russa dell'Ucraina) e si estende il perimetro dei crimini di guerra. Si potranno perseguire i crimini di guerra ovunque commessi nel mondo, purché l'autore si trova stabilmente in Italia oppure ci sia una vittima.
In questo senso si sana una vistosa falla che ci ha visto ratificare il Trattato istitutivo della Corte penale internazionale, ma senza strumenti. In futuro non sarà più così. […]
alfredo mantovano giorgia meloni
Tutto il resto, ovvero la parte dei crimini contro l'umanità, su cui pure Nordio contava moltissimo, è rinviata a tempi migliori. «Il Consiglio dei ministri ha determinato di approfondire, ai fini dell'elaborazione di un ulteriore disegno di legge, i temi inerenti ai crimini contro l'umanità», dice, asciutto, il comunicato di palazzo Chigi.
È qui che si è consumato lo scontro principale tra Mantovano e Nordio. Si dice negli ambienti di maggioranza che il testo portato dal ministro […] sia stato impallinato da Mantovano senza pietà. Sulle fattispecie che sarebbero state troppo vaghe. Su un testo non abbastanza ferrato nell'intersezione tra magistratura militare e magistratura ordinaria.
[…] siccome i nuovi reati contro l'umanità, ad esempio il genocidio culturale in un contesto di guerra, avrebbero potuto essere applicati in astratto contro i nostri militari da un magistrato ordinario, qualcuno ha temuto di offrire alla magistratura una possibile arma contro le missioni militari all'estero. I professori che hanno partecipato alla predisposizione del testo ci sono rimasti malissimo, quasi quanto il ministro. […]