carlo nordio matteo renzi

NORDIO-RENZI COLTI SU “IL FATTO” – MARCO LILLO: "IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ANNUNCIA IN SENATO L’INVIO DEGLI ISPETTORI PER VERIFICARE QUELLO CHE HANNO COMBINATO I PM DI FIRENZE AFFERMANDO CHE “LA CONOSCENZA UFFICIALE DI QUESTI ATTI È PARZIALE”. MA LA PROCURA MANDÒ TUTTI GLI ATTI IL GIORNO PRIMA VIA PEC - ''NORDIO AVREBBE PIÙ CORRETTAMENTE DOVUTO DARE CONTO AI SENATORI E AI CITTADINI DEL CARTEGGIO TRA PROCURA DI FIRENZE E COPASIR CHE SPIEGA IL COMPORTAMENTO DEL PM TURCO, DEFINITO IN AULA DA RENZI "O EVERSIVO, O ANARCHICO" O ADDIRITTURA "CIALTRONE"..."

marco lillo

Marco Lillo per “il Fatto Quotidiano”

 

Nella scenetta già di per sé poco edificante avvenuta in Senato il primo dicembre scorso tra Renzi e Nordio c'è un retroscena ancora più imbarazzante per le istituzioni. Il ministro della Giustizia come è noto ha deciso di chiedere agli ispettori del Ministero di verificare quello che hanno combinato i pm di Firenze inviando al Comitato parlamentare di controllo dei Servizi Segreti, il Copasir, le carte sequestrate a Marco Carrai, amico dell'ex premier, indagato con lui nell'inchiesta sulla Fondazione Open.

 

Di fronte al senatore-imputato-interrogante Renzi, Nordio ha fatto riferimento a una sua conoscenza parziale e non ufficiale di quanto successo a Firenze. Di qui la necessità di fare ricorso all'Ispettorato per chiarire e prendere poi provvedimenti.

 

Marco Carrai con Matteo Renzi

Il 1° dicembre in Senato Renzi ricostruiva i fatti a modo suo, citando la decisione della Cassazione di annullare il sequestro e ordinare la restituzione dei documenti e dei contenuti del pc e dei telefonini e si rivolgeva così a Nordio: "Il pm (...) ha scelto di prendere il materiale e di mandarlo al Copasir. La domanda è (...) se lei sia a conoscenza di questo fatto e che provvedimenti intenda prendere nel caso lo ritenga un atto sbagliato".

 

Il ministro aveva tutti gli elementi per rispondere in aula.

 

carlo nordio

Il giorno prima, nella serata del 30 novembre, era arrivata ai suoi uffici una mail con posta pec dalla Procura di Firenze, con allegate tra l'altro la richiesta degli atti da parte del Copasir e la risposta del pm Luca Turco, in risposta a una richiesta partita dalla stessa via Arenula. 

 

In quella nota che dunque Nordio avrebbe dovuto conoscere c'era la spiegazione del perché il pm di Firenze, pur essendo consapevole dell'annullamento del sequestro delle carte di Carrai senza rinvio, con restituzione degli atti e con l'invito esplicito a non trattenerne copia, avesse scelto di inviarli al Copasir per il suo ruolo istituzionale di tutela della sicurezza nazionale.

MATTEO RENZI E CARLO NORDIO - PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO 2 DICEMBRE 2022

 

Vista la delicatezza della questione, gli uffici del ministero hanno certamente redatto per Nordio una nota approfondita che difficilmente può trascurare le motivazioni alla base della scelta così argomentata nella nota stringata scritta da Turco inviando le carte a marzo al Copasir.

 

Invece ecco cosa risponde Nordio a Renzi e al Senato il 1° dicembre: "Dico subito che la conoscenza ufficiale di questi atti è parziale e quindi dico anche quello che risulta ufficialmente: che in data 18 febbraio 2022 la Cassazione ha, come esposto in interrogazione, annullato senza rinvio il decreto di perquisizione e di sequestro emesso in data 20 novembre 2019 nei confronti di Marco Carrai disponendo la restituzione all'avente diritto di quanto in sequestro senza trattenimento di copia degli atti. Gli ulteriori fatti che sono stati enunciati nell'interrogazione saranno oggetto di immediato e rigoroso, sottolineo rigoroso, accertamento conoscitivo attraverso l'ispettorato generale".

COMPOSIZIONE DEL COPASIR

 

In pratica Nordio sembra tracciare una netta divisione tra i fatti che conosce ufficialmente e quelli che invece ha appena ascoltato dalla voce di Renzi. Ma le cose non stanno così. O almeno non dovrebbero stare così, se gli uffici del ministero hanno fatto il loro dovere. Il ministro Nordio avrebbe più correttamente dovuto dare conto ai senatori e ai cittadini del carteggio tra Procura di Firenze e Copasir che spiega il comportamento del pm Turco, definito in aula da Renzi "o eversivo, o anarchico" o addirittura "cialtrone". 

 

luca turco

Anche perché quella stessa spiegazione è stata addotta dai pm di Genova per chiedere l'archiviazione - il 2 dicembre, cioè all'indomani del question time - delle accuse penali di Renzi e Carrai al pm Luca Turco. Il quale aveva così risposto alle richieste di informazioni del Copasir l'8 marzo scorso: "Rappresento che l'annotazione gdf 17/2/22 prot. 54737 contiene, tra l'altro, l'esito delle analisi dei reperti informatici sequestrati all'imputato Carrai Marco. 

 

MATTEO RENZI

Sennonché, in data 18/2/22, la Suprema Corte ha annullato tale sequestro, con la conseguenza che le informazioni contenute in tale annotazione sono processualmente inutilizzabili. A fronte di tale annullamento, considerate le finalità istituzionali del Comitato, non condizionato da regole processuali, ritengo comunque doveroso trasmettere anche le sopra indicate annotazioni unitamente alla copia forense del materiale sequestrato al predetto Carrai".

l incontro renzi mancini all autogrill dimartedi

 

Nordio, invece, ha premesso di non avere conoscenza ufficiale dei fatto raccontati da Renzi e così ha potuto proseguire scandendo parole che sembravano pietre scagliate sulla Procura di Firenze: "Questo dicastero procederà a un'approfondita, e sottolineo approfondita, valutazione di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le necessarie iniziative. L'indagine conoscitiva avrà assoluta priorità nell'attività ispettiva e le determinazioni che ne deriveranno saranno adottate con la consequenziale rapidità".

 

carrai cybersecurity renzi

Abbiamo chiesto al ministro se gli uffici gli avessero trasmesso anche i contenuti della mail della Procura di Firenze con i documenti allegati e, in questo caso, perché non ne abbia parlato in Senato. Non ci ha risposto. Anche i suoi uffici al Ministero sul punto non rispondono, mentre sull'ispezione in Procura precisano: "Non sono stati inviati gli ispettori: a fronte di denunce, come avviene anche per quelle giornalistiche, il ministro - attraverso l'ispettorato - può chiedere informazioni, per verificare - a tutela di tutti - il rispetto delle regole. Come ha detto il ministro in aula, si tratta di 'accertamenti conoscitivi'". 

CARLO NORDIO

 

La nota del ministero al Fatto vorrebbe essere rassicurante, ma lo è ben poco il riferimento all'articolo 56. Che si apre così: "Per l'esercizio dell'azione disciplinare, per l'organizzazione del funzionamento dei servizi relativi alla giustizia, nonché per l'esercizio di ogni altra attribuzione riservatagli dalla legge, il ministro esercita la sorveglianza su tutti gli uffici giudiziari e può chiedere ai capi di Corte informazioni sul conto di singoli magistrati".

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