berlusconi prodi

I NOSTRI LEADER SONO COSÌ SCHIAPPE CHE CI TOCCA PENDERE DALLE LABBRA DI PRODI CHE SDOGANA BERLUSCONI - COSÌ IL VECCHIO MORTADELLA AIUTA IL PD: DA PADRE NOBILE DELL'ULIVO, BENEDICE LA NUOVA ALLEANZA CON SILVIO. AIUTA OVVIAMENTE FORZA ITALIA IN FASE DI RIPULITURA E AIUTA PURE SE STESSO. QUANDO SI PARLERÀ DI QUIRINALE, POTRÀ INCASSARE QUESTA CAMBIALE - IL BANANA È L'AGO DELLA BILANCIA: MES, EXTRA-DEFICIT, LEGGE ELETTORALE. LO RICONOSCE IL SUO ''GIORNALE'' DI FAMIGLIA MA ANCHE IL GIORNALE DELLA FAMIGLIA CONTE-CASALINO, OVVERO ''IL FATTO''

DAGONEWS

 

prodi berlusconi confronto tv

Per capire la situazione in Italia e il livello di schiappe che ci ritroviamo come governanti, basta vedere il dibattito di questi giorni, che verte tutto sulla resurrezione politica di Berlusconi per mano addirittura di Prodi, suo avversario 26 anni fa. Stiamo così messi male che pendiamo dalle labbra dell'ex caimano spiaggiato in Provenza e del professore 80enne già pluritrombato per il Quirinale.  

 

Lo sdoganamento di Silvio da parte di Prodi, per di più a casa della ''Repubblica'' nella traballante roccaforte bolognese è un segnale notevole, soprattutto per uno che non dimentica mai i torti subiti, i 101 che negarono la sua ascesa al Quirinale.

 

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

In questo modo il vecchio Mortadella ha dato un assist al Pd: come padre nobile dell'Ulivo gli ha tolto la castagna dal fuoco di accettare (ancora una volta) i voti di Berlusconi. Dall'altra parte si è ingraziato Forza Italia. Quindi in caso di (ancora una volta) candidatura al Quirinale, avrebbe un favore da incassare sia dai dem che dagli azzurri. E secondo molti, il governo giallo-rosso nasce proprio con l'obiettivo di piazzare l'ex capo dell'Iri alla presidenza della Repubblica.

 

Il fatto che Silvio ormai è l'uomo che dà le carte oggi è scritto – in termini ovviamente diversi – sul Giornale della famiglia Berlusconi e su quello della famiglia Conte-Casalino, ovvero Il Fatto:

 

(…) Silvio Berlusconi, tornato centrale nella politica italiana per la sua posizione di “responsabilità istituzionale”, costruita attorno alla vexata quaestio del ricorso al Mes, il fatidico fondo salva-Stati. Il primo a riconoscergli questa patente di agibilità è stato Conte, ben prima dello sdoganamento prodiano dell ’ultima settimana (“Berlusconi in maggioranza non è tabù”). E potrebbe essere proprio il premier, fa notare un’altra fonte di governo, ad attingere alla risorsa di Forza Italia in Parlamento per sopravvivere in autunno. (...)

Gualtieri Conte

 

 

Il Banana in questo momento ha il jolly in mano. Dove punta, vince. A settembre dovrebbe esserci il voto sul Mes. Poi quello sull'extra-deficit che dovrà chiedere Gualtieri. Potrà determinare la futura legge elettorale. Ieri Pagnoncelli lo diceva chiaramente: con il proporzionale, i sovranisti Salvini e Meloni non riuscirebbero a vincere e avrebbero sempre bisogno dei voti berlusconiani. Gianni Letta gioca su tutti i tavoli. E anche stavolta, il ventennio berlusconiano non è finito, anzi si avvicina al trentennio…

 

 

 

LO DICONO PURE I SONDAGGI FORZA ITALIA DETERMINANTE PER FAR VINCERE L'ALLEANZA

Francesco Cramer per ''il Giornale''

 

Forza Italia sarà l' ago della bilancia. Ad assegnare agli azzurri un ruolo determinante per il futuro è il Corriere della Sera che pubblica il consueto sondaggio di Nando Pagnoncelli. I risultati sono netti: il centrodestra vincerà ma sarà soprattutto il partito di Berlusconi, seppur dimagrito rispetto ai fasti del passato, ad essere decisivo per la maggioranza che verrà.

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

Lo studio è complesso è analizza quattro scenari differenti, visto che non c' è certezza né sulla legge elettorale con cui si voterà alle prossime politiche né sul numero dei parlamentari che dovranno essere eletti, posto che in settembre ci si esprimerà sul taglio degli stessi, con un referendum confermativo.

 

Nel dettaglio, s' è dapprima valutata l' ipotesi di una elezione con il Rosatellum (sistema misto proporzionale e maggioritario) con il centrosinistra alleato al M5s e poi con i grillini in solitaria. In entrambi i casi il centrodestra vincerebbe. Un trionfo se pentastellati e dem corressero divisi; netta affermazione dei moderati se questi corressero coalizzati. All' interno del centrodestra, rispetto al Parlamento attuale, Lega (25,5%) e Fdi (16,4%) la farebbero da padroni rispetto a Forza Italia, accreditata al 7,7%.

Ma è con l' ipotesi di un voto con il Germanicum (sistema proporzionale puro con soglia di sbarramento) e con il taglio dei parlamentari andato a buon fine che il partito di Berlusconi sorriderebbe nonostante il peso inferiore rispetto agli alleati.

 

Gli azzurri sarebbero infatti decisivi per la formazione di un governo di centrodestra. Con la soglia di sbarramento al 5%, leghisti e meloniani avrebbero 191 deputati (117 Lega, 74 Fdi) su 400 e 94 senatori (56 Lega e 38 Fdi) su 200. Niente maggioranza per un soffio. Ecco che sarebbero quindi determinanti i 34 deputati e i 17 senatori forzisti. Stesso discorso se la soglia di sbarramento si abbassasse fino al 3%. I sovranisti, per avere la maggioranza, non potrebbero fare a meno di Forza Italia. Ecco perché i berlusconiani oggi si ritrovano a spingere verso un sistema proporzionale puro. Il Germanicum li porterebbe di fatto ad essere centrali e indispensabili per un governo di centrodestra.

salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa

 

Ecco perché il senatore azzurro Andrea Cangini è il più lesto a commentare sul sistema di voto: «Non c' è partito o movimento politico che non sia alle prese con la definizione o ridefinizione della propria identità politica e culturale - dichiara al Foglio -. È bene che questo processo si compia, per poi auspicabilmente tornare al maggioritario. Ma solo dopo che ciascun soggetto politico avrà capito chi è, da dove viene, lungo quale via è incamminato, quali sono i veri amici e quali i veri nemici».

 

E ancora: «Confido che l' evidente incapacità di Matteo Salvini a calarsi nei panni non solo dell' uomo di Stato ma anche del leader di coalizione spinga il mio partito, Forza Italia, a liberarsi della sindrome di Stoccolma che a giorni alterni pare avvincerne lo spirito, minacciandone l' onore».

 

Un occhio al calendario parlamentare. Si discuterà di legge elettorale in piena estate, a fine luglio. Consapevoli che con il Rosatellum si prefigura una vittoria a valanga del centrodestra, il Pd metterà sul tavolo una proposta di proporzionale puro. L' intento: limitare la massimo la sconfitta e sperare, con la tagliola dello sbarramento, di far fuori definitivamente l' odiato Renzi.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...