george soros

IL NUOVO ORGANIGRAMMA DELL'UNIONE EUROPEA LO DETTA SOROS. MENTRE IL SUO CENTURIONE (ADVISOR) FUBINI BOLLA L'ITALIA COME ''PROVINCIA RIBELLE'' DELL'IMPERO COMUNITARIO (VIDEO) - IL FINANZIERE TRA CONFERENZE E APERTURA DELL'UNIVERSITÀ HA DATO LE SUE INDICAZIONI, BOCCIANDO WEBER E WEIDMANN - PER IL VICEDIRETTORE DEL ''CORRIERE'' L'ITALIA È UNA RIOTTOSA DA RIPORTARE ALL'ORDINE DI BRUXELLES

 

 

1. IL NUOVO ORGANIGRAMMA DELL' EUROPA LO HA DETTATO SOROS AL «SOLE 24 ORE»

Daniele Capezzone per ''La Verità''

 

Si rinnova e si rende ancora più visibile il protagonismo a tutto campo di George Soros, sia direttamente, con interventi pubblici in prima persona, sia attraverso la sua organizzazione (Open Society Foundations).

 

SOROS

È sufficiente seguire il suo profilo Twitter per avere conto di un fuoco di fila di iniziative: grande focus sull' Austria (vedremo tra poco perché), populisti e sovranisti come nemici giurati, e una clamorosa uscita politica (ieri sul Sole 24 Ore), senza neanche il paravento di eventi culturali o della filantropia.

 

A ben vedere, l' occhio di Soros non si è mai allontanato dalla politica, anzi negli ultimi mesi la sua attenzione ha raggiunto livelli perfino inediti. Tra fine novembre e inizio dicembre 2018 (ne scrissero meritoriamente prima Ivo Caizzi e poi Tino Oldani), destò imbarazzo a Bruxelles la visita riservata che Soros fece a Frans Timmermans, commissario Ue uscente (lo ricorderete alle ultime europee sul palco insieme a Nicola Zingaretti) e appena designato come spitzenkandidat del Pse.

 

weber merkel

In quei giorni, si era nel pieno di un negoziato durissimo tra Bruxelles e Roma, e ci furono domande sul fatto che anche il tema della manovra italiana fosse o meno stato affrontato dai due. Una portavoce della Commissione si limitò a dire (e non fu una gran risposta) che non poteva né confermare né smentire.

 

Ma ciascuno può fare la propria ipotesi: erano i giorni in cui diversi commissari Ue sparavano ogni giorno a Borse aperte contro l' Italia, oggettivamente alimentando i rischi di un' aggressione politica via spread. E Soros andava a conversare (chissà di cosa: forse di questo, forse d' altro, chi può dirlo) con un commissario notoriamente attento alle cose italiane.

 

Lo stesso Mario Monti, in una trasmissione tv, da Lilli Gruber, rivelò di essere stato invitato da Soros nel 2012 a chiamare la Trojka in Italia.

george soros

Mentre il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini, mediaticamente attivissimo sul tema della procedura d' infrazione contro l' Italia (che poi non si verificò, nonostante i titoli sparati dal Corriere), siede nello European advisory board di Open Society. Sono sicuramente cose diverse e scollegate fra loro, e ovviamente tutte pienamente legittime, ma è opportuno tenere a mente le tessere di questo mosaico culturale, mediatico, politico, relazionale.

 

In questo contesto, arriva l' articolo di ieri sul Sole. Una vera e propria agenda politica, con tanto di pagelle e compiti a casa per tutti. Primo: ennesima bordata contro i «partiti antieuropeisti», dai quali - annota lapidariamente il finanziere - «non ci si può aspettare nulla di costruttivo». Secondo Soros, «non sono riusciti a ottenere i risultati sperati»: quindi avere il primo partito in Uk, Francia, Italia e Ungheria a Soros pare robetta. Secondo: bisogna buttare a mare il sistema dello spitzenkandidat, cioè il supercapolista designato alla guida della Commissione.

 

Ce l' avevano venduto come una grande conquista democratica, ma ora non piace più (povero Timmermans, occorrerà avvisarlo). Terzo (e qui ci avviciniamo ai veri obiettivi di Soros): un avvertimento a Manfred Weber, candidato di punta del Ppe, che Soros vuole affossare. Dice di lui: «Sembra disposto ad accettare praticamente qualunque compromesso».

 

Traduzione: Weber potrebbe avere - ecco ciò che a Soros non va giù - l' appoggio del suo arcinemico Viktor Orban. Quarto: un altro avvertimento a Jens Weidmann, attuale guida della Bundesbank e candidato al vertice della Bce. Per Soros, che è rimasto indietro di un giro, Weidmann va bastonato perché contrario ai programmi di acquisto di titoli da parte della Bce («spero che questo fatto diventi sempre più di pubblico dominio», dice Soros), quando Weidmann ha fatto pubblica retromarcia nei giorni scorsi.

MARIO DRAGHI JENS WEIDMANN

 

E infine, come un allenatore, Soros disegna lo schema sulla lavagna: «Qualunque altro candidato qualificato sarebbe preferibile a Weidmann». E ancora: «Alla Francia non verrà assegnata nessuna delle cariche più alte. Sarebbe un bene che neanche la Germania ne avesse». E sorge il dubbio che, senza farne i nomi per non bruciarli, Soros abbia la sua lista già pronta, con nomi magari meno visibili e meno conosciuti. Lo capiremo presto.

Intanto, nelle pause della compilazione degli organigrammi, Soros si è recato a Vienna. Per un verso, per ricevere il prestigioso Premio Schumpeter presso la Banca nazionale austriaca (tra i premiati anni fa, anche Romano Prodi): il povero Schumpeter, morto nel 1950, non ha ovviamente potuto far nulla per evitare queste cerimonie.

 

Per altro verso, perché, per differenziarsi dal governo ungherese, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha deciso di ospitare nel suo paese la Central European University di Soros sgradita a Orban. A testimonianza del fatto che le destre europee - piacciano o no - sono molto più sfaccettate e meno monolitiche di come vogliano descriverle e caricaturizzarle i loro avversari.

 

Insomma, alla tenera età di 88 anni (89 il 12 agosto), Soros è più attivo che mai. Nella biografia (o meglio, nella agiografia) pubblicata sul sito www.opensocietyfoundations.orgdove si sorvola sulle sue spericolate e spregiudicate operazioni finanziarie, sull' agenda immigrazionista, sullo scatenato attivismo politico, è descritto come un filantropo, un predicatore e promotore di democrazia e diritti umani. Sarà bene non perderlo di vista (lui e i suoi molti influenti amici), specie nei prossimi e delicati tornanti a cui sono attese l' economia e la politica italiane.

Soros con la nuova moglie Tamiko Bolton

 

 

2. IL CENTURIONE FUBINI CONTRO I RIBELLI

Adriano Scianca per ''La Verità''

 

Al segnale di Federico Fubini, scatenate l' inferno.

Sembra di vederlo, il vicedirettore del Corriere della Sera nelle vesti di Massimo Decimo Meridio, mentre va alla conquista dei marcomanni nelle foreste germaniche per ordine dell' imperatore Marco Aurelio/Jean-Claude Juncker.

 

Gli imperi, del resto, sono così: ogni tanto c' è una provincia ribelle in cui andare a riportare disciplina col ferro e col fuoco. Solo che nella visione di Fubini, i marcomanni siamo noi. Ecco quindi il nostro affezionatissimo andare a Omnibus su La7 e lasciarsi sfuggire un eloquente lapsus, anche se «sfuggire» e «lapsus» non sono forse le parole giuste, dato che l' espressione è reiterata: «Non è la prima volta», ha detto Fubini alla trasmissione di La7, «che l' Unione europea ha una provincia ribelle, c' è stata la Grecia, la Gran Bretagna, l' Ungheria, la Polonia, nel tempo ci sono state delle province ribelli. Oggi l' Italia è la provincia ribelle.

 

fubini

La differenza è che nei casi precedenti, i leader delle province ribelli andavano al centro del sistema, si confrontavano, conoscevano anche sul piano umano gli altri leader, capivano quello che gli altri pensano, come gli altri ragionano, le regole del gioco, si assumevano le responsabilità degli impegni che prendevano e poi si arrivava o non si arrivava, ma per lo più si arrivava, a delle soluzioni». Capito? L' Italia è la provincia ribelle dell' Ue. Anzi, doppiamente ribelle, perché non solo vuole fare di testa sua, ma poi i suoi governanti, a differenza dei vari Alexis Tsipras, non si fanno neanche convincere dall' atmosfera ovattata dei meeting europei.

 

Il lessico militare scelto da Fubini la dice lunga sul modo in cui l' editorialista intende i rapporti fra Ue e Stati membri. L' Europa, pare di capire, non è per Fubini un terreno in cui possano scontrarsi visioni alternative, un luogo dialettico, aperto al cambiamento. Macché, è un blocco, un moloch, o sei allineato o sei un eretico. L' idea della diversità di indirizzo come «ribellione» rispetto a un cammino unico già tracciato è in effetti piuttosto inquietante, almeno quanto il fatto di degradare uno Stato sovrano, peraltro tra i fondatori dell' Unione europea, a mera «provincia».

 

Ma provincia di quale impero, poi? Chi ci capisce è bravo.

Di sicuro c' è che, nei confronti del suo impero, Fubini è un servitore zelante ma assai poco efficace, proprio per la tendenza a rilasciare parole in libertà che rischia di mandare in malora anni di propaganda. Poche settimane fa, presentando su Tv2000 il suo nuovo libro, il vicedirettore del Corsera si lasciò sfuggire di non aver voluto scrivere un articolo sull' aumento di mortalità infantile in Grecia a causa dell' austerity per non fornire armi alla propaganda sovranista, mostrando così la sua, di vocazione propagandistica.

 

salvini orban

Sempre negli ultimi tempi, la sua intransigenza filo Bruxelles ha causato una sorta di terremoto interno in via Solferino, con il corrispondente Ivo Caizzi che ha accusato il suo vicedirettore di inventarsi le notizie al solo scopo di rendere omaggio all' Ue e di bastonare la provincia ribelle italiana. La buona volontà non manca, e del resto sedere nel board europeo della Open society foundations di George Soros fornisce sicuramente i dovuti stimoli. Ma la tendenza a strafare sembra sortire spesso risultati opposti a quelli desiderati, smascherando gli altarini e portando acqua al mulino sovranista. Insomma: fai anche meno, Federico. Anche meno.

 

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”