giorgia meloni raffaele fitto pnrr europa

UN NUOVO PNRR CON IL BUCO – ANDIAMOCI PIANO CON I FESTEGGIAMENTI PER L’OK DI BRUXELLES ALLA QUARTA RATA: NEL 2024 L'ITALIA INCASSERÀ 10 MILIARDI IN MENO RISPETTO AL PIANO ORIGINALE – LA QUINTA E LA SESTA TRANCHE SARANNO PIÙ “LEGGERE” PERCHÉ IL GOVERNO HA RINVIATO AL 2026 NUMEROSI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE (CON RELATIVI FONDI) – RESTA L’INCAZZATURA DEI SINDACI: FITTO PROMETTE 10 MILIARDI PER I PROGETTI DEGLI ENTI LOCALI DEFINANZIATI CON LA RIMODULAZIONE DEL PIANO. MA LE COPERTURE SONO INCERTE…

1 – MA LA REVISIONE ALLEGGERISCE I PROSSIMI DUE PAGAMENTI NEL 2024 "BUCO" DA 10 MILIARDI

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

raffaele fitto giorgia meloni

Dopo la maxi-revisione approvata la scorsa settimana dalla Commissione – che ora dovrà essere confermata dall'Ecofin il prossimo 8 dicembre – il Piano nazionale di ripresa e resilienza vale oltre 194 miliardi di euro, quasi tre in più rispetto a quello iniziale.

 

Eppure, nel 2024 l'Italia riceverà molti meno soldi del previsto: tra la quinta e la sesta rata ci sarà un buco di circa 10 miliardi di euro. Per recuperarli bisognerà attendere il 2026. La ragione è legata alla rimodulazione degli obiettivi che ha portato con sé anche una significativa revisione dell'importo di ciascuna rata.

 

MODIFICHE AL PNRR

In sostanza: il governo ha deciso di spostare in là nel tempo il raggiungimento delle "milestones" e "target", la Commissione ha dato il suo via libera, ma di conseguenza ha rivisto l'importo dei pagamenti. […]

 

Con i 16,5 miliardi di euro della quarta rata, che saranno incassati entro fine anno, il governo è riuscito a recuperare i 500 milioni che erano stati decurtati dalla terza. Questo porterà il totale dei soldi ricevuti a quasi 102 miliardi, poco più della metà dei 194 a disposizione. Al momento, quindi, il saldo è alla pari.

 

Ma d'ora in poi le cose cambieranno. L'effetto più significativo si produrrà sulla prossima rata, la quinta. L'Italia dovrebbe presentare la richiesta di pagamento il 31 dicembre, dopodiché si aprirà la consueta fase di verifica della Commissione per accertare l'effettivo raggiungimento degli obiettivi.

 

raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 4

Se tutto dovesse andare per il verso giusto, il bonifico potrebbe partire ad aprile. Ma sarà molto più magro del previsto. Nel piano iniziale, la quinta rata valeva 20,6 miliardi: al netto dell'anticipo del 13% versato all'inizio del piano, avrebbe portato nelle casse dello Stato quasi 18 miliardi di euro (11 miliardi di prestiti e 7 di sovvenzioni a fondo perduto). Con la modifica del Pnrr, la quinta rata vale poco più di 12 miliardi, che al netto dell'acconto si tradurrà in un pagamento effettivo di 10,5 miliardi (7,5 di prestiti e solo 3 di sovvenzioni).

 

Discorso simile per la sesta rata, che l'Italia potrà richiedere dopo aver raggiunto gli obiettivi e i traguardi fissati al 30 giugno del prossimo anno. Entro la fine del 2024 dovrebbero arrivare altri 9 miliardi (di cui 7 in prestiti), due in meno degli 11 previsti dal piano predisposto dal governo Draghi. Questo comporterà per il prossimo anno un buco di quasi dieci miliardi tra la quinta e la sesta rata. […]

 

2 – PNRR A 102 MILIARDI OK ALLA QUARTA RATA MA È STALLO CON I SINDACI

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

meloni e le modifiche al pnrr vignetta by rolli il giornalone la stampa

I festeggiamenti e i tormenti, per il governo alle prese con il Pnrr. Il sì della Commissione europea alla quarta rata arriva quando Raffaele Fitto, «il ministro più europeista dell’Europa», come lo chiamano alcuni colleghi, è impegnato a presiedere una delle otto sessioni della cabina di regia a Palazzo Chigi.

 

[…] Ma i problemi non sono finiti. C’è un pezzo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, circa 10 miliardi, che non si è salvato durante la trattativa con Bruxelles. Sono le risorse assegnate e poi sottratte ai sindaci. E che ora Fitto promette di restituire, attingendo da altre programmazioni di spesa, dal Fondo Sviluppo e coesione al Piano nazionale complementare, il fondo gemello del Pnrr.

 

[…]  La nuova prova che attende il governo è dimostrare che il restyling degli investimenti e delle riforme non ha rallentato la spesa, già con il fiato corto, ma anzi la renderà più veloce. Una convinzione che appartiene anche a Fitto. Ben attento, in conferenza stampa, a prendere le distanze dall’ultima stima sulla messa a terra delle risorse. Fornita dal Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta: 42 miliardi, a fronte degli 85,4 incassati fino ad oggi con il prefinanziamento e le prime tre rate.

 

giorgia meloni e raffaele fitto

«Attendo il completamento della revisione perché le cifre sono suscettibili di modifiche in base all’inserimento o meno di alcune misure», chiosa il ministro. Mancano ancora alcuni passaggi, fino al via libera definitivo del Consiglio europeo, ma la “sconfessione” delle stime di Mazzotta è funzionale a fare asse con la premier sul messaggio del nuovo slancio al Pnrr. Dicono anche un’altra cosa, le parole di Fitto.

 

Il destino dei progetti cancellati dal Piano è ancora incerto. Quando alla cabina di regia tocca al presidente dell’Anci Antonio Decaro e ai rappresentanti degli enti locali, Fitto assicura che i 6 miliardi per le piccole opere dei Comuni, cancellati dal Pnrr, saranno recuperati con fondi nazionali. Molti di questi progetti sono datati: le risorse, assegnate al ministero dell’Interno, erano state sostituite con i fondi europei, dopo il travaso degli investimenti nel Piano. Il tentativo, ora, è ritornare al finanziamento iniziale, ma l’idea non convince i sindaci.

Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

 

[…] Idee, numeri ancora incerti. Il decreto per il ripescaggio arriverà a gennaio: all’interno ci sarà anche una clausola di responsabilità in capo ai soggetti attuatori che dovranno rispondere di eventuali ritardi. È il secondo tempo velenoso del Pnrr.

pnrrGIORGIA MELONI PNRR

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA