raffaele fitto giorgia meloni soldi fondi ue europa

OBIETTIVO: PRENDERE TEMPO – IL MOTIVO PER CUI GIORGIA MELONI VUOLE OTTENERE LA DELEGA UE AI FONDI DI COESIONE E PNRR, È CHE COSÌ POTREBBE CONVINCERE L’EUROPA AD ALLUNGARE I TEMPI DI REALIZZAZIONE DEI PROGETTI DEL RECOVERY OLTRE IL 2026 (PER NON PERDERE I 200 MILIARDI DELL’UE) - COSA PUÒ OTTENERE REALISTICAMENTE? UNA DELEGA ALL’ECONOMIA È MOLTO DIFFICILE, DOPO L’ESPERIENZA DI PAOLO GENTILONI, COSÌ COME IL BILANCIO. PER NON PARLARE DELLA CONCORRENZA, VISTI I MOLTI DOSSIER APERTI TRA ITALIA E ANTITRUST…

raffaele fitto giorgia meloni

1. NO A URSULA, SÌ A TRUMP ITALIA NEL MIRINO DELL’UE NESSUNO SCONTO A MELONI SU PNRR, CONTI E DELEGHE

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

[…] In questo quadro […] la trattativa sul portafoglio da assegnare al commissario italiano non potrà certo essere in discesa. Meloni chiede un “dicastero” economico. Una richiesta che difficilmente potrà essere esaudita, almeno nelle deleghe più importanti. Gli Affari economici, che Paolo Gentiloni lascerà a fine mandato, non possono tornare all’Italia […] .

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Per la Concorrenza, il governo italiano non ha un nome adatto. In un primo momento Palazzo Berlaymont aveva pensato al Commercio ma adesso è complicato assegnare questo ruolo ad un esponente di FdI: dovrebbe battagliare con Trump e i probabili dazi americani. Il possibile riavvicinamento tra Meloni e “The Donald” ha cambiato le carte in tavola.

 

Rimane il Bilancio: un delega prestigiosa ma inutile dal punto di vista italiano. Oppure Coesione e riforme, che gestisce appunto i fondi di coesione. Integrandola con una vicepresidenza non operativa

 

2. MELONI TRATTA SULLA COMMISSIONE CACCIA AI FONDI DI COESIONE E PNRR

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

raffaele fitto e giorgia meloni ad aosta

[…] Meloni è convinta che il voto contrario al bis di Ursula non abbia compromesso le chance italiane di avere una delega di peso nella futura Commissione europea. La carica che è in cima alle possibilità sondate dalla premier è quella che unirebbe i poteri di gestione sui fondi di coesione e sul Next Generation Eu (lo strumento che nella sua declinazione italiana è chiamato Piano di ripresa e di resilienza).

 

Nel primo caso sono 400 miliardi – che andranno a rinnovarsi - e nel secondo 750 miliardi di euro, che invece vanno considerati fino a esaurimento dei vari piani nazionali. Il totale supera i mille miliardi di euro. Una responsabilità non indifferente per chi si troverà a maneggiare la distribuzione di tutte queste risorse.

giorgia meloni spiega il no di fratelli d italia alla conferma di ursula von der leyen 2

 

È evidente che in tal caso la candidatura di Raffele Fitto, ministro che concentra nelle sue mani gli Affari europei, il Sud, la Coesione e il Pnrr, appaia naturale. Fitto resta la prima scelta di Meloni, anche grazie alle buone relazioni che è riuscito a costruire in anni di Parlamento europeo, e in questo ultimo anno e mezzo passato a negoziare con Bruxelles i vari via libera ai finanziamenti del Piano.

 

C'è anche un altro motivo che rende molto più desiderabile delle altre la poltrona sui fondi di coesione e il Pnrr. Una volta a Bruxelles, infatti, Fitto potrebbe avere più facilità a convincere i colleghi della necessità di allungare i tempi di realizzazione dei progetti del Recovery Fund rispetto alla scadenza attualmente fissata al 2026, nella speranza così di non dilapidare un capitale enorme di investimenti.

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO

 

Nella sua intervista al Corriere, Meloni ha confermato che le priorità di Palazzo Chigi sono «le deleghe di carattere economico», e ha citato Industria, Competitività e Coesione. In realtà l'Italia sul piano della poltrona economica non può ambire a molto: difficile riavere l'Economia dopo l'esperienza di Paolo Gentiloni, difficile […] il Bilancio, impossibile o quasi la Concorrenza (l'Italia è incagliata in numerose procedure di infrazione e bracci di ferro sul rinnovo delle concessioni balneari, sui tassisti e altro).

Da quello che rimbalza attraverso le fonti di governo italiane, alla Francia dovrebbe restare il Mercato Interno, attualmente ricoperto dal commissario Thierry Breton. Mentre alla Polonia – sempre per restare tra i Paesi più grandi – potrebbe andare il nuovo portafoglio alla Difesa, fino ad oggi inglobata all'interno dell'Industria, che dunque ne uscirà ridimensionata.

raffaele fitto giorgia meloni vito bardi

 

[…] La premier assicura che non accetterà poltrone di seconda fascia, senza una dotazione economica importante. Da Palazzo Chigi fanno sapere che non c'è alcun interesse per la nuova figura del commissario al Mediterraneo, che secondo Roma dovrebbe andare alla Grecia, a Cipro o a Malta. Non alla Spagna, che ha sfilato all'Italia l'inviato speciale della Nato, grazie alla sponda di Jens Stoltenberg, segretario che a ottobre lascerà a Mark Rutte la guida dell'Alleanza Atlantica.

 

Meloni terrebbe in considerazione la casella del Mediterraneo solo se fosse irrobustita dalla delega sull'immigrazione e venisse arricchita da risorse rilevanti. Due condizioni che difficilmente sembrano realizzabili. Non sarebbe comunque Fitto, in questo caso, a trasferirsi a Bruxelles.  […]

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?