ignazio visco

OBIETTIVO: RASSICURARE I MERCATI - IL GOVERNATORE DI BANKITALIA, IGNAZIO VISCO, SI FA INTERVISTA DA “POLITICO” PER DIRE ALL’EUROPA E AGLI INVESTITORI CHE "IL PNRR SI FARÀ, CHIUNQUE GOVERNI" - E’ UN MODO PER EVITARE CHE LA VITTORIA DI SALVINI, BERLUSCONI E MELONI MANDI IN TILT LO SPREAD - I VINCITORE DELLE ELEZIONI DOVRÀ RENDERSI CONTO DI NON ESSERE LIBERO DI FARE QUELLO CHE VUOLE: “QUALUNQUE GOVERNO DOVRÀ MANTENERE GLI OBIETTIVI FORMULATI NEGLI ULTIMI ANNI”

Da “la Stampa” - Pubblichiamo il colloquio di Johanna Treeck con Ignazio Visco, governatore di Banca d'Italia, e Politico.eu (www. politico. eu).

 

ignazio visco

La Banca centrale europea potrebbe non procedere con un altro cospicuo aumento dei tassi, in seguito alle proiezioni di una modesta crescita dell'Eurozona, ha fatto capire il membro del direttivo della Bce e governatore della Banca Centrale Ignazio Visco. Intervistato da Politico, ha evitato di dire esplicitamente se a settembre ci sarà un aumento di 25 o 50 punti, ma ha ribadito che la decisione si baserà sugli «sviluppi dei prezzi e dell'economia reale, che è quella che impatta sui prezzi». «Quello che vediamo nell'economia reale non è propriamente incoraggiante», ha aggiunto.

BERLUSCONI SALVINI MELONI

 

La Bce ha deciso per l'aumento in seguito all'inflazione record nell'Eurozona che ha raggiunto a giugno l'8, 6%. Il direttivo aveva annunciato ulteriori rialzi in settembre, da decidere in base ai nuovi dati. Che sono «scarsi», dice Visco, riferendosi in particolare alla fiducia dei consumatori, al settore manifatturiero e agli umori degli ambienti imprenditoriali tedeschi. «La Cina resta un'incertezza, la politica zero Covid non aiuta, e negli Usa non si può escludere una recessione tecnica», ha aggiunto.

 

Una lenta crescita potrebbe stabilizzare i prezzi nel medio periodo, ma Visco ha indicato anche fattori che potrebbero spingere l'inflazione, tra cui i rischi di choc di approvvigionamenti provocati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, e dalla debolezza dell'euro rispetto.

 

IGNAZIO VISCO

«A breve termine, il differenziale dei tassi tra l'eurozona e gli Usa avrà un impatto», dice il governatore, ma aggiunge che è presto per dire che ci sarà un altro incremento brusco. «Non sono pronto a dire che alzeremo di altri 50 punti, anche perché non sappiamo ancora quale sarà il target da raggiungere», ha spiegato. Visco appare invece più positivo rispetto al nuovo programma della Bce sulla crisi, il Transmission Protection Instrument (Tpi), sostenendo che il direttivo sarà in grado di intervenire rapidamente, se necessario.

 

VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIO 2

Lo strumento permetterà alla Banca centrale di acquistare i titoli di Stati di singoli Paesi nel caso i costi del debito salissero a causa di movimenti del mercato, e non per motivi economici retrostanti. La necessità di uno strumento del genere è diventata evidente a giugno, quando la prospettiva di una stretta della Bce aveva portato il premio per il rischio chiesto dagli investitori nelle obbligazioni italiane rispetto a quelle tedesche - il cosiddetto spread - verso i 250 punti.

 

ignazio visco

Il Tpi scatta a una serie di condizioni come la sostenibilità fiscale e l'assenza di forti squilibri macroeconomici, ma la presidente della Bce Christine Lagarde ha sottolineato che la decisione dipenderà in ultima istanza dal direttivo. «Stiamo parlando di una decisione empirica, non ideologica», spiega Visco: «Decideremo sulla base di una serie di fattori obiettivi da selezionare in una discussione onesta e profonda». Alla domanda se, in caso di necessità, la Bce possa lanciare gli acquisti in 24 ore, ha risposto: «Credo di sì. Perché no?».

 

La questione dell'urgenza non è pura teoria, come mostrato dalla precipitosa caduta del governo di Mario Draghi, che ha riacceso i timori su un balzo del costo del debito italiano. Visco però è tranquillo, secondo lui i mercati non sono eccessivamente preoccupati dalla crisi politica italiana.

 

VERTICE CENTRODESTRA A MONTECITORIO

Sottolinea che lo spread italo-tedesco resta sotto i livelli di metà giugno, quando Draghi sembrava al sicuro. Ha anche descritto gli ultimi movimenti dello spread come una funzione degli investitori in cerca di certezze, in un momento in cui una politica monetaria più rigida della Bce e una crescita più lenta in Italia possono rendere più complicato ridurre il debito ai parametri europei.

 

Mercoledì lo spread sui titoli decennali italiani ha ripreso a salire, mentre l'agenzia di rating S&P Global ha cambiato la sua stima da positiva a stabile. Per quanto riguarda gli impegni di Roma per il Recovery fund europeo, Visco dice di essere ottimista sulle prospettive, indipendentemente da chi andrà al governo dopo le elezioni del 25 settembre: «Penso che rispetteremo i requisiti».

 

SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

Visco, un fan del romanzo «I pilastri della terra» di Ken Follett, una storia epica di anarchia e potere, dice che l'Italia deve essere giudicata dalle sue politiche, non dai suoi politici. E ricorda che, nonostante tutte le schermaglie della campagna elettorale, il vincitore dovrà rendersi conto di non essere libero di fare quello che vuole: «Per la crescita è cruciale tornare a tassi relativamente decenti», ricorda, e aggiunge che per farlo «l'Italia si è posta degli obiettivi in base al Pnrr».

 

La politica concreta per raggiungere questi obiettivi può cambiare, ma «qualunque governo dovrà mantenere gli obiettivi formulati negli ultimi anni», ricorda Visco. Il governatore non condivide il timore che i problemi economici dell'Italia possano far precipitare l'Eurozona in una nuova crisi del debito: «L'economia europea è estremamente resistente e molto più unita», insiste.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Esattamente 10 anni dopo il famoso «whatever it takes» di Draghi, Visco vede «zero rischi» che l'unione monetaria possa rompersi. La vera sfida, secondo lui, è garantire la crescita e incrementare la capacità fiscale comune. «In Europa, bisogna muoversi verso un'unione fiscale. Non possiamo avere un'unica politica monetaria e 19 politiche fiscali differenti», dice.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…