giulio berruti maria elena boschi

OGGI MARIA ELENA BOSCHI È RIAPPARSA SUI GIORNALI, CON UN’INTERVISTA A “LA STAMPA”. DURANTE IL PERIODO ELETTORALE, INVECE, ERA SPARITA DAI RADAR. DOV’ERA FINITA? PARE CHE RENZI L’ABBIA “SILENZIATA” VISTO CHE, ORMAI, È PIÙ PRESENTE SULLE COPERTINE DEI SETTIMANALI DI GOSSIP CHE IN GIRO A FAR POLITICA - PER IL SENATORE SEMPLICE DI RIGNANO, LA BOSCHI, TRAVOLTA DALL’AMORE PER GIULIO BERRUTI, S’È TRASFORMATA IN UNA DIVA DA ROTOCALCO…

1 - DAGONEWS

maria elena boschi matteo renzi

Oggi Maria Elena Boschi è riapparsa sui giornali, con un’intervista a “la Stampa”. Durante il periodo elettorale, invece, era sparita dai radar. Dov’era finita? Gli “addetti ai livori” sostengono che Matteo Renzi le avesse messo la mordacchia. L’ha “silenziata” visto che, ormai, è più presente sulle copertine dei settimanali di gossip che in giro a far politica. Per il senatore semplice di Rignano, “Meb” - travolta dall’amore per Giulio Berruti - s’è trasformata in una diva da rotocalco trascurando “Italia viva” di cui è anche capogruppo: meglio toglierle il ruolo di volto e front runner del partito.

 

maria elena boschi giulio berruti da chi 5

2 - RENZI DELIRA: «HO SALVATO IL GOVERNO» E PUNTA AL BANCHETTO DEL RIMPASTO

Carlo Cambi per “la Verità”

 

Gli psicologi la chiamano Sindrome di Pinocchio e alimenta la resurrezione di Ghino di Tacco. Era il soprannome che avevano dato a Bettino Craxi, ora si attaglia perfettamente a Matteo Renzi che vuole taglieggiare il governo avendo il peso elettorale di una piuma. Avvelenata. Succede tutto in Toscana. La sindrome l'ha coltivata a Palazzo Chigi e oggi ha una ricaduta: mente con una tale sicumera che si convince che sia la verità. Sostiene - per poi andare all'incasso: tra nomine e rimpasto - di aver salvato per la seconda volta Giuseppe Conte con i suoi strabilianti risultati alle regionali di due giorni fa. Lo ha detto al Corriere della Sera: «A questo punto il partito c'è ed è più forte del previsto».

 

maria elena boschi matteo renzi

Per Matteo Renzi la sua Italia è proprio viva, l'Italia vera però non se la passa benissimo. A conti fatti ha raccattato il 4,2 % dei voti: ci fosse uno sbarramento serio al 5% con la prossima legge elettorale, non entrerebbe in Parlamento. Avrà cinque consiglieri regionali presi in coalizione con il centrosinistra.

 

maria elena boschi giulio berruti da chi 4

Ne vorrebbe uno nelle Marche, ma non lo avrà perché è il seggio dello sconfitto candidato presidente, il piddino Maurizio Mangialardi. Dove Italia viva ha corso da sola è sparita: in Puglia Renzi si è schierato con il preciso intento di far perdere Michele Emiliano per poi «ricattare» Pd e governo, ma ha preso il 2%, con Ivan Scalfarotto che non entra in consiglio regionale; non entra nessuno di Italia viva in Veneto e Liguria.

maria elena boschi giulio berruti da chi 3

 

Deve ringraziare Vincenzo De Luca che gli ha portato in dote tre consiglieri in Campania ed Eugenio Giani che gliene offre due in Toscana, altrimenti sarebbe all'irrilevanza. Eppure Matteo Renzi si vanta del risultato in Toscana, che in effetti è stato il salvagente del governo. Fosse stata eletta Susanna Ceccardi, saltava Palazzo Chigi, di sicuro Nicola Zingaretti e addio la forza d'interdizione di Italia viva. In Toscana, però, Matteo Renzi ha cercato di salvare sé stesso. Ci è riuscito?

 

Per ora prova a condizionare il governo. Lo farà in occasione del rimpasto. Giuseppe Conte - da avvocato qual è - però conosce benissimo il brocardo simul stabunt simul cadent e sa che Renzi ha un bisogno disperato che il governo resista, per sopravvivere. Perciò in Toscana Renzi si è speso oltre ogni modo per Eugenio Giani, fino al punto di chiedere a Maurizio Landini - come peraltro rivelato dalla Verità - di mettere la Cgil a disposizione del candidato del Pd.

maria elena boschi giulio berruti da chi 2

 

E così i pensionati dello Spi si sono messi a reclutare e ad accompagnare ai seggi tutti i nonni, anche quelli malfermi sulle gambe. In un'intervista al Messaggero, peraltro, Matteo Renzi ha confessato che aveva una paura matta di perdere in Toscana e grazie a Giani ora tutto è a posto e si può pensare al Recovery fund e a fare bene. Andando avanti con questo governo e raschiando qualche poltrona in più proprio come faceva Ghino di Tacco. Ma per quanto sia affetto da sindrome di Pinocchio, il senatore sa che i numeri non mentono e il pericolo più incombente per lui, dopo il referendum, si chiama legge elettorale. Così ieri ha messo le mani avanti.

MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI

 

«Siamo disposti a discutere di legge elettorale perché secondo me questa maggioranza fino al 2023 va avanti e saremo più forti». Ma non certo di proporzionale. Facciamo una bella riforma costituzionale in questi due anni, «ma se i nostri compagni di strada sceglieranno il sistema proporzionale», ha detto in conferenza stampa, «siamo pronti a discuterne, ma pensiamo occorrano dei correttivi». Primo fra tutti la quota di sbarramento. Matteo di Tacco si prepara a chiedere un'altra gabella. Come il figurante che a Roberto Benigni e Massimo Troisi ripeteva: «Quanti siete? Dove andate? Un fiorino». La scena è girata in Toscana. Il film s' intitola: Non ci resta che piangere.

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