conte salvini di maio

E ORA CHE CE FAMO CON CONTE? - IL PREMIER CHE SI ERA SCHIERATO COI GRILLINI PRIMA DEL VOTO ORA TREMA. SALVINI STAMATTINA LO HA CHIAMATO RIBADENDO ''LA LEALTÀ DELLA LEGA AL CONTRATTO DI GOVERNO'' - L'AVVOCATO DEGLI ITALIANI SI RIPOSIZIONA SUBITO APRENDO A TAV E FLAT TAX. MA PER LA TASSA PIATTA BISOGNA RINUNCIARE A QUALCOSA DI CARO AI GRILLINI…

 

SALVINI, SENTITO CONTE,LEALTÀ LEGA NON IN DISCUSSIONE

 (ANSA) - "Ho sentito il presidente del Consiglio. Ribadisco che la lealtà della Lega al contratto e al governo non è mai stata in discussione". Così Matteo Salvini.

 

SALVINI, PRONTO PER VERTICE DI GOVERNO

CONTE E SALVINI

(ANSA - Un vertice di Governo? "Sì, io sono qua oggi, domani, dopodomani". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini, in conferenza stampa al Viminale. "Ho sentito Conte, non ancora Di Maio o Berlusconi. Li sentirò nei prossimi minuti", ha aggiunto.

 

 

1. UNA CATENA DI ERRORI ORA IL VICEPREMIER FINISCE SOTTO PROCESSO

Federico Geremicca per ''la Stampa''

 

Dissipare. Verbo transitivo. Per la Treccani significa far svanire, dissolvere, distruggere: per Luigi Di Maio, invece, vuol dire un gran mucchio di guai in arrivo. Il crollo di una dozzina di punti percentuali in appena un anno di governo, infatti, è il più clamoroso caso di dissipazione elettorale della storia politica italiana (Matteo Renzi, in fondo, ce ne mise quattro per scendere dal 40 e passa per cento delle Europee 2014 al 18,7 delle Politiche 2018).

 

Naturalmente, se un patrimonio di voti è andato così fulmineamente dissipato, vuol dire che da qualche parte si nasconde un dissipatore. È forse Beppe Grillo, colpevole di essersi così tanto allontanato dal Movimento? O è Davide Casaleggio con i suoi computer, i clic e la piattaforma? Nessuno, onestamente, pensa che il dissipatore sia uno di loro due.

matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze

Del resto, il Capo Politico è lui. E visto che ha quotidianamente ricordato e rivendicato la sua carica, ora a Di Maio toccherà spiegare che diavolo è successo: sperando che la spiegazione venga giudicata esauriente in un Movimento che va rapidamente trasformandosi in campo di battaglia.

 

Potrebbe ovviamente tentare di cavarsela andando sul classico e annotare: «Stare a Palazzo Chigi non paga, in questo Paese chi governa ha poi sempre perso le elezioni e comunque rispetto alle precedenti Europee non è andata male...». Potrebbe cioè parlare come un segretario di partito qualunque: ma non sarebbe un bel sentire e, soprattutto, difficilmente gli assicurerebbe l' assoluzione.

Quindi lo farà, certo: ma non basterà.

 

No. Luigi Di Maio dovrà prima di tutto spiegare una scelta di fondo mai del tutto digerita dai militanti della prima e della seconda ora: l' adesione supina a una linea - quella leghista - che ha spesso messo in difficoltà il Movimento nel rapporto con i suoi tanti nuovi elettori.

Non è questione di destra o sinistra, ma di quei valori - chiamiamoli così - che il Capo Politico è sembrato riscoprire quand' era ormai troppo tardi: la moderazione, l' antifascismo, la legalità, i diritti civili e individuali. Perché si è atteso il caso Siri e l' attacco alla festa del 25 aprile, per esempio, per prendere le distanze da Salvini e da certi suoi modi? Le lenzuola rimosse, le foto col mitra, CasaPound, i rimpatri promessi e mai effettuati...

 

Una scelta di fondo, dunque, e poi le tante altre - piccole o enormi - forse chiare ai militanti del giro stretto ma spesso incomprensibili per molti dei quasi 11 milioni di elettori di un anno fa. Perché non fare le Olimpiadi? Perché insistere nel bloccare la Tav? Perché tradire le promesse e lasciare che l' Ilva di Taranto continui a inquinare? E soprattutto: perché tanta incompetenza nella squadra di governo e tante mosse incomprensibili? Il minacciato impeachment del Capo dello Stato, l' attacco alle Ong, il pellegrinaggio francese per cercar patti coi gilet gialli...

Fontana, Salvini, Tajani e Conte al Salone del Mobile

 

Insomma: la foto che ci consegna questa piovosissima domenica di fine maggio, è quella di un Movimento travolto dall' esondare delle sue promesse e seppellito dall' impatto con la prova del governo. Luigi Di Maio dovrà rispondere di entrambe le calamità, perché è stato lui a condurre una campagna elettorale che aveva trasformato l' impossibile in possibile ed è stato sempre lui a scegliere - uno per uno - i membri della squadra di governo.

 

Potrà certo invocare correità, ma Roberto Fico e l' amato desaparecido (s' intende Alessandro Di Battista) sembrano già pronti a ricordare al Capo Politico i loro dissensi, prendendo posto sulla solita e affollata sponda del fiume.

Dissipare: ed essere traditi proprio dal Sud, nonostante quel reddito di cittadinanza che tanto è costato al Paese.

 

E poi la disfatta piemontese, frutto di tante cose ma soprattutto di una battaglia - quella sulla Tav - che un conto è minacciare dall' opposizione e tutt' altro condurre dalle stanze di un ministero.

 

Dietrofront e furbizie. E alla fine, nella notte, il materializzarsi della Grande Paura: il sorpasso da parte del nemico più odiato. Mai dissipazione fu peggiore.

 

 

2. CONTE TEME PER IL SUO FUTURO "LA CAMPAGNA ELETTORALE HA INDEBOLITO IL NOSTRO LAVORO"

Ilario Lombardo per ''la Stampa''

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Giuseppe Conte ha fretta di blindare il governo. La sua domenica elettorale è stata giusto una parentesi tra il prima e il dopo, nella speranza che il dopo faccia dimenticare in fretta i toni della campagna elettorale, che, sostiene, «ha acceso particolarmente il clima senza certo giovare all' azione del governo».

 

Maglioncino e camicia da relax, Conte si è recato a votare in tarda mattinata al centro di Roma, poi è tornato in famiglia. Ma ha tenuto a far sapere di aver passato comunque la giornata a lavorare su un calendario di dossier e riunioni che non sono più rimandabili. Lo ha fatto tra i brutti presagi del pomeriggio che la notte ha confermato, consegnando un responso inequivocabile con conseguenze prevedibili per il presidente del Consiglio.

 

Da oggi in poi Matteo Salvini si muoverà sempre di più da premier ombra, sbracciandosi e assottigliando gli spazi di autonomia del capo del governo. Nell' immediato Conte sarà investito del compito di tenere per quanto possibile in piedi la maggioranza che lo ha messo a Palazzo Chigi. I conti, però, vanno fatti di fronte ai nuovi rapporti di forza: il M5S esce sconfitto, la Lega vincente. Il capovolgimento è tutto nei numeri. Ed è il Movimento il partito di cui il premier è espressione.

 

giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9

Conte è il primo a sapere che ora grava una grande incognita sul suo futuro. Vanno raccolti i cocci di due mesi di liti violenti, con la coda di una frattura, esibita pubblicamente, tra l' inquilino numero uno di Chigi e il sottosegretario, il leghista Giancarlo Giorgetti. Obbligato a un equilibrismo complicato dagli infiniti battibecchi di Lega e 5 Stelle, nelle ultime settimane Conte è stato trascinato in una rissa tra tifoserie, percepito come troppo sensibile alle ragioni dei grillini. Il caso Siri, la flat tax, le autonomie, il decreto Sicurezza.

 

E la Tav. Soprattutto la Tav. L' Alta velocità Torino-Lione a breve irromperà nuovamente sulla scena a intorbidire l' armonia della maggioranza. Conte sarà chiamato nuovamente a una mediazione sul filo dell' acrobazia, come fece a febbraio. Con la differenza che questa volta non dovrà scontentare Salvini. L' elenco delle cose da fare che il leghista metterà sul tavolo non è solo lungo ma anche pesante. E il premier sa che dovrà ingoiare più di quanto è stato disposto a fare finora.

 

«C' è un contratto, rispetteremo quello e nel contratto sono previste flat tax e autonomie», confida Conte, che anticipa una settimana impegnativa di lavoro, quasi a scacciare gli incubi di un ribaltone. Per il resto, Conte si aspetta una discussione accesa anche sull' opportunità di ritoccare l' accordo di maggioranza e non esclude un rimpasto tra i ministri. Intanto oggi avrà una riunione con i tecnici del Tesoro per un aggiornamento sul quadro economico. Domani, dedicherà l' intera mattinata a valutare gli emendamenti del decreto Sblocca cantieri che ancora naviga in Parlamento. Nel pomeriggio volerà a Bruxelles per il vertice informale in cui si comincerà a discutere di nomine europee.

 

giuseppe conte e luigi di maio con la postepay per il reddito di cittadinanza

Conte arriverà in rappresentanza di un governo spaccato, per metà trionfante per metà perdente. Due partiti che hanno sfidato Bruxelles sui conti pubblici, e che ora saranno in minoranza nell' Europarlamento, con di fronte a sé una delle leggi di Bilancio più difficili da realizzare.Il premier verrà accolto con mille dubbi sul destino della maggioranza italiana, sulle ambizioni di Salvini e le debolezze dell' esecutivo. Conte farà quello che ha sempre fatto: cercherà di tranquillizzare, di assicurare che la stabilità non è messa in discussione, che il lavoro andrà avanti e che ci sarà ancora lui in autunno, quando si entrerà nel vivo della Finanziaria. Sono le stesse rassicurazioni che dovrà rivolgere a se stesso.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...