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ORA CHE LA RISOLUZIONE DI CONTE SI È DIMOSTRATA QUELLO CHE ERA, FUFFA, DRAGHI PUÒ PENSARE ALLE COSE IMPORTANTI – “MARIOPIO” È ATTERRATO A BRUXELLES PER IL CONSIGLIO EUROPEO: CON L’EGO DI MACRON SGONFIATO E SCHOLZ IMPANTANATO, IL PREMIER ITALIANO TORNA A ESSERE IL POTENZIALE PERNO DELL’UE. IL TEMA DELL’ENERGIA UFFICIALMENTE NON È ALL’ORDINE DEL GIORNO, MA IL GRANDE GESUITA PUNTA A STRAPPARE UN SÌ PIENO AL TETTO DEL GAS. E POI C’È LA QUESTIONE INFLAZIONE, CON I FALCHI PRONTI A STREPITARE…

Alessandro Barbera e Marco Bresolin per “la Stampa”

 

MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO

A 24 ore dal redde rationem nella maggioranza sulla linea di politica estera del governo, stamattina Mario Draghi atterra a Bruxelles per il primo di tre appuntamenti delicatissimi: oggi e domani il Consiglio europeo, nel week-end il vertice dei Sette grandi in Baviera, subito dopo a Madrid, dove l'incontro si allargherà ai leader dell'Alleanza atlantica.

 

Tutto si tiene in un intreccio inestricabile di interessi. Paradosso vuole che le questioni più rilevanti per l'Italia non hanno nulla a che fare con quella che ha provocato la scissione nei Cinque Stelle, ovvero se modificare il decreto che permette di inviare armi a Kiev senza il voto di Camera e Senato.

MEME SULLA SCONFITTA ELETTORALE DI MACRON

 

Ciò su cui Draghi darà battaglia e incontrerà difficoltà sono il tetto al prezzo del gas e lo scudo anti-spread. In entrambi i casi può contare sul sostegno pieno della maggioranza, mentre gli avversari sono i Paesi nordici guidati dalla Germania. L'esito della spaccatura in quello che era il partito di maggioranza relativa può essere letto in una doppia chiave, solo apparentemente contraddittoria: da un lato Draghi è più forte, perché ora c'è una grossa pattuglia di ex grillini a suo favore.

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN MEME

 

Allo stesso tempo nelle cancellerie si chiedono cosa possa accadere ad un governo il cui ministro degli Esteri si è trovato costretto a lasciare il partito, che pure quella maggioranza la sostiene. Draghi sa di avere gli occhi addosso, e per questo non lascia nulla al caso: ieri ha approvato un primo decreto per affrontare la crisi degli stoccaggi, con molta probabilità alzerà oltre il 25 per cento la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche - evitando così nuovo deficit - ha chiesto la fiducia sul secondo decreto di attuazione del piano delle riforme: va convertito in legge entro fine mese e l'alternativa farlo decadere.

MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO

 

Il tema dell'energia non figura nell'agenda ufficiale del vertice di oggi, ma il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è convinto che la questione non potrà non essere affrontata. Accadrà probabilmente domani, quando si riunirà l'Eurosummit per discutere della situazione economica e in particolare dell'inflazione legata ai prezzi dell'energia.

 

Quello sarà il momento in cui i "falchi" intendono alzare nuovamente alzare la voce contro Christine Lagarde per lo scudo anti-spread proposto dalla Banca centrale europea. La progressione dell'agenda non è un dettaglio secondario: Draghi potrebbe sollevare il problema del gas già oggi durante la discussione sull'Ucraina. Il capo del governo vuole infatti far inserire nel testo delle conclusioni un riferimento all'utilizzo del gas come "arma" da parte della Russia, esattamente come il grano.

 

Per Draghi il taglio di questi giorni delle forniture da parte di Gazprom rappresenta un assist per riproporre un tetto che andrebbe introdotto sotto forma di sanzione esclusivamente al metano che arriva via gasdotto dalla Russia. Al vertice di maggio il Consiglio europeo aveva invitato la Commissione a studiare una proposta e Draghi insisterà perché la si scriva al più presto.

 

mario draghi volodymyr zelensky

L'obiettivo è chiudere la pratica prima della pausa estiva, anche se un alto funzionario europeo ieri parlava con più realismo di settembre-ottobre. Il problema è che «ci sono idee diverse su come arrivare al tetto al prezzo del gas» spiega la fonte, ammettendo che «finora non siamo riusciti ad arrivare a un consenso» anche perché «abbiamo ricevuto richieste di forte cautela da parte di alcuni Paesi che temono ulteriori perturbazioni sul mercato». Nelle riunioni preparatorie Berlino ha replicato alla proposta italiana obiettando così: «E se poi Mosca tagliasse le forniture del 100%?».

 

mario draghi charles michel ursula von der leyen

La domanda aleggerà sul tavolo dei leader e nessuno vuole fare i conti con la risposta. Di certo Draghi ha intenzione di chiedere alla Commissione un'analisi approfondita sull'impatto delle sanzioni tra gli Stati europei, per vedere chi sta pagando il prezzo più alto. Il premier sa di poter contare sul sostegno pieno di Washington.

 

La sua ex collega Yanet Jellen - con cui si sente regolarmente al telefono - è convinta che andrebbe introdotto anche un limite al prezzo del petrolio russo, almeno fino a quando non scatterà il bando previsto solo per la fine di quest' anno. Poiché il no tedesco rende difficile discuterne subito, al vertice dei Sette si parlerà solo di petrolio. La logica è però la stessa: solo così si può limitare il sostegno finanziario alla guerra dello Zar e calmierare i prezzi dell'energia.

 

mario draghi al senato 1

Draghi ha dalla sua la Francia di Emmanuel Macron, la Spagna, il Portogallo, la Grecia - ieri il premier ne ha discusso a quattr' occhi a Palazzo Chigi con il collega Kyriakos Mitsotakis - e sta cercando il sostegno dei Paesi baltici, in allarme per la crisi scoppiata fra la Lituania e l'enclave russa di Kaliningrad dopo il blocco delle merci colpite dalle sanzioni. L'esito delle elezioni politiche a Parigi ha indebolito Macron, ma per Draghi potrebbe rivelarsi un vantaggio competitivo.

 

mario draghi ursula von der leyen

La fermezza con cui ha difeso il testo della risoluzione di maggioranza gli permette di sedere al tavolo dei Ventisette a testa alta. Diversamente sarebbe stato costretto alle dimissioni: nelle bozze delle conclusioni del vertice c'è già scritto l'impegno ad «aumentare il sostegno militare» verso Kiev. C'è però da sciogliere il nodo legato a come finanziarlo: quasi la metà del fondo europeo (pensato per il periodo 2021-2027) è già stato utilizzato.

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYENmario draghi charles michel ursula von der leyen MARIO DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA A KIEV

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