fico conte

E ORA CHE SUCCEDE? FICO FA ARENARE LA TRATTATIVA: "RESTO A MONTECITORIO, NON VADO A FARE IL PREMIER". I GRILLINI INSISTONO SU UN CONTE 2 CHE HA L’OK ANCHE DI RENZI E FRANCESCHINI – NEL PD I FAUTORI DELL'ACCORDO CON IL M5S TEMONO UN BLITZ DI ZINGARETTI CHE FACCIA SALTARE LA TRATTATIVA…

Chiara Sarra per www.ilgiornale.it

 

fico conte

Dal Partito democratico ci hanno provato a sbloccare la trattativa con i 5 Stelle. L'offerta - diventata via via più palese - era di permettere a Roberto Fico di sedere sulla poltrona più alta del governo. "È chiaro che ci avanzassero la proposta di Fico, non potremmo dire di no", aveva ammesso Nicola Zingaretti ribadendo il suo no "non negoziabile" a un Conte bis.

 

Ma evidentemente chi ha rimesso sul tavolo il nome dell'attuale presidente della Camera non aveva fatto i conti con il grillino "duro e puro". Che proprio grazie alla sua carica è riuscito finora a non "sporcarsi le mani" col governo, mantenendo una certa integrità anche agli occhi della base. E infatti dopo quasi 24 ore di voci, Roberto Fico ha deciso di sfilarsi. "Intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo", dicono fonti vicine alla presidenza di Montecitorio. E anzi, secondo fonti 5 Stelle, il nome sul tavolo rimarrebbe quello di Giuseppe Conte.

 

giuseppe conte e roberto fico

L'ipotesi Fico piace soprattutto all'ala più ortodossa - quella che fa capo proprio a lui - del movimento, ma anche al Pd. E non solo perché da presidente della Camera è riuscito a tenersi fuori da provvedimenti e decisioni prese dal governo Conte. Ma anche perché più volte con le sue uscite ha dato prova di essere ben più vicino ai temi cari alla sinistra di altri esponenti grillini.

 

Come ad esempio le lotte per i diritti dei gay, ma anche per lo ius soli e una visione favorevole all'accoglienza e contraria alla chiusura dei porti. Basti pensare a quel pugno chiuso sventolato il 2 giugno 2018 alla fine della parata per la festa della Repubblica o alla dedica a "migranti e rom" della stessa ricorrenza quest'anno. O ai molti scontri con Matteo Salvini sulla politica anti ong e la sua plateale uscita dall'aula quando sono stati votati i decreti sicurezza.

roberto fico

 

Ma con il suo rifiuto si riaprono i giochi. La trattativa - assicurano i due partiti - va avanti. Per ora i dem lavorano al programma e ai dossier da portare al tavolo coi 5 Stelle. Il tempo però sta per scadere: per martedì Sergio Mattarella ha indetto nuove consultazioni. E pretende un accordo concreto per un governo che non rischi di cadere di nuovo tra pochi mesi. Altrimenti scioglierà le Camere e si tornerà al voto.

 

 

"OCCHIO, ZINGA FA SALTARE TUTTO". I RENZIANI NON SI FIDANO PIÙ

 

Pasquale Napolitano per il Giornale

 

conte fico

L'unità è contenuta solo nel documento approvato dalla direzione nazionale la settimana scorsa. Ma nel Pd è in atto una guerra tra correnti sulla trattativa con i Cinque stelle per la formazione di un governo giallorosso. Dal fronte del segretario nazionale Nicola Zingaretti assicurano che il veto sul Conte bis non cadrà. E pare, infatti, che nelle ultime ore il nome del presidente del Consiglio dimissionario, indicato da Luigi Di Maio per guidare un governo tra dem e grillini, sia già superato.

 

roberto fico e giuseppe conte

Tra veleni, attacchi e smentite, il Pd cerca la via d'uscita in vista del secondo giro di consultazioni al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Martedì alle ore 18, nella giornata che precede la salita al Colle della delegazione dem, Zingaretti dovrebbe riunire nuovamente la direzione nazionale per approvare il documento finale che aprirà la strada all'alleanza con il M5s. Ma ieri c'è stata una pre-direzione (a porte chiuse) tra lo stato maggiore del Pd per fare il punto in vista dell'ultimo, delicato, passaggio in direzione.

 

Oggi, alle ore 15, si riuniranno i tavoli tematici dei dem per mettere a punto il programma: una mossa per prendere altro tempo. La partita vera si gioca sulla scelta del premier e sul via libera definitivo al patto con i pentastellati. L'area che tifa per le elezioni anticipate si è ristretta ulteriormente: solo Paolo Gentiloni e Andrea Orlando spingono per andare alle urne.

FRANCESCHINI RENZI GENTILONI

 

Rotta tracciata anche dalle parole dell'ex ministro della Giustizia Orlando: «Verificare le condizioni e se non ci sono, voto. Molto laicamente». L'ex ministro Dario Franceschini è per il governo a tutti costi. Matteo Renzi prima appoggia la linea del segretario Zingaretti sul no a un Conte bis ma poi chiede responsabilità: «Salvini ha chiesto pieni poteri ma rispetto a 15 giorni fa adesso è anche in un angolo, quasi ko. Mi auguro che adesso prevalga la responsabilità. E che si pensi all'Italia, non all'interesse dei singoli».

 

FRANCESCHINI RENZI

I renziani temono un blitz del segretario, che faccia saltare l'accordo. Terrore che l'ex ministro Maria Elena Boschi lascia trapelare: «Nel momento in cui il segretario, che sta seguendo la trattativa con il Movimento cinquestelle, ha espresso una posizione credo che soltanto il segretario, eventualmente, possa cambiare quella posizione». Graziano Delrio, capogruppo dei dem a Montecitorio, lascia aperta la porta al Conte bis: «Sulle priorità del Paese e delle famiglie serve vera discontinuità. Cambiare agenda significa smettere la guerra alla cooperazione sociale, alle Ong, ai volontari ed alle persone che aiutano chi soffre ed è più debole. Contrastare con la massima determinazione il cambiamento climatico e lo sfruttamento del territorio. Agire per abbattere la disoccupazione e mettere più soldi in tasca ai lavoratori.

orlando renzi franceschini

 

zingaretti renzi

Aiutare le famiglie a crescere i propri figli con politiche efficienti e serie e con scuole di qualità». E anche il senatore Tommaso Cerno si schiera nel gruppo pro-Conte: «Chi parla di Conte bis sbaglia. Come fu per De Gasperi sarebbe un Conte due. La certificazione di una maggioranza alternativa sta nelle parole di censura alla Lega pronunciate in Parlamento e nella costruzione di un governo con il Pd, che abbia fiato politico. Per il resto i veti e le velleità personali non trovano reale spazio in questa palingenesi della sinistra che tenta di dare un futuro al Paese ancorato nel passato». Troppe divisioni in una partita delicata. E con un rischio elevato di fallire.

FOTOMONTAGGIO – LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTIRENZI FRANCESCHINI

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?