conte salvini di maio

ORA O MAI PIÙ – SE IL GOVERNO NON CADE DA QUI ALL’8 SETTEMBRE SARÀ COSTRETTO A SOPRAVVIVERE A LUNGO: QUEL GIORNO LA CAMERA VOTA IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI IN QUARTA LETTURA E NON SI POTRÀ TORNARE ALLE URNE PRIMA CHE LE NUOVE NORME ENTRINO IN VIGORE. E CI VORRÀ TANTO TEMPO, SOPRATTUTTO SE L’OPPOSIZIONE CHIEDERÀ UN REFERENDUM – RIMPASTO O CRISI? SALVINI DEVE DECIDERE IN FRETTA CHE FARE

Annalisa Cuzzocrea e Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

C' è una nuova certezza, a increspare le acque del governo giallo- verde. Un nuovo tassello che mette Luigi Di Maio e soprattutto Matteo Salvini davanti a una scelta definitiva. Se il governo non cade adesso, se resiste al voto di fiducia sul decreto sicurezza bis e alla mozione sulla Tav, sarà costretto a sopravvivere a lungo. A meno che non decida di lasciare il passo a un altro esecutivo, a un Conte bis sulla base di chissà quali nuove alleanze o a un governo tecnico scelto dal presidente della Repubblica.

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO CHERNOBYL BY LUGHINO

 

Sergio Mattarella avrebbe infatti fatto capire ai 5 stelle e alla Lega che non consentirà giochini. Se l' 8 settembre, come previsto, la Camera voterà il taglio dei parlamentari in quarta lettura, se quindi la riforma costituzionale ideata dal Movimento sarà legge e porterà il numero dei seggi da 945 a 600, non si tornerà alle urne prima che le nuove norme siano entrate in vigore. Il che significa che potrebbero passare molti mesi. Perché è ragionevole pensare che l' opposizione chieda che si svolga un referendum, com' è suo diritto.

tria di maio salvini conte

 

Possono farlo, secondo l' articolo 138 della Costituzione, «un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali ». Ci sono tre mesi di tempo per chiederlo, la data dovrà poi essere fissata nei 90 giorni successivi. Infine, dal giorno della consultazione, passerebbero comunque due mesi prima che la riduzione dei seggi divenga effettiva (lo prevede lo stesso articolo 4 della riforma).

 

votazione per ddl costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari 1

Prima di quel giorno, qualunque cosa accada, il capo dello Stato non scioglierà le Camere. Mattarella non intende consentire di aggirare un' espressa volontà del Parlamento o - se ci sarà il referendum e se promuoverà la riforma - degli stessi cittadini. A quel punto, davanti a una crisi, l' unica possibilità sarebbe quella di esplorare altre strade per tenere in vita la maggioranza. Almeno fino all' estate. «E se sarà così tutto può succedere - dice uno dei fedelissimi del vicepremier M5S - anzi, per come stanno le cose, se fossimo furbi il referendum dovremmo chiederlo noi per primi. Per incassare politicamente il risultato e per allungare i tempi della legislatura».

 

CONTE E MATTARELLA

Se davvero vuole evitare tutto questo, Matteo Salvini ha davanti due strade: la prima è quella di aprire la crisi adesso, sul decreto sicurezza bis o sulla Tav, che mercoledì vedrà Lega e 5 stelle schierati al Senato su posizioni opposte. La seconda è quella di non far passare il taglio dei parlamentari, che pure finora ha sostenuto, il prossimo 8 settembre, al rientro dalle vacanze. Una scelta difficile da spiegare al suo elettorato, ma sempre possibile.

 

LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI INVECCHIATI CON FACEAPP

Non c' è una terza via. L' ipotesi che il Colle consenta di votare in qualsiasi momento, come molti avevano sperato, soprattutto nella Lega, è stata esclusa. La scelta è qui e ora. Ed è il motivo per cui Di Maio sprona Salvini, lo ha fatto ancora ieri a Radio Anch' i o, a dire cosa vuole: se pretende nuovi ministeri o se davvero intende far finire subito l' esperienza del governo giallo-verde. Il leader M5S sarebbe pronto ad aprire il rimpasto, magari dopo la nomina del nuovo commissario europeo.

 

salvini toninelli

Potrebbe sacrificare Danilo Toninelli e mettere al suo posto al ministero delle Infrastrutture il capogruppo M5S del Senato Stefano Patuanelli. Affiancandogli due nuovi sottosegretari leghisti, visto che Armando Siri e Edoardo Rixi sono stati esclusi per le inchieste a loro carico. Potrebbe concedere agli alleati la guida del ministero della Salute, sfiduciando di fatto Giulia Grillo. Ma vuole prima capire a che gioco sta giocando l' alleato. E farlo non è semplice.

LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE ALIAS MARK CALTAGIRONE MATTEO SALVINI BY OSHO

 

Soprattutto perché lunedì, ha davanti a sé la prova più dura. Sul tavolo del capo politico M5S sono arrivati numeri allarmanti: ci sono dieci senatori che all' ultima riunione di gruppo, a Palazzo Madama, hanno detto di non aver intenzione di votare la fiducia al decreto sicurezza bis.

Tra questi Elena Fattori, Matteo Mantero, Virginia La Mura, Lello Ciampolillo . Ma anche Alberto Airola, ancora furioso per la vicenda della Tav. E altri insospettabili che in queste ore stanno subendo il pressing dei vertici affinché ci ripensino.

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

 

Se nessuno dei ribelli rientrerà, la maggioranza che il ministro dell' Interno ha detto di voler vedere sarà ben lontana dall' esserci. La fiducia passerebbe solo grazie alla non belligeranza di parte dell' opposizione. I senatori di Fratelli d' Italia e di Forza Italia potrebbero uscire dall' aula consentendo il varo definitivo di una legge che condividono. E che avrebbero anche votato, se la Lega non avesse preteso la fiducia. Ma la maggioranza non sarebbe autonoma.

MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

 E a quel punto, il leader leghista potrebbe recriminare sulla mancata affidabilità degli alleati. E cogliere la palla al balzo per evitare di restare intrappolato in un governo in cui non sembra credere più. Se però decidesse di andare avanti nonostante tutto, o se le minacce dei ribelli M5S rientrassero, avrebbe una seconda chance mercoledì: quando la Lega sarà costretta a votare con Pd e Forza Italia contro la mozione presentata dai 5 stelle per mantenere il no di facciata sulla Tav.

 

danilo toninelli palestrato

Sarà la prova plastica di una differenza profonda e incolmabile. La scusa ideale da cavalcare in campagna elettorale, se davvero la voglia di prendersi tutto, e subito, finirà per prevalere.

Lunedì al Senato la fiducia potrebbe passare solo grazie all' uscita dall' aula di Fi e Fdi. Ma la maggioranza non sarebbe autonoma Il presidente Sergio Mattarella, 78 anni, Capo dello Stato dal 2015. Il mandato scadrà nel 2022.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...