letta conte

ORA E’ LETTA CHE TRATTA CONTE DA JUNIOR PARTNER E PONE LE CONDIZIONI: NIENTE VOTO ANTICIPATO DOPO L’ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO E NESSUN VETO A RENZI-CALENDA - RESTANO LE DISTANZE SU ALCUNI TEMI CHIAVE COME LA PARTITA DEL COLLE. CONTE VUOLE SPEDIRE DRAGHI AL QUIRINALE, ENRICHETTO INVECE… - ANCHE SUL DDL ZAN RESTANO LE DISTANZE - IL VIDEO ESCLUSIVO DEL "TG3" DELL'INCONTRO DI IERI LETTA-CONTE CHE SI SONO ATTOVAGLIATI IN UN RISTORANTE DEL CENTRO...

LETTA E CONTE A PRANZO TG3

 

 

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

letta conte

Gli stellati, molti dei quali hanno imparato a non amare Conte, esultano per il pranzo del leader M5S e di Enrico Letta perché quest' ultimo «ha fatto una lavata di capo a Giuseppe». Soprattutto per dirgli una cosa: «Draghi va sostenuto sul serio e non esiste il voto anticipato dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica».

 

Due temi sui quali il junior partner del Pd ha idee diverse rispetto al Nazareno. Il pranzo comunque, al ristorante prediletto di Conte, l'Arancio in via Monte d'Oro, dietro casa della fidanzata del leader stellato (Olivia Palladino) dove egli fa base tra Fontanella Borghese e via Tomacelli ed è stato Conte a invitare Letta, «è andato molto bene» assicurano i due commensali. Che del resto sono persone molto civili, anche nei loro dissensi. Che esistono eccome, ma - come dicono molti nel Pd - «Conte è un leader politico che ha appena cominciato e deve imparare ancora tante cose».

letta conte

 

Per esempio a non mettere i bastoni tra le ruote sul ddl Zan, tema a Letta carissimo, visto che i deputati e senatori grillini hanno ieri diramato una nota non in linea con il Nazareno.

 

Quella che dice preventivamente alt alle trattative che Letta ha annunciato di voler condurre a 360 gradi, per approvare la legge sull'omotransfobia e che nel movimento di Conte viene considerata una resa a Renzi e un tentativo di «accordo al ribasso» che vanificherà tutto.

 

Letta vuole garanzie da Conte perché i suoi non rovinino le possibilità di accordo e Conte chiede garanzie a Letta perché la proposta di legge, «che una larga parte della società italiana chiede», non venga snaturata. Su questo comunque l'intesa tra i due ex premier praticamente è fatta.

 

letta conte

CONSENSI, DISSENSI Ecco, si volevano vedere i due leader - e lo hanno fatto per due ore parlando tra l'altro di Covid e post Covid e sulla strategia del Green pass vanno all'unisono - per confrontarsi sul voto amministrativo (nessuna tentazione di Letta di dare la colpa del flop grillino a Conte) e su diversi punti si sono trovati d'accordo.

 

Su come procedere lungo l'iter della legge di bilancio (ma in questo caso come su tutto il resto l'impazzimento stellato può riservare qualsiasi sorpresa anche la più sgradita per il capo del movimento) e sul reddito di cittadinanza da rifinanziare come strumento di lotta alla povertà («Nella pandemia è servito ad alleviare le condizioni di tanti italiani», hanno convenuto i due) e da accoppiare al piano sul lavoro del ministro Orlando che prevede tra l'altro il salario d'ingresso.

 

letta conte

E ancora: Enrico ha ribadito a Giuseppe quanto l'impronta europeista e di serietà che egli ha impresso ai 5 stelle sia gradita al partitone alleato.

 

Ma quando Letta ha detto al commensale che «i personalismi devono restare fuori dal progetto anti-destre che stiamo costruendo», il garbato discorso è risuonato anche come un invito al junior partner (M5S è ai minimi storici) di non lanciare più veti contro Calenda e contro Renzi come va facendo continuamente sfarinando il possibile Nuovo Ulivo prima ancora che esista.

 

E del resto gli stessi parlamentari di Conte - spesso più vicini a Letta che al loro stesso leader - non fanno che sorprendersi per il muscolarismo «a vanvera» di Giuseppi e lo bollano così: «Ma siamo un partito ridotto ormai al 4 per cento e vogliamo pure fare la voce grossa!».

 

enrico letta giuseppe conte

I NODI «Serve un fronte ampio e una partecipazione dei cittadini la più larga possibile, per impedire che vincano Salvini e Meloni e vadano al governo», ha detto Letta a Conte e lui annuiva. «Ma certo, hai ragione Enrico...». Ma Enrico sa bene che, se Conte insiste sui veti anti-renziani e anti-calendiani, battere i sovranisti sarà quasi impossibile.

 

Dunque, «un buon pranzo con un buon clima di concordia», ma l'elenco delle doglianze che il leader Pd affettuosamente muove al collega («La nostra alleanza va avanti e si svilupperà ancora» e reciproci complimenti sulle performance rossogialle a Bologna e a Napoli e ieri anche in Sicilia con due sindaci grillo-dem appena eletti) rappresenta un menu assai corposo.

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Non solo sul no al voto anticipato e sul sì senza se e senza ma all'opera di Draghi, ma anche su altro - che un po' ha accompagnato il pranzo e un po' vi ha aleggiato - i due sono rimasti distanti. Conte accarezza l'idea del proporzionale, ma Letta - che già deve vedersela con i proporzionalisti del suo partito - non lascia spiragli su questo tema. E se sul Colle i due giurano di non essersi consultati, anche su questo le traiettorie divergono.

 

Conte vuole spedire Draghi al Quirinale, così cresce la possibilità di urne subito che per lui significa fare candidature proprie e personali e non essere più bersagliato da malpancisti e avversari interi (il primo dei quali è Beppe Grillo che non ha gradito la scelta dei 5 vicesegretari imposta da Giuseppi senza passare dal voto on line degli attivisti) e Letta vorrebbe invece il bis di Mattarella e Draghi premier fino al 2023.

 

E insomma c'è un'unione d'interesse tra il leader dem e quello stellato, e la realpolitik è stata la vera pietanza nei piatti dei due.

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…