emmanuel macron jean luc melenchon marine le pen

ORA E SEMPRE, DESISTENZA – LE LISTE MACRONIANE NON PRESENTERANNO CANDIDATI IN UNA VENTINA DI CIRCOSCRIZIONI DOVE CI SONO CANDIDATI GIUDICATI “COSTRUTTIVI” – IL PARTITO DEL TOYBOY DELL’ELISEO SA CHE CON TUTTA PROBABILITÀ PRENDERÀ UNA BATOSTA: MEGLIO LASCIAR CORRERE CHI HA QUALCHE POSSIBILITÀ DI DARE FILO DA TORCERE A LE PEN – IL FRONTE POPOLARE SEMBRA IL BAR DI GUERRE STELLARI: CI SONO IL “MODERATO” HOLLANDE E I FILO-HAMAS ANTISEMITI DI MELENCHON

FRANCIA: NESSUN MACRONIANO CONTRO CANDIDATI 'COSTRUTTIVI'

IL DISCORSO ALLA NAZIONE DI EMMANUEL MACRON DOPO LE EUROPEE

(ANSA) - La maggioranza presidenziale macroniana non presenterà candidati in una ventina di circoscrizioni in cui ci sono candidati uscenti della destra Républicains, dei socialisti o del gruppo centrista LIOT giudicati "costruttivi", si è appreso oggi durante la procedura di presentazione delle candidature per le legislative anticipate.

 

Inoltre, sempre secondo quanto si apprende questa sera alla procedura di presentazione delle candidature in prefettura, l'ex presidente François Hollande, che si presenta a sorpresa nel suo feudo elettorale in Corrèze, nel centro della Francia, non avrà candidati della maggioranza contro di lui al primo turno. Questo, dicono fonti della maggioranza macroniana, "per rispetto di quelle che sono state le sue funzioni". 

 

FRANCIA, I GIOCHI SONO FATTI MACRON CORTEGGIA I MODERATI REGGE IL PATTO LE PEN-GOLLISTI

Estratto dell’articolo di Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

macron melenchon

Da stasera a mezzanotte parte ufficialmente la campagna elettorale per rinnovare l'Assemblée Nationale francese. Una campagna lampo: tredici giorni e si saprà se la scommessa di Macron di sciogliere il parlamento dopo la batosta alle europee si trasformerà in un boomerang per lui e una rivoluzione per il Paese. Ieri è scaduto il termine per la presentazione delle candidature delle 577 circoscrizioni, che già disegnano un paesaggio politico completamente terremotato. Spariti i partiti, tre i blocchi che vanno allo scontro, con qualche sbavatura nelle alleanze dichiarate.

 

Jordan Bardella e Marine Le Pen

A destra, il Rassemblement National guidato da Jordan Bardella candidato premier incassa il patto storico con l'ala dura dei neogollisti capitanata dal presidente dei Républicains Eric Ciotti. Circa settanta i candidati con un'unica bandiera neogollista e rassemblement national. Ciotti è il più famoso, porterà la causa comune dell'estrema destra e della destra neogollista nel suo feudo, a Nizza.

 

Nessuno dei deputati uscenti o dei grandi nomi del partito lo ha però seguito. I Républicains "lealisti" dovranno aspettare la sentenza del tribunale (prevista alla fine della settimana) per sapere a chi spetta ormai il copyright del logo. Nell'attesa i neogollisti non filo Rassemblement National hanno presentato candidature indipendenti, anche se in diverse circoscrizioni si profilano patti di non belligeranza con il campo presidenziale.

 

marine le pen vota per le elezioni europee 2024

[…] A sinistra, l'alleanza del nuovo Front Populaire dovrà faticare a tenere insieme componenti che vanno dall'ex presidente Hollande […] fino all'anticapitalista Philippe Poutou detto "il portavoce di Hamas". Il partito della France Insoumise, che è anche il più forte nella coalizione con 277 candidati, è quello più nel mirino. Il suo leader Jean-Luc Mélenchon, tribuno della sinistra radicale, accusato di coltivare idee antiparlamentari, di trascorsi putiniani e di pratiche autoritarie, ieri ha cercato di rassicurare alleati ed elettori dicendo per l'ennesima volta in diretta tv che «se non volete che faccia il premier, non sarò premier».

 

gabriel attal emmanuel macron

Le critiche sono ormai aperte anche dentro il suo partito. Ieri ha ritirato la candidatura Adrien Quatennens - sostenuto da Mélenchon- e condannato nel 2022 per violenze coniugali. Sono state invece confermate le candidature di tre oppositori interni al leader.

 

[…] Campagna al via anche per il campo presidenziale, dove la coalizione appare ancora suonata dalla decisione di sciogliere il parlamento presa da Macron in grande segretezza, con particolare scorno del premier Attal che avrebbe preferito le dimissioni a questa campagna lampo funestata da sondaggi che ancora non indicano nessun rovesciamento della situazione rispetto alle europee.

 

jean luc melenchon emmanuel macron

Subito cominciate le manovre per cercare di prendere i voti nelle aree moderate a destra e sinistra ormai ridotte quasi a zero. A sinistra, la linea è attirare i "socialdemocratici" che faticano a votare una coalizione in cui è presente una forte e ampia frangia radicale. Ieri è apparsa significativa la posizione dell'ex ministro dei Trasporti di Macron Clement Beaune, proveniente dalla sinistra, e non confermato al governo perché in disaccordo sulla legge sull'immigrazione.

 

Beaune resta candidato a Parigi per il partito macroniano Renaissance ma ha annunciato che se eletto potrebbe sedere in un gruppo indipendente. «Ho dei punti in comune con ecologisti e socialisti, ma se sono alleati con la France Insoumise è un problema - ha detto ieri - Ora non possiamo essere alleati, ma potremmo lavorare insieme domani. Penso come molti che nel nuovo parlamento dovremo organizzarci in modo nuovo e che serviranno coalizioni di socialdemocratici, moderati, repubblicani e laici che rifiutano gli estremismi».

MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO MACRON E LA DURA LEGGE DE GAULLE - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPALA FRANCIA AL BIVIO - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)