conte merkel macron

UN PAESE DI PRIMATI - NON SOLO L'ITALIA AVRÀ LA RECESSIONE PEGGIORE, MA IN EUROPA È STATA LA PRIMA A CHIUDERE E SARÀ L'ULTIMA A RIAPRIRE. LA GERMANIA LUNEDÌ RIAPRE I NEGOZI, E IL 4 MAGGIO LE SCUOLE, A PARTIRE DAI LICEI - DA NOI TORNANO AL LAVORO PRATICAMENTE SOLO LE TASK FORCE CHE DEVONO DECIDERE CHI TORNA AL LAVORO: NE NASCE UNA AL GIORNO

 

 

GERMANIA RIAPRE NEGOZI FINO A 800 MQ DA LUNEDÌ

 (ANSA) - In Germania, i negozi con una superficie fino a 800 metri quadrati potranno riaprire, a partire da lunedì prossimo. È quanto hanno deciso lo Stato e i Laender in una conferenza ancora in corso, secondo quanto scrive la Dpa.

Olaf Scholz e Merkel

 

GERMANIA RIAPRIRÀ GRADUALMENTE LE SCUOLE DAL 4 MAGGIO

 (ANSA) - Le scuole riapriranno, in Germania, progressivamente, a partire dal 4 maggio. È quanto trapela dalla conferenza fra Stato e Laender in corso in queste ore, secondo la Dpa. A ritornare fra i banchi saranno in prima battuta i ragazzi delle scuole superiori, che devono affrontare gli esami di fine anno, e gli alunni delle classi di fine ciclo delle elementari.

 

Ogni scuola avrà bisogno di un piano igienico, secondo quanto trapela. Entro il 29 aprile, alla conferenza dei ministri dell'Istruzione, si dovrà prevedere un piano che permetta di tenere le lezioni "in condizioni di igiene particolari" e nel rispetto di "misure protettive". Stando alla decisione presa si "dovranno rispettare le distanze" anche prevedendo "lezioni per gruppi di scolari".

 

 

giuseppe conte angela merkel 1

ITALIA INDIETRO NELLE RIAPERTURE RISPETTO AGLI ALTRI PAESI UE FABBRICHE, LUNEDÌ IL VIA LIBERA

Annalisa Cuzzocrea e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica

 

Sono 240 i generali e i soldati semplici mobilitati da Giuseppe Conte per riaprire l' Italia. Ci sono i 16 arruolati da Vittorio Colao per la sua task-force. Altri 74 (o sono 76?) lavorano con la ministra Paola Pisano alla app che traccia i movimenti dei cittadini. Nel frattempo, il board della Protezione civile litiga con il team di Domenico Arcuri, mentre le Regioni e i loro venti governatori disattendono i decreti di Palazzo Chigi. E chi dovrebbe avere l' ultima parola, il comitato scientifico che consiglia il premier, continua a ripetere allo sfinimento che per la fase 2 è ancora troppo presto.

 

«Bisogna restare in casa fino a maggio. Non stiamo osservando una diminuzione della curva dei contagi tale da permettere più riaperture di quelle decise», dice il geriatra del Gemelli Roberto Bernabei.

 

Tavoli su tavoli, troppi esperti e troppe decisioni da prendere in fretta. Senza una catena gerarchica chiara. In mezzo c' è lui, l' avvocato giallorosso, accerchiato da mille fuochi. Mentre il mondo studia come riaprire, l' Italia non ha ancora chiaro quando allenterà il lockdown. Lunedì è previsto un Consiglio dei ministri in cui potrebbe esserci un primo dpcm che riavvia alcune linee produttive. Quelle che, sempre secondo il comitato scientifico, possono essere considerate meno a rischio.

conte speranza

 

Ma niente è certo, perché tutto continua a dipendere dai numeri del contagio e da una serie di iniziative che il governo stenta a incrociare in modo efficace: il tracciamento dei malati, la diffusione dei tamponi, la nascita di Covid-hospital, un' assistenza domiciliare adeguata. Conte ha sempre assicurato che l' ultima parola, quella almeno che arriva prima della decisione politica finale, sarebbe spettata al comitato scientifico. Ecco, gli scienziati - e Roberto Speranza, il più netto tra i ministri - continuano a dirgli che è troppo presto per cedere e che nel caso non saranno certo loro ad assumersene la responsabilità.

 

Eppure, il macigno sulle spalle del premier è diventato insostenibile. Quando il Fondo monetario internazionale ha annunciato ieri che l' Italia sprofonderà nel 2020 verso un drammatico - 9,1% del Pil, il timore di una recessione storica ha dato fiato a chi, tra i due o trecento esperti che consigliano Palazzo Chigi, sostiene che è arrivato il momento di accelerare. Colao, ad esempio, l' hanno chiamato apposta per fornire soluzioni.

 

Gualtieri Conte

E Confindustria, in aperto contrasto con i sindacati, la pensa allo stesso modo. Ma adesso dal governo dicono che il ruolo della task-force affidata al manager è solo consultivo, che produrrà un documento da sottoporre all' esame dei ministri, che non può in alcun modo sostituirne le funzioni. Forse perché più di uno, a partire dal responsabile dell' Economia Roberto Gualtieri, ha tradito qualche nervosismo. Per capire: ieri i 17 si sono riuniti in videoconferenza. Con loro nessun ministro, nessun sottosegretario, tanto meno il premier. Arcuri si è collegato per 3 minuti. Il capo della protezione civile Borrelli per tre ore, ma senza trarne alcuna indicazione.

 

VITTORIO COLAO

«Dovrebbero aiutarci a immaginare la fase tre e quel che verrà dopo, disegnare un futuro che nel 2021 riporti su il Pil e faccia scattare la rinascita, per la fase due ci sono già gli scienziati e la Protezione civile », spiega un ministro. Lasciando intravedere un conflitto che pare sia esploso già ieri, quando Colao ha detto la sua sulla App più adatta al tracciamento dei contagiati Covid sentendosi rispondere che la ministra dell' Innovazione Paola Pisano, voluta in quel ruolo da Davide Casaleggio, ha già scelto. In realtà, a capire come mettere insieme il lavoro di tutti, ci sarebbe molto da fare.

 

Conte è favorevole all' apertura di alcune filiere del made in Italy, ma come garantire il distanziamento? Dispositivi di sicurezza per tutti, trasporti pubblici a prova di virus, turni efficaci? Spetta al premier tirare le somme. Macron ha regalato ai francesi una data, l' 11 maggio, poi promette di rimandare a scuola i ragazzi e riaprire alcune attività. La Germania ha un regime di quarantena più soft. Anche la Spagna sembra avanti. Non si sa se la ricetta degli altri sia quella giusta, ma qual è la ricetta italiana? Il premier, per dire, è assai preoccupato dal comparto della ristorazione.

paola pisano

 

Gli hanno spiegato che dovranno essere gli ultimi a riaprire. Molti falliranno prima, altri preferiranno gettare la spugna piuttosto che dimezzare i clienti e lavorare in perdita in nome del distanziamento sociale. Sempre al caos decisionale si torna, alle mille soluzioni senza sintesi. Le mascherine, ad esempio, saranno distribuite? Quando, quante, a chi, a che prezzo? E i test sierologici? Non solo non si sa, non si capisce neanche più chi dovrà deciderlo.

PAOLA PISANO LUIGI DI MAIO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…