alessandro di battista beppe grillo giuseppe conte

PAN DI STELLE – BEPPE GRILLO NON HA SOLO TWITTATO A FAVORE DI ‘GIUSEPPI’, MA HA DATO ANCHE L’OK A RINVIARE GLI STATI GENERALI DEL MOVIMENTO A FINE ANNO – L’OBIETTIVO È BLINDARE IL GOVERNO E SOPRATTUTTO DISINNESCARE DI BATTISTA, CASALEGGIO E L’ALA SOVRANISTA – IERI LA MELONI HA CERCATO DI STANARE I GRILLINI RIBELLI CON UN ORDINE DEL GIORNO ANTI-MES. SOLO IN SETTE L’HANNO VOTATO, MA QUELLI CON LA VALIGIA IN MANO SONO MOLTI DI PIÙ…

 

 

Simone Canettieri per “il Messaggero”

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

 

Un patto con una duplice finalità: blindare il governo Conte e depotenziare le mire di Alessandro Di Battista. E' l' accordo che vede da una parte l' ala di Paola Taverna e dall' altra quella di Luigi Di Maio. In mezzo, Beppe Grillo, favorevole anche lui a non terremotare con una nuova leadership il cammino già accidentato dell' esecutivo.

paola taverna

 

Il via libera al rinvio degli Stati generali a fine anno - «ufficialmente causa coronavirus» - è stato sancito martedì scorso durante una conference call del comitato di garanzia. Roberta Lombardi (ormai di nuovo vicina a Taverna), Giancarlo Cancelleri (viceministro fidato di Di Maio) confermano Vito Crimi capo politico del Movimento. Da statuto lo slittamento deve avere anche il via libera di Beppe Grillo, il Garante, che infatti dà l' ok.

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

 

Tutti i protagonisti e i loro colonnelli hanno interessi diversi a mantenere lo status quo, ma tutti concordano su questa azione. E' il modo per frenare la riscossa di Alessandro Di Battista che è tornato a farsi notare con raccolte firme tra i parlamentari ed è pronto a rompere il fronte con la battaglia sul Mes. Dietro di lui c' è Davide Casaleggio: il proprietario di Rousseau in questa fase di pandemia - al di là della pur importante partita sulle nomine - ha visto sfuggirsi da sotto le mani la regia del M5S.

 

PAOLA TAVERNA SI LAUREA

Troppi fronti aperti, troppe anime in guerra tra loro, tutto troppo difficile da controllare. Ecco perché punta su Dibba: lo considera l' unico in grado di dare una scossa e soprattutto sa che con la votazione on line sulla piattaforma rimane il più popolare tra gli iscritti. Quindi una macchina acchiappa like. Ma il nuovo patto di ferro tra Di Maio e Taverna, l' anima ortodossa e quella più di centrosinistra riesce a bloccare per il momento l' avanzata dell' ex parlamentare romano.

giorgia meloni con mascherina tricolore

 

Un fatto che ha come conseguenza il rafforzamento dell' esecutivo, ecco perché Beppe Grillo avalla il rinvio degli Stati generali alla fine del prossimo anno, molto probabilmente prima di Natale. In cambio il Garante chiede un' unica cosa: l' appoggio incondizionato alla battaglia di Conte in Europa anche se alla fine dovesse sfociare nel Mes.

 

IL FRONTE

grillo fico di maio di battista

Crimi, riconfermato capo politico con una nota burocratica del blog delle Stelle, tra le prime dichiarazioni che fa di prima mattina, torna ad aprire al Fondo salva Stati, seppur con tutti i distinguo del caso. L' impegno è stato rispettato, dunque. Anche perché intanto in Aula, a Montecitorio, c' è da sminare l' ordine del giorno di Giorgia Meloni che cerca di spaccare le truppe grilline. Alla fine sono solo sette i voti in dissenso, frutto di una lunga mediazione notturna messa in campo dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D' Incà.

 

FEDERICO D'INCA' GIUSEPPE CONTE

Un lavoro «complicato per non farci strumentalizzare dalla destra», racconta chi era presente alle riunioni. Ma in questo magma c' è un altro fronte che si apre. E porta a una parola che torna in auge nei piani alti del Movimento: la scissione. In questa battaglia tra gruppi di potere c' è una discreta pattuglia di parlamentari eletti nei collegi uninominali che medita l' addio. Due se ne sono stati già andati: Antonio Zennaro e Fabiola Bologna. Ma - secondo quanto risulta a Il Messaggero - almeno un' altra decina di deputati è con la valigia in mano. Lamentano il mancato coinvolgimento e non si riconoscono nelle anime in guerra tra loro per il potere. Tra questi Paolo Lattanzio, da sempre critico con i vertici, ma anche Giorgio Trizzino, leader dei competenti.

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Al momento, «per senso di responsabilità», come spiegano i diretti interessati, non dovrebbero esserci altre uscite a sorpresa. Ma la fase due del Paese coinciderà anche con quella del M5S. E allora si rimetterà in moto la macchina. La lunga reggenza Crimi, d' altronde, non scontenta solo l' anima movimentista di Di Battista, ma anche quel pezzo di eletti della società civile che puntava a un nuovo corso. La scissione è destinata a non mettere in difficoltà Conte: «Saremo pronti a sostenerlo dal Misto».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”