PAPA STRANIERO CERCASI - OGGI I SINISTRATI SALGONO SUL CARROZZONE MACRON - MA E’ IL SOLITO COPIONE: L’HANNO FATTO PRIMA CON BILL CLINTON, POI CON BIGLIET-TONY BLAIR, ZAPATERO, OBAMA E PURE CON TSIPRAS

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Massimiliano Lenzi per “il Tempo”

 

francia emmanuel macron con brigitte francia emmanuel macron con brigitte

Ma che 25 Aprile, la vera data della festa nazionale sull' identità ed il carattere degli italiani (da cui non ci potremo mai liberare, nel bene e nel male) èl' 8 settembre, giorno storico sull'arte di una nazione intera di schierarsi coi vincitori. Oggi, senza (per fortuna!) guerre ad insanguinare l'Europa, questa attitudine italica a correre in soccorso di chi vince la si misura in diversi aspetti della nostra vita civile e politica, anche economica, ma certo di questi il più divertente si ha quando all' estero, in altri paesi, si tengono elezioni politiche con qualcuno che vince ed altri che perdono.

 

ZAPATERO ZAPATERO

Prendiamo l’ultima moda nazionale - a cui noi giornalisti stiamo dando una sin troppo facile retorica -che sta tutta in una domanda: chi sono i Macron e la Le Pen italiani? Guarda quando si dice il caso, ci interroghiamo su chi siano gli epigoni italici rispetto ai vincenti d' Oltralpe e non rispetto agli sconfitti, da Hollande (che pure non si era ri candidato) a Fillon.

 

Ancora più tristanzuole delle domande, sono le risposte. Il Macron italiano potrebbe essere Renzi, dicono alcuni. La Le Pen? Salvini, ma no lui è un maschio, semmai la Meloni. Poi, di colpo, ti arriva Mario Monti, con una intervista al Foglio, e ti dice che Macron è bravo, lui l' ha visto e conosciuto mentre lavorava. Ora se il Macron italiano è Mario Monti (o comunque gli piace) ai nostri compatrioti più che salirci su dovrebbe venir voglia di scendere dal carro immaginario dei vincitori.

 

CLINTON BLAIR CLINTON BLAIR

Macché, tale è il nostro richiamo alla sopravvivenza scaturito dall' 8 settembre 1943 che a costo di sfiorare il ridicolo si scende all' ultimo, hai visto mai cambias seil vento al novantunesimo (co mesi direbbe nel gioco del pallone). Ed allora basta andare indietro, alle altre elezioni politiche degli altri paesi negli anni passati, per vedere che il giochino del «chi è», riguardo ai vincitori stranieri, va avanti da una vita. Abbiamo assistito alla domanda di chi fosse il Bill Clinton italiano.

 

Veltroni? D' Alema? Di chi fosse il Tony Blair? AriVeltroni? AriD' Alema?Ma mai ci siamo interrogati sulle somiglianze degli sconfitti di allora con i politici italiani? Siamo così sensibili alla vittoria (degli altri) che ancora in Italia c' è chi va in cerca della nostra Margaret Thatcher, ovviamente senza successo. Per non parlare di José Luis Rodriguez Zapatero, ricordate?

 

OBAMA IN POLINESIA OBAMA IN POLINESIA

Quando il socialista spagnolo trionfò nel suo Paese, scattò la corsa a chi più gli somigliasse. Hai voglia a cercare, niente anche lì. Maque sta è la sindrome dell' 8 settembre 1943 in fondo: sentirci simili a chi ha vinto ci fa sentire un po' vincitori, anche se abbiamo perso. Il Barack Obama italiano, quello non lo abbiamo cercato, ma solo per una questione di pelle. Così come Donald Trump, dato così prematuramente per sconfitto (salvo poi fotterli tutti!) che si erano messi tutti (o quasi) acercare la Hillary Clinton de noantri.

TSIPRAS 1 TSIPRAS 1

 

Ora in questo strapaese da perdenti - tali siamo stati nella II Guerra Mondiale -da cui nel comune sentire non ci siamo ancora ripresi, ci sfugge un dettaglio di sostanza: siamo noi, l' Italia, il paese di Nicolò Machiavelli, il vero laboratorio politico europeo, imprevedibile e innovatore. Abbiamo avuto Silvio Berlusconi, una novità assoluta, im prenditore e politico. Abbiamo avuto Romano Prodi, un democristiano capace di farsi accetta real comando dagli ex comunisti. Abbiamo oggi Matteo Renzi, un toscano di Rignano sull' Arno, che ha scalato partito e potere contro tutte le gerarchie, giocandosi il comando sul referendum, perdendo e provando (adesso) a riconquistare partito e potere.

 

Ed abbiamo pure Beppe Grillo, un comico diventato leader. Più novità politiche di queste?

Se solo andasse via l' 8 settembre che è in noi, dovremmo chiederci chi sono i Grillo, i Renzi, i Prodi e i Berlusconi francesi e di ogni altra parte del mondo.

 

Uscendo una volta per tutte da quella incredulità e insicurezza da sconfitti, che fa dire al sottotenente Alberto Innocenzi (interpretato da Alberto Sordi), dopo l' 8 settembre 1943, nel film «Tutti a casa» di Luigi Comencini una frase misura tragicomica del nostro sconforto (politico): «Signor tenente, è accaduta una cosa incredibile, i tedeschi siso no alleati con gli americani».

 

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