PAPICOLTURA - BERGOGLIO PUNTELLA LA “SUA” RIFORMA DELLA CHIESA DANDO IN PASTO AI FEDELI LA CANONIZZAZIONE DI DUE PAPI AMATISSIMI - CON I SANTINI DI WOJTYLA E RONCALLI SARÀ PIÙ FACILE IMPORRE LA SVOLTA RIFORMATRICE ALLA CURIA

Nell’immaginario popolare Giovanni XXIII è il papa che inventa il “dialogo”, che ha rotto gli schemi ideologici della Chiesa-fortezza, abbandonando lo spirito di crociata e archiviando le scomuniche contro la sinistra - Il papato di Wojtyla era incentrato sui problemi dell’uomo-lavoratore, sui diritti umani e il dialogo con tutte le religioni…

Condividi questo articolo


KAROL WOJTYLA E BERGOGLIOKAROL WOJTYLA E BERGOGLIO RONCALLI E WOJTYLARONCALLI E WOJTYLA

Marco Politi per ‘Il Fatto Quotidiano'

Le immaginette nei bar non mentono. Infilate nella cornice dello scaffale delle bottiglie - a parte l'icona del taumaturgo Padre Pio - si vedono sempre le facce di Giovanni XXIII e Karol Wojtyla. Mai quelle di Pio XII o Paolo VI o papa Ratzinger. Non conta l'analisi storica dei singoli personaggi, ognuno di peso. Conta solo la traccia lasciata nell'immaginario collettivo e che dura più a lungo dei pro e dei contro, che si possono trovare nei dossier di ciascuno. Prevale su tutto il racconto - la leggenda si potrebbe dire se fossimo in tempi omerici - che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno tramandato e che si perpetua ancora oggi nel cuore e nella mente delle masse.

Domenica papa Francesco porta sulla gloria degli altari il "Papa Buono" e l'"atleta di Dio" e già questo, più che una canonizzazione, è una grandiosa appropriazione destinata a caratterizzare il pontificato di Bergoglio. La venerazione di massa, che milioni di persone (per motivi differenti) tributano a Roncalli e Wojtyla, finirà per riversarsi nel catino ribollente di piazza San Pietro sul papa argentino, rafforzandone lo slancio riformatore. Francesco, unendo in una sola cerimonia Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, non si è lasciato incastrare in un connubio pasticciato: come accadde a Wojtyla che nel 2000 beatificò il reazionario Pio IX insieme al soave Roncalli.

GIOVANNI PAOLO II WOJTYLA IN MONTAGNAGIOVANNI PAOLO II WOJTYLA IN MONTAGNA

Francesco, scegliendo di celebrare nella stessa giornata i due predecessori - rinunciando persino a un secondo miracolo per la canonizzazione di Giovanni XXIII - indica all'attenzione dei fedeli e del mondo lo spirito dinamico proprio di entrambi. Perché il papa argentino è convinto che la Chiesa debba muoversi, andare avanti, lasciandosi alle spalle strutture fossilizzate e comportamenti pastorali inquisitori.

Ecco allora che Giovanni XXIII diventa una stella polare per la determinazione dimostrata nel rompere gli schemi ideologici della Chiesa-fortezza, tipici della Guerra fredda. Papa Roncalli è il pontefice che abbandona lo spirito di crociata, che respinge la demonizzazione personale di chi la pensa diversamente (distinguendo tra "errore" ed "errante"), che archivia le scomuniche contro la sinistra, che nella sua enciclica Pacem in terris si rivolge a tutti gli "uomini di buona volontà", che porta la Chiesa cattolica fuori dal gioco ossessivo della contrapposizione tra blocchi militari-politici-economici-culturali .

Nell'immaginario popolare Giovanni XXIII è il papa che inventa il "dialogo", l'approccio pastorale di una Chiesa disposta a entrare in comunicazione con l'umanità del suo tempo senza pre-comprensioni manichee. Non si avvertono qui molti punti di contatto con la strategia dialogante di papa Francesco? Con il suo netto rifiuto di trasformare i principi in armi di battaglia contro la società moderna?

HANS HERMANN GROER CON PAPA WOJTYLAHANS HERMANN GROER CON PAPA WOJTYLA

Certamente non è un caso che durante il conclave del 2005, quando in un paio di votazioni il cardinale di Buenos Aires si profilò come antagonista di Joseph Ratzinger, lo stesso Bergoglio (come ha lasciato trapelare) abbia pensato di scegliere in caso di elezione il nome di "Giovanni XXIV.

Eppure, sul piano dottrinale, Angelo Roncalli era estremamente tradizionalista. Contemporaneamente al Concilio indisse anche un sinodo della Chiesa di Roma, in cui ai preti veniva inculcato di indossare assolutamente la tonaca, di non frequentare spettacoli pubblici e in complesso di comportarsi nel modo più antiquato possibile. Foglie caduche del pontificate roncalliano.

Nella storia della Chiesa e in generale del XX secolo Giovanni XXIII rimane per il coraggio della convocazione del concilio Vaticano II. E per la determinazione dimostrata nell'impostarlo sui binari giusti. Perché Roncalli non era affatto il pontefice bonaccione dei racconti popolari. Era pastorale ma anche "politico".

papa roncallipapa roncalli

Pensava al Concilio già prima di essere eletto e, quando inaugurò l'evento, decise presto di lasciare piena libertà ai vescovi del mondo di buttare a mare i documenti prefabbricati nella Curia romana e di ridiscutere il programma dei lavori conciliari. E' una lezione di libertà e di apertura valida tuttora e che papa Francesco vuole rilanciare nel suo pontificato. Karol Wojtyla, a prima vista, è molto diverso dal papa argentino. Ma, proclamandolo santo, Francesco vuole portare d'esempio lo spirito movimentista del papa polacco.

L'attenzione ai problemi e alla dignità dell'uomo-lavoratore (parola che può sembrare desueta ma non lo è), l'attenzione ai diritti umani, il dialogo con tutte le religioni convocate ad Assisi nel 1986, il coraggio di pronunciare il grande mea-culpa nel giubileo del 2000 per gli errori e gli orrori commessi dalla Chiesa nei secoli, la volontà di superare antiche barriere, entrando in una sinagoga, in una moschea, in un tempio buddista, e di rivolgersi con rispetto anche ai sacerdoti "pagani" d'Africa.

RONCALLI E WOJTYLARONCALLI E WOJTYLA

Con Giovanni Paolo II, battutosi duramente contro l'invasione dell'Irak, Francesco condivide la condanna senza esitazione delle avventure militari camuffate con slogan di vario tipo. Ed a lui lo avvicina anche il giudizio negativo del liberismo selvaggio, che rende schiave masse enormi di uomini e donne.

Sicuramente sono pagine negative del pontificato wojtyliano la persecuzione della teologia della liberazione e dei teologi riformisti postconciliari, la dura intransigenza in materia di etica sessuale, l'aver incoraggiato in Italia il connubio tra vescovi e politica per bloccare la legislazione ammodernatrice del parlamento. E pesa l'opacità di comportamento dei suoi stretti collaboratori nel non aver voluto far luce sull'abominio di abusi come quelli di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo.

Ma un personaggio storico non è un "santino". Francesco domenica rilancerà il lascito di un papa, che ha portato la Chiesa a mondializzarsi e che nella morte ha testimoniato la dignità della sofferenza e il suo significato. Che sia in nome della fede o di un ideale umano è egualmente valido. Conta il superamento dell'egoismo, il darsi agli altri.

KAROL WOJTYLA E BERGOGLIOKAROL WOJTYLA E BERGOGLIO

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…