emmanuel macron al sisi caccia cacciabombardiere rafale

PARIGI SUSSURRA, IL CAIRO BOMBARDA - I SERVIZI SEGRETI FRANCESI, CON L'OBIETTIVO DI SEGNALARE I JIHADISTI CHE TENTAVANO DI ENTRARE IN EGITTO DALLA LIBIA, HANNO CONSENTITO 19 BOMBARDAMENTI MIRATI AI CACCIA EGIZIANI CHE HANNO PROVOCATO, DAL 2016 AL 2018, CENTINAIA DI MORTI CIVILI - DUE PRESIDENTI, FRANÇOIS HOLLANDE ED EMMANUEL MACRON, ERANO INFORMATI E HANNO APPROVATO LA MISSIONE "SIRLI"

1 - L'OPERAZIONE SEGRETA DI FRANCIA ED EGITTO: «IN LIBIA UCCISI CENTINAIA DI CIVILI INNOCENTI»

Fausto Biloslavo per "il Giornale"

 

MACRON AL SISI

L'obiettivo era individuare i terroristi che dalla Libia cercavano di penetrare in Egitto. Il risultato è stato che i servizi segreti francesi segnalavano mezzi e colonne sospette di contrabbandieri e trafficanti di uomini, che poco o niente avevano a che fare con l'Isis o al Al Qaida, ma diventavano bersaglio dei caccia egiziani. L'operazioni Sirli, secondo i documenti top secret ottenuti dal sito Disclose, specializzato in giornalismo investigativo, avrebbe provocato 19 bombardamenti mirati dal 2016 al 2018 con centinaia di morti civili. Due presidenti francesi, François Hollande ed Emmanuel Macron, erano informati e hanno approvato la missione.

 

emmanuel macron

I documenti dell'Eliseo, della Difesa e dei servizi segreti pubblicati da Disclose «dimostrano come l'operazione nascosta al pubblico sia stata usata dagli egiziani a favore di una campagna di esecuzioni arbitrarie: Crimini di Stato». Tutto ha inizio nel 2016 quando l'Isis si è insediato da pochi mesi, a Sirte, sulla costa libica proclamandola «capitale» dello Stato islamico locale. Il 13 febbraio i primi dieci uomini inviati dall'intelligence francese arrivano a Marsa Matruh, una cittadina egiziana sul Mediterraneo ad ovest del Cairo verso la frontiera con la Libia.

 

MACRON AL SISI

Il loro visto sarebbe stato turistico per copertura. In realtà sono esperti della ricognizione aerea, in parte militari in servizio ed ex che lavorano per la Cae, una società del Lussemburgo specializzata in comunicazioni e intercettazioni. Il loro compito è perlustrare dal cielo la frontiere libica (1200 chilometri) con un velivolo ad elica Merlin III. Il sito pubblica le foto della ricognizione aerea, che non individua terroristi, ma soprattutto contrabbandieri di carburante, sigarette e altre merci.

 

AL SISI HOLLANDE

Oltre a trafficanti di uomini che agiscono lungo le rotte libiche ed egiziane. Una spina nel fianco del regime di Al Sisi gestita dai beduini, che forse serve a finanziare indirettamente il terrorismo pagando dei dazi per il passaggio. Nell'aprile 2016 cominciano a sorgere i primi dubbi: gli ufficiali di collegamento egiziani dichiarano apertamente che «vogliono guidare le azioni dirette contro i trafficanti».

 

Il 12 settembre la squadra francese individua un convoglio di trafficanti, che poi viene bombardato dagli egiziani. Le segnalazioni si susseguono e poco dopo intervengono gli F 16 egiziani. Pierre de Villiers, il capo di stato maggiore francese, riceve un rapporto molto chiaro: gran parte degli obiettivi individuati nel deserto egiziano «non hanno collegamenti con il terrorismo. Si tratta semplicemente di contrabbandieri beduini».

AL SISI HOLLANDE

 

Spesso, però, i beduini aiutano le organizzazioni del terrore nel traffico di armi e per l'infiltrazione dei kamikaze. Il 5 luglio 2017 viene ucciso per sbaglio un ingegnere del Cairo, Ahmed El-Fiky e due suoi colleghi, che non avevano a che fare neppure con i trafficanti di merci e uomini, ma sono stati inceneriti lo stesso dai caccia egiziani. «Il problema del terrorismo non è mai stato affrontato» si legge in una nota del dipartimento dell'intelligence militare di Parigi. I militari hanno informato i vertici politici senza risultati evidenti. Secondo Disclose personale francese sotto copertura opererebbe ancora nel deserto egiziano al confine con la Libia.

emmanuel macron riceve al sisi all eliseo

 

2 - AL SISI, LE BOMBE SUI TRAFFICANTI E L'AIUTO DI PARIGI

Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

 

Si chiama Operazione Sirli: cominciata nel febbraio 2016 quando all'Eliseo c'era ancora Hollande e continuata sotto la presidenza Macron, è una missione segreta dell'intelligence francese volta ad aiutare l'Egitto del presidente Al Sisi nella lotta contro i terroristi islamici alla frontiera occidentale con la Libia. Secondo i documenti riservati del ministero della Difesa francese pubblicati dal media indipendente online «Disclose», l'Egitto si serve delle informazioni fornite dalla Francia per bombardare invece contrabbandieri e trafficanti di droga e di esseri umani.

AL SISI HOLLANDE

 

La ministra della Difesa, Florence Parly, ha annunciato ieri di avere aperto un'inchiesta sulle nuove rivelazioni di «DiscloseZ, dopo quelle di due anni fa sulla vendita di armi allo Yemen. I documenti passati al sito da una talpa mostrano che gli agenti francesi sul campo hanno avvertito i superiori a Parigi della violazione degli accordi di partenza, ciò nonostante la collaborazione tra i due Paesi è continuata.

 

«L'Egitto è un partner della Francia con il quale intratteniamo relazioni nel campo dell'intelligence e della lotta al terrorismo. È una scelta rivendicata, al servizio della sicurezza regionale e della lotta al terrorismo», si legge nel comunicato diffuso ieri dal ministero della Difesa.

 

AL SISI HOLLANDE

Quanto alla segretezza della missione, «per ragioni evidenti di sicurezza e di efficacia non daremo altre informazioni sulla natura dei dispositivi di cooperazione». La lotta al terrorismo è il motivo ufficiale della cooperazione tra Francia e Egitto, al quale si aggiungono ragioni meno esplicite: una intesa più ampia in funzione anti-Turchia, gli interessi comuni in Libia e la vendita, nel maggio scorso, di trenta caccia francesi Rafale per quattro miliardi di euro.

 

Nonostante i casi Regeni e Zaki e i proclami in difesa dei diritti umani, l'imbarazzante cooperazione Francia-Egitto è culminata neanche un anno fa nel conferimento ad Al Sisi della Legion d'Onore, con una cerimonia poco pubblicizzata a Parigi e strombazzata al Cairo. Altre puntate di «Disclose» nei prossimi giorni.

Ultimi Dagoreport

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...