la ministra marta cartabia

AI PARITI NON FREGA PIÙ NULLA DEL PNRR, L'UNICA PAURA È PERDERE VOTI - LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA SI È IMPANTANATA IN MEZZO ALLE BATTAGLIE IDENTITARIE: LA MINISTRA CARTABIA SI È INCAZZATA CHIEDENDO DI RITIRARE UN EMENDAMENTO SU RESPONSABILITÀ CIVILE DIRETTA DEI GIUDICI E DUE SUL CSM - UN DEPUTATO PRESENTE AGLI INCONTRI RACCONTA GLI SCAZZI: "NESSUNO SI FIDA DEGLI ALTRI. GLI ACCORDI DEL MATTINO VENGONO RIBALTATI AL POMERIGGIO…"

Francesco Grignetti per “La Stampa

 

MARTA CARTABIA 1

La riforma della giustizia non va, inutile edulcorare la situazione. Si vede che i partiti non hanno più tanta paura di perdere i fondi del Pnrr. O forse temono piuttosto di perdere consensi con il proprio elettorato storico.

 

Fatto sta che sono tornate le battaglie identitarie. E la riforma del Consiglio superiore della magistratura galleggia in alto mare. Ieri due riunioni, sostanzialmente inconcludenti. Domani pomeriggio si vedono di nuovo. Ma dovrà essere un incontro che il Pd chiama «di chiarimento politico di fondo».

 

LA MINISTRA MARTA CARTABIA

Già, perché tutti i protagonisti ormai sentono che le situazioni si vanno ingarbugliando. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, nuovamente ieri ha rinnovato pubblicamente il suo appello: «Abbiamo lavorato tanto, altrettanto siamo pronti a fare, con la necessaria collaborazione di tutti gli attori, a partire dalle forze politiche e dal Parlamento la cui importanza è davvero centrale in tutte le riforme».

 

csm

Ma poi, nel chiuso della riunione, la ministra ha fatto capire che la pazienza si sta esaurendo: «Sto ancora aspettando le vostre risposte», ha detto brusca ai protagonisti di alcune battaglie di bandiera, cui aveva chiesto di ritirare degli emendamenti che ritiene incostituzionali: sulla responsabilità civile diretta dei giudici (che ricalca un quesito referendario della Lega), sulla incandidabilità di un parlamentare per il seggio di laico al Csm, sul sorteggio tra i magistrati per poi essere candidati al Csm.

 

il plenum del csm

Il fatto è che sono diventate tre bandierine a cui nessuno vuole rinunciare. Walter Verini, Pd, a un certo punto ha sollevato un problema non secondario: «Va bene tutto, però qui abbiamo una ministra che ha ascoltato a lungo e poi ha presentato le sue sintesi. Una maggioranza ci crede, oppure salta tutto».

 

Racconta però uno dei deputati che partecipa agli incontri: «Nessuno ritira i propri emendamenti, perché nessuno si fida degli altri. Gli accordi del mattino vengono ribaltati al pomeriggio».

 

walter verini

Effetti da campagna elettorale già in corso. È accaduto ieri mattina, ad esempio, che la plenipotenziaria grillina Giulia Sarti abbia tentato di riaprire una discussione che faticosamente era stata chiusa lunedì sulle possibili sanzioni per i magistrati che violano il silenzio sulle inchieste in corso.

 

Sembravano tutti d'accordo su una nuova fattispecie disciplinare. Martedì non era già più così. Resta il fatto, come hanno toccato con mano ancora ieri sera i rappresentanti dei partiti di maggioranza, che le distanze sono ancora lontane.

 

Giulia Sarti

E anzi le posizioni si sono irrigidite. Figurarsi che cosa potrà poi accadere quando ci si avvicinerà alla santabarbara della riforma, ovvero quale sistema elettorale porterà i magistrati al rinnovo dell'organo di autogoverno.

 

Le prime votazioni del pomeriggio in commissione Giustizia in effetti sanzionano lo stato di guerra, non la pace. La maggioranza ha votato appena 1 emendamento sui 250 presentati.

 

Eppure dovrebbero concludere al più presto, dato che il 19 aprile è convocata l'Aula della Camera. E poi ci sono le resistenze di categoria a complicare tutto. Sono state necessarie 24 ore e due interminabili riunioni per venire a capo di un aspetto francamente secondario, ovvero se le restrizioni alle «porte girevoli», con un purgatorio prima di tornare alla funzione originaria per i magistrati che hanno svolto incarichi diretti alle dipendenze dell'Esecutivo, si dovesse applicare a tutte le magistrature oppure esentare le magistrature amministrativa e contabile.

 

È sceso in campo il Legislativo di palazzo Chigi, dapprima nella persona del vice Angelo Venturini, poi del capodipartimento Carlo Deodato, per frenare una norma che aveva l'unanimità delle forze politiche. Solo alla fine, palazzo Chigi ha ceduto.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?