elisabetta belloni franco gabrielli mantovano meloni

PARLA FRANCO GABRIELLI (EX CAPO DELLA POLIZIA E DEI SERVIZI) - ‘’IL DOSSIERAGGIO È RADICATO NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA. ABBIAMO AVUTO IL CASO SIFAR CHE HA TOCCATO ANCHE IL COLLE PIÙ ALTO - I NOSTRI SERVIZI NON SONO MARCI. NON SONO MESSI NELLE CONDIZIONI DI ESSERE EFFICIENTI – NELLA PRIMA REPUBBLICA GLI SCONTRI PIÙ FEROCI ERANO SEMPRE ALL’INTERNO DELLO STESSO PARTITO. SI ACQUISISCONO INFORMAZIONI CHE POSSANO AVERE UNA CADUTA REPUTAZIONALE SU QUELLO CHE VIVO COME UN COMPETITOR - BISOGNA CHIEDERSI COSA HA FATTO L’AGENZIA PER LA CYBERSICUREZZA…’’

Carmelo Caruso per “il Foglio”

 

franco gabrielli foto mezzelani gmt140

Franco Gabrielli, queste sono le parole di Giorgia Meloni sugli spioni di Milano: “Siamo vicini all’eversione. Servono pene più severe”. Gabrielli, lei che ha diretto Sisde e Aisi,  ex capo della Polizia: a Milano, siamo vicini al golpe, all’eversione?

 

“Siamo di fronte a infrastrutture pubbliche, digitali, inaffidabili. Oltre il 90 per cento dei nostri server è penetrabile. Dire ‘pene più severe’, come sento, serve a gettare fumo negli occhi. E’ il solito approccio panpenalista”.

 

E che approccio è?

“Un approccio sbagliato. E’ l’idea, ‘tutti in carcere, buttiamo via le chiavi’. E’ una frase a effetto, di colore, per non rispondere alla vera domanda: perché siamo vulnerabili?”.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

Gabrielli, le riformulo la domanda, a Milano, a via Pattari, era in atto un tentativo di golpe o è solo un’altra centrale di monnezza, una centrale, balorda, di ricatti?

“Rifuggo dagli estremismi”.

 

Golpe o mercato straccione?

“Non mi piace la sottovalutazione, come non mi piace il complottismo, la ricerca del grande vecchio dell’eversione”.

 

Cosa le piacerebbe?

SAMUELE CALAMUCCI DAVANTI AL PC CONTA UNA MAZZETTA DI SOLDI

“Ragionare. In questo paese il dossieraggio è radicato nella storia della repubblica. Questo è purtroppo un paese dalla memoria deficitaria. Abbiamo avuto il caso Sifar, fenomeni di dossieraggio che hanno toccato il Colle più alto”.

 

Ci dobbiamo rassegnare a essere spiati, ad avere i ladri d’anima in casa?

“Immaginare che una serie di comportamenti, criminali, illegali, possano sparire, comportamenti che, ripeto, fanno parte della natura umana, non aiuta. Diverso è interrogarsi, fare in modo che i cittadini abbiano infrastrutture digitali sicure”.

 

Nel governo Draghi lei era l’autorità delegata per i Servizi, il ruolo che ricopre oggi Alfredo Mantovano. Cosa proponeva allora il governo contro questa monnezza?

BRUNO FRATTASI CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D ITALIA ALLA CONVENTION DI PESCARA - APRILE 2024

“Avevamo denunciato un problema che riguardava la sicurezza dei dati. C’era un piano da sviluppare. Bisogna chiedersi, cosa ha fatto, da allora, l’agenzia per la cybersicurezza. Cosa ha fatto?”.

 

E’ evidente che ci sono uomini dello stato che interrogano i sistemi illegalmente. I Corpi sono ancora leali allo stato?

“Ci sono gli infedeli, e c’è poi approssimazione, sottovalutazione. Nell’epoca della digitalizzazione riusciamo a profilare i comportamenti più banali ma non riusciamo a stabilire chi compie l’interrogazione al sistema”.

 

Gabrielli, lei si fida dei nostri servizi segreti? I nostri servizi sono “marci”?

 “I nostri servizi non sono marci”.

 

Se non sono “marci” come stanno?

franco gabrielli foto mezzelani gmt107

“Non sono efficienti. Sono servizi che non sono messi nelle condizioni di esserlo”.

 

Si parla da tempo di unificare Aise e Aisi,  avere un servizio unico. E’ la proposta di Mantovano. E’ anche la sua?

“Era la mia proposta ben prima che a proporlo fosse Mantovano”.

 

A Milano, dove lei, è delegato alla sicurezza del Comune, su incarico del sindaco Sala, cosa si è assemblato?

“Non c’è nulla di nuovo se non la capacità di esfiltrare dati e di arricchire l’offerta di quei dati per poi venderli. E’ aumentato solo il prezzo richiesto per ricevere queste informazioni”.

 

enrico pazzali

Che “colore” ha questo spionaggio di Milano?

“A quanto si legge, il master mind, la mente, apparteneva allo stesso luogo che si voleva sovvertire”.

 

La destra?

“Così si legge”.

 

Le leggo quando ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, su Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera, socio di Equalize, la società di investigazione che produceva dossier, un possibile candidato della destra a sindaco di Milano. Dice La Russa: “Pazzali era un amico”. Anche lei ha questo tipo di amici?

ignazio la russa alla presentazione del libro di bocchino alla galleria nazionale d arte moderna foto lapresse

“Vale sempre l’adagio. Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio. Dalle indagini, chi profilava aveva una chiara connotazione politica, apparteneva alla stessa parte di chi era profilato”.

 

Perché è favorevole al servizio segreto unico?

“Perché il sistema attuale non rende efficiente il comparto”.

 

C’è un regolamento di conti all’interno della destra?

“Nella prima repubblica gli scontri più feroci erano sempre all’interno dello stesso partito. A Milano avviene quanto sempre accaduto. Si acquisiscono informazioni che possano avere una caduta reputazionale su quello che vivo come un competitor”.

 

Elisabetta Belloni Franco Gabrielli

Finirà tutto con un’altra commissione d’inchiesta?

 “Una commissione non si nega a nessuno”.

 

E qual è la sua esperienza?

“Che si riduce a una canea. Mentre è tutto chiaro. Pulsioni umane, contesti che favoriscono. Spiare è nella natura dell’uomo”.

bruno valensise 1carmine gallo samuele calamucci NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZEL’hard disk e il pc di Nunzio Samuele CalamucciSamuele Calamucci - Carmine Gallo - LEONARDO MARIA DEL VECCHIO - Matteo ArpeGIOVANNI CARAVELLI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…