PARLA E INCASSA - CLINTON, BLAIR (E ORA HILLARY): COME INCASSARE MILIONI SMARKETTANDO MEETING E CONFERENZE

Maurizio Molinari per "La Stampa"

Mezzo milione di dollari per 45 minuti di discorso: tanto è stato versato a Bill Clinton per partecipare all'evento in programma in Israele per celebrare i 90 anni del presidente Shimon Peres, facendogli registrare un record di remunerazione personale che lo conferma nel ruolo di conferenziere ex politico più pagato del Pianeta.

Il record sta nel fatto che parlando a Rehovot il 17 giugno Clinton incasserà 11.110 dollari per ogni minuto di intervento dal podio. Un tariffario senza precedenti che solleva un vespaio di polemiche in Israele anche perché l'assegno - che è stato già consegnato - viene emesso dal «Jewish National Fund», ovvero il fondo nato per bonificare le paludi, impegnato a far fiorire il deserto e simbolo della difesa dell'ambiente. Nel tentativo di placare le proteste pubbliche, Peres ha deciso di abolire il biglietto di 800 dollari a persona che gli invitati si erano già impegnati a pagare.

Questo tipo di polemiche sui suoi guadagni non piacciono troppo a Bill Clinton, per il quale però a contare di più è l'entità dell'onorario di Rechovot: gli consente di andare ben oltre la media dei 189 mila dollari a discorso frutto dei 471 interventi pubblici pagati in 27 Stati da quando, 11 anni fa, lasciò la Casa Bianca. Anche se il valore più in alto in assoluto restano i 750 mila dollari versatigli dagli svedesi di Ericsson per un intervento sulle nuove tecnologie a Hong Kong.

A conti fatti, per il «Center of Public Integrity» di Washington, Bill Clinton da ex Presidente ha già incassato oltre 90 milioni di dollari grazie a discorsi pubblici. Quando gli è stato chiesto un commento su tale montagna di dollari, ha reagito così: «Non ho avuto soldi fino a quando ho lasciato la Casa Bianca, ma da quel momento ammetto che me la sono cavata bene».

Il primato dell'ex Presidente, a cui tutti riconoscono un'indubbia capacità oratoria, è confermato dal magazine «Forbes» che gli assegna la maggioranza dei 10 discorsi più pagati della storia, anche se in testa alla classifica ci sono il tycoon dell'immobiliare newyorkese Donald Trump, con 1,5 milioni di dollari, e Ronald Reagan, che ricevette due milioni di dollari per pronunciare due discorsi in Giappone.

L'unico ex politico in grado di competere con Clinton sui circuiti internazionali è l'ex Premier britannico Tony Blair, che nel 2012 ha ammesso di aver guadagnato dal giorno delle dimissioni nel 2007 circa 120 milioni di dollari, anche se in gran parte frutto di contratti con istituzioni finanziarie private.

Nelle conferenze pubbliche Blair è un concorrente temibile perché gli sono arrivate a fruttare 400 mila dollari l'una. Sul rapporto dollari-per-minuto l'ex premier britannico è tuttavia ancora di oltre 1000 dollari dietro a Bill Clinton, visto che il record personale risale al 2009 quando un discorso nelle Filippine gli venne pagato 308 mila dollari per l'equivalente di 10 mila dollari ogni 60 secondi.

Nel duello a distanza fra Bill e Tony si affaccia adesso un terzo incomodo: si tratta di Hillary Clinton che, lasciato il Dipartimento di Stato, si è affrettata a far sapere di essere sul circuito e presto debutterà in versione di conferenziere con tariffe che si annunciano non troppo distanti dagli standard di famiglia. A gestire i suoi impegni infatti sarà la «Harry Walker Agency», ovvero la stessa agenzia di «World's Leading Speakers» che ha nel portafoglio il marito Bill.

Assai più distaccati in questa classifica sono gli ex Presidenti Jimmy Carter e George H. W. Bush, mentre George W. Bush è l'unico ad aver effettivamente tentato di seguire le orme di Bill. I risultati dichiarati sono, fra il 2009 e il 2011, di un totale di circa 15 milioni di dollari, grazie a tariffe comprese fra 100 mila e 150 mila dollari a discorso: se da un lato gli oltre 140 interventi pubblici pronunciati dimostrano che la richiesta c'è, dall'altro siamo ben sotto i livelli di Bill Clinton e Tony Blair.

 

i Clintonbill clinton hillary spiaggiabill hillary clinton h bensonclinton bill hillary studentsShimon PeresRonald ReaganTONY BLAIR DONALD TRUMPGeorge W Bush

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)