parlamento

IL PARLAMENTO RIAPRE CON MENO ELETTI E IL SOLITO CAOS – LA NUOVA LEGISLATURA PARTE OGGI CON L'ACCREDITO DEI NEO-ELETTI - GIOVEDÌ 600 PARLAMENTARI SONO CONVOCATI PER L'ELEZIONE DEI PRESIDENTI DELLE CAMERE - POI CI SARÀ SUBITO LA GRANA DELLE COMMISSIONI DI GARANZIA CHE SPETTANO ALL'OPPOSIZIONE E SULLE QUALI SERVIRÀ UN’INTESA TRA PD, M5S E CALENDA E RENZI (AUGURI...)  – IL TUTTO DA FARE IN FRETTA, PER PERMETTERE A MATTARELLA DI AVVIARE LE CONSULTAZIONI…

Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

commessi camera

Il nuovo Parlamento alza il sipario, da oggi inizia l'accredito dei neo-eletti e giovedì 13 Camera e Senato saranno convocati per l'elezione dei presidenti. Nel giro di pochi giorni, poi, toccherà ai singoli partiti eleggere i capigruppo, mentre la settimana prossima si cercherà di comporre il puzzle delle commissioni parlamentari e delle vice-presidenze delle Camere. Il tutto da fare abbastanza in fretta, per permettere al capo dello Stato di avviare le consultazioni per la formazione del nuovo governo.

 

Operazione non semplice, perché un accordo sulle principali caselle sembra ancora da trovare e persino per l'elezione dei capigruppo l'ipotesi della conferma degli attuali presidenti è una di quelle più accreditate per la maggioranza dei partiti. E una delle partite più complicate sarà quella delle commissioni di garanzia, che spettano all'opposizione e sulle quali servirà un accordo tra Pd, M5s e i centristi di Calenda e Renzi.

 

ELEZIONI POLITICHE 2022 - IL NUOVO PARLAMENTO E DISTRIBUZIONE DEL VOTO

Sulle presidenze delle Camere la discussione è tutta interna al centrodestra. Lega e Fdi si contendono la presidenza del Senato, la Camera che - come spesso accade - sarà più problematica, perché i margini della maggioranza sono più risicati: Fratelli d'Italia punta su Ignazio La Russa, la Lega su Roberto Calderoli. Se il Senato andrà a Fdi la Camera dovrebbe toccare a un leghista (Molinari o Giorgetti), altrimenti potrebbe andare a Francesco Lollobrigida di Fdi.

 

Per quanto riguarda i capigruppo, Fdi a Montecitorio dovrebbe confermare Lollobrigida, che verrebbe sostituito solo se diventasse presidente della Camera. Più incerta la situazione al Senato, perché l'attuale capogruppo Luca Ciriani potrebbe ottenere altri incarichi. Anche la Lega dovrebbe confermare gli uscenti, a meno che appunto non tocchi a Molinari la presidenza della Camera. Un po' più fluida la situazione in Fi: gli uscenti Barelli e Bernini potrebbero essere rieletti, ma si fanno anche i nomi di Cattaneo e di Mulè (per la Camera), e di Ronzulli e Sisto per il Senato (ma entrambi potrebbero entrare al governo).

GIORGIA MELONI ALLA CAMERA

 

Il Pd, da giorni, discute sull'ipotesi di confermare le attuali presidenti - Simona Malpezzi al Senato e Debora Serracchiani alla Camera - in attesa dell'elezione del nuovo segretario che avverrà a marzo. Schema che, peraltro, permetterebbe di attuare l'indicazione di avere due donne alla guida dei gruppi ribadita da Enrico Letta alla direzione di giovedì.

 

Ma la questione è ancora da definire, (si fanno anche i nomi di Ascani alla Camera e Rossomando e Valente al Senato) e allo stato non risultano nemmeno convocazioni dei gruppi parlamentari. Per i centristi è tutto da definire, allo stato l'unica cosa certa che è un capogruppo sarà di Iv e uno di Azione. M5s, invece, dovrebbe confermare Castellone al Senato e Silvestri alla Camera, anche se quest' ultimo potrebbe scegliere di farsi da parte per dedicarsi alle regionali del Lazio.

MATTEO SALVINI AL SENATO

 

Molto delicata la vicenda delle commissioni di garanzia: il Pd reclama il Copasir e difficilmente l'organo di controllo sui servizi segreti verrà lasciato a M5s. In pole position ci sarebbe Enrico Borghi, già membro del comitato. I 5 stelle chiedono allora la Vigilanza Rai (per Licheri o Patuanelli) ma non sembrano d'accordo i centristi e Iv in particolare, che punterebbe sulla Boschi per quella casella. Ci sono poi le giunte per le elezioni e immunità, che al Senato sono un unico organo mentre alla Camera sono distinte: per una di quelle di Montecitorio ci sarebbe in pista Federico Fornaro di Articolo Uno.

giorgia meloni MATTEO RENZI IN SENATO. MATTEO RENZI IN SENATO. MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHICOMMESSI SENATO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…