meme su draghi e green pass

PASS TIMBRARE, MA NON MANGIARE - NON C'È ACCORDO TRA IMPRESE E SINDACATI SULL'INTRODUZIONE DEL GREEN PASS: AL MOMENTO SI PUÒ ACCEDERE IN AZIENDA, MA I LAVORATORI NON POSSONO ENTRARE IN MENSA SE NON VACCINATI – INSORGONO I SINDACATI CHE LO VEDONO COME UNA MEZZA INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO E COME UN ESPEDIENTE PER ALLENTARE LE REGOLE DI SICUREZZA – SCONTRO ANCHE SUI TAMPONI…

Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

green pass

Non c'è accordo tra imprese e sindacati sull'introduzione del green pass per accedere ai luoghi di lavoro. E così la palla torna al governo, che dovrà decidere se procedere estendendo l'obbligo per legge, appena fissato per il personale della scuola, ad altre categorie. Intanto, però, chiudendo ieri l'incontro con i sindacati e le associazioni imprenditoriali, i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e della Salute, Roberto Speranza, hanno precisato che l'obbligo del green pass, già introdotto per accedere ai ristoranti, si intende esteso alle mense aziendali, non solo quelle aperte al pubblico, ma anche quelle riservate ai soli dipendenti.

meme su draghi e green pass

 

Queste precisazioni sono arrivate appunto al termine della riunione, in seguito alle richieste di chiarimento degli stessi sindacati sul decreto legge varato giovedì dal Consiglio dei ministri. Siamo quindi nella curiosa situazione per cui, al momento, non c'è l'obbligo del certificato verde (che attesta la vaccinazione, la guarigione o il tampone negativo) per accedere ai luoghi di lavoro, ma c'è per andare a mensa.

 

Quindi i lavoratori che non hanno il green pass potrebbero entrare in azienda ma per mangiare dovrebbero andare fuori o portarsi il pasto da casa. «È una situazione tutta da chiarire», dice il segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini, presente all'incontro. Anche al leader della Cgil, Maurizio Landini, e a quello della Uil, Pierpaolo Bombardieri, una prospettiva del genere non piace per niente, perché di fatto equivale a una mezza introduzione dell'obbligo di green pass per i lavoratori, almeno per tutti quelli che mangiano nella mensa aziendale. «Si tratta di un'evidente contraddizione, che pone grandi problemi di gestione», dice Bombardieri.

maurizio landini e mario draghi

 

Ma non è questo l'unico punto di contrasto col governo e con le imprese. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che qualche giorno fa aveva incontrato i sindacati per capire se si potevano gettare le basi per un accordo tra le parti sociali sull'introduzione del green pass nei luoghi di lavoro, dopo il sostanziale no di Cgil, Cisl e Uil, aveva incaricato Orlando e Speranza di fare un ulteriore tentativo, questa volta mettendo attorno al tavolo anche le associazioni imprenditoriali. Ma è stato inutile. I ministri si sono trovati tra due fuochi: da un lato la Confindustria e le altre associazioni, favorevoli all'introduzione del green pass, dall'altro i sindacati contrari.

 

meme sul green pass 3

O meglio: indisponibili a un accordo su questo. «L'obbligo del green pass per accedere ai luoghi di lavoro non può essere di natura pattizia, ma serve una legge, stessa cosa per i vaccini obbligatori», ha ribadito Landini. I leader sindacali si trincerano dietro questa posizione temendo che le imprese vogliano il green pass obbligatorio per avere mano libera nella riorganizzazione del lavoro, cioè che con la ripresa e la necessità di aumentare la produzione, il green pass diventi «un espediente per allentare le regole di sicurezza (mascherine, distanziamento e sanificazioni), che invece devono restare, anche se il governo dovesse decidere l'obbligo del certificato per legge», dice Bombardieri.

 

andrea orlando foto di bacco(7)

Eventualità, quest' ultima, della quale si è discusso nell'incontro e che ha visto sindacati e imprese dividersi anche sul tema di chi dovrebbe pagare i tamponi. I lavoratori che non possono o che non vogliono vaccinarsi potrebbero infatti entrare in azienda solo facendo il tampone (15-20 euro ogni volta). Il vicepresidente della Confindustria, Maurizio Stirpe, ha subito messo le mani avanti, chiarendo che le imprese non potrebbero farsene carico. I sindacati hanno replicato: «Nemmeno i lavoratori, tanto più che è lo Stato che impone l'obbligo».

 

LANDINI DRAGHI 9

Come dire: paghi il Tesoro. Le associazioni del commercio, settore dove è già scattato l'obbligo del green pass per sedere all'interno di ristoranti e bar, hanno chiesto che l'eventuale estensione del certificato ai lavoratori delle stesse strutture avvenga gradualmente, tenendo conto che nel pieno della stagione estiva le aziende hanno difficoltà a trovare addetti. Le cooperative sono per l'estensione del green pass alle categorie più a contatto col pubblico, a partire dagli operatori socio-assistenziali. La decisione torna al governo. «Dobbiamo coniugare salute ed economia. Lo faremo continuando il dialogo», dice Orlando.

GREEN PASS AEROPORTO GREEN PASS

 

maurizio landiniGREEN PASS STAZIONE

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...