PD, POCHE IDEE E CONFUSE – ALLA MANIFESTAZIONE DEM A PIAZZA SANTI APOSTOLI A ROMA VELOCE APPARIZIONE DEI TRE CANDIDATI ALLA SEGRETERIA BONACCINI, ELLY SCHLEIN E DE MICHELI - IL GOVERNATORE DELL'EMILIA-ROMAGNA È ANDATO VIA PRIMA CHE COMINCIASSE A PARLARE ENRICO LETTA… - CONTE SPUTA SUI DEM (“IL CAMPO LARGO NON E’ MAI ESISTITO”) E POI ATTACCA IL CANDIDATO PD ALLA REGIONE LAZIO, ALESSIO D’AMATO: “NON POSSO ACCETTARE UNA PERSONA CHE HA CAUSATO UN DANNO ERARIALE DI 300 MILA EURO” – LA REPLICA: “CONTE FA IL GARANTISTA SOLO CON GLI AMICI E I PARENTI"

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Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA MEME GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA MEME

Non è nata sotto i migliori auspici la manifestazione che il Pd ha organizzato ieri pomeriggio a piazza Santi Apostoli a Roma per protestare contro la legge di bilancio del governo Meloni. Dopo giorni e giorni in cui il «caso Qatar» l'ha fatta da protagonista, è stata poi preceduta dalle dimissioni dello scrittore Maurizio De Giovanni dal Comitato costituente dem e da alcune dichiarazioni di Giuseppe Conte molto polemiche nei confronti del Partito democratico.

 

Il leader del M5S infatti prima ha affermato che «il campo largo non è mai esistito», quindi ha attaccato il candidato alla presidenza del Lazio Alessio D'Amato: «Io non posso accettare una persona che ha causato un danno erariale di 300 mila euro».

Pronta la replica dell'esponente dem: «Conte fa il garantista solo con gli amici e i parenti. Se vuole rompere se ne assuma la responsabilità».

ALESSIO DAMATO ALESSIO DAMATO

 

Dunque il morale dei dem in quella piazza con un centinaio di militanti non era certo alle stelle. Tutti hanno fatto atto di presenza, ma alcuni non sono saliti sul palco e molti si sono limitati a una breve apparizione perché impegnati altrove. È il caso della capogruppo alla Camera Debora Serracchiani, la prima a parlare per denunciare «una manovra economica indecente» e la prima ad andarsene perché la legge di Bilancio è proprio a Montecitorio.

 

Veloce apparizione pure per i tre candidati alla segreteria Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli. Il «governatore» dell'Emilia-Romagna è andato via prima che cominciasse a parlare Enrico Letta per continuare la sua campagna elettorale. Stesso copione per Schlein che è giunta in piazza con il trolley anche lei pronta per una nuova tappa della sua campagna.

 

BONACCINI - PAOLA DE MICHELI - ELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE PD A PIAZZA SANTI APOSTOLI BONACCINI - PAOLA DE MICHELI - ELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE PD A PIAZZA SANTI APOSTOLI

È stato un Enrico Letta raffreddato («Scusate la voce», ha premesso) a dare poi la parola a Pier Francesco Majorino e D'Alessio, ossia i candidati alle regionali di Lombardia e Lazio. Il segretario uscente è stato di poche parole (ma anche la manifestazione è stata breve, un'oretta scarsa in tutto) e non ha potuto fare a meno di citare il «caso Qatar», una ferita che non si rimargina e che ha gettato nello sconforto il gruppo dirigente del Pd: «Siamo gente perbene. Non accetteremo mai tutta la sporcizia che arriva da uno scandalo inaccettabile, per cui ci dichiareremo parte lesa e per cui chiederemo che i responsabili di quelle porcherie paghino il conto».

 

BONACCINI - PAOLA DE MICHELI - ELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE PD A PIAZZA SANTI APOSTOLI BONACCINI - PAOLA DE MICHELI - ELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE PD A PIAZZA SANTI APOSTOLI

Letta ha poi rivolto «un appello al governo»: «Prendete alcune delle nostre proposte essenziali, come quelle su opzione donna e sul salario minimo». E pensando al futuro ha ammesso che il Pd ha davanti a sé «un percorso lungo e difficile», ma si è detto certo che alle prossime elezioni il centrosinistra vincerà. Majorino e D'Amato hanno «caricato» i militanti, difendendo (il primo) la scuola pubblica e (il secondo) la sanità. Prima di loro sul palco si erano alternati altri esponenti politici.

 

Tra questi, la capogruppo al Senato Simona Malpezzi, che ha attaccato «i tagli del centrodestra», e Roberto Speranza. Il leader di Articolo 1 in una piazza in cui sventolavano diverse bandiere del suo partito è di fatto ormai rientrato a pieno titolo nel Pd. Il suo è stato un intervento incentrato soprattutto sulla sanità e sulla manovra, che ha definito «ingiusta e iniqua»: «La si potrebbe intitolare «Si salvi chi può», perché essenzialmente toglie le tutele per i cittadini più deboli».

 

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