giorgia meloni enrico letta - meme by carli

IL PD E’ LA POLIZZA VITA DELLA MELONI: GRAZIE ALLE PIPPE DEM” IO SO’ GIORGIA” RISCHIA DI RESTARE DIECI ANNI A PALAZZO CHIGI – L'ASSENZA DI UNA OPPOSIZIONE COESA E LA CRISI INFINITA DEL PD PER ORA GARANTISCONO STABILITÀ ALLA MAGGIORANZA. LE REGIONALI OFFRONO A DONNA GIORGIA LA POSSIBILITA’ DI FAR DIMENTICARE IL CAOS DELLA COALIZIONE SULLA MANOVRA FINANZIARIA E DI SISTEMARE I CONTI UNA VOLTA PER TUTTI CON I RIOTTOSI ALLEATI SALVINI E BELUSCONI…

Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

Giorgia Meloni conta di rimanere a Palazzo Chigi «a lungo». E le elezioni regionali di febbraio in Lombardia e Lazio vengono osservate come la prima conferma di questa prospettiva. L'impressione è che il governo voglia sfruttare l'onda lunga del voto del 25 settembre; e far dimenticare le vistose convulsioni parlamentari della coalizione sulla manovra finanziaria. La situazione delle opposizioni offre un vantaggio cospicuo. Lo scarto percentuale tra il suo partito, FdI, e quelli di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi potrebbe perfino aumentare.

 

Per questo la sfida di febbraio sarà doppia: tra e dentro schieramenti tuttora in evoluzione.

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA - MEME BY CARLI

 

L'assenza di una minoranza coesa e la crisi infinita del Pd per ora garantiscono stabilità alla maggioranza. E il sorpasso nei sondaggi dei grillini sul partito di Enrico Letta allontana ulteriormente qualunque possibilità di una vera alternativa. Il M5S sta programmando le Regionali non con una qualche speranza di vittoria, ma per dimostrare di essere essenziale e decisivo come forza d'opposizione più della sinistra.

 

Almeno finora, il leader Giuseppe Conte non è riuscito nemmeno a trovare una candidatura grillina nel Lazio, collezionando diversi no. E in Lombardia, dove il suo movimento è poco più che residuale, appoggia quella del Pd. Ma l'obiettivo inconfessato rimane quello di dimostrarsi ormai in ascesa inarrestabile rispetto ai dem; e di impedire una loro affermazione, per costringerli a trattare col M5S da posizioni di debolezza. Per Conte, l'«onda lunga» del 25 settembre deve portare a questo.

 

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

L'obiettivo è sancire il declino della sinistra storica e il ruolo di interdizione del grillismo; e prima che si celebri un congresso del Pd sul quale pesa l'ombra della scissione. Una vittoria del centrodestra nel Lazio direbbe che la sinistra senza il M5S è destinata alla sconfitta. Pazienza se il grillismo non vincerebbe comunque. E non importa se favorirebbe la premier, che deve fare dimenticare il passo falso della sconfitta in Campidoglio di un anno fa. Meloni vuole sfruttare fino in fondo la popolarità di cui continua a godere dopo tre mesi dalle elezioni, e le faide avversarie la aiutano. Anche perché nel suo stesso schieramento a rischiare sono altri. In Lombardia sono soprattutto la Lega e il suo leader, Matteo Salvini.

 

meloni berlusconi salvini al quirinale

Riesce difficile pensare che la regione possa cambiare colore politico. La questione sarà di misurare i rapporti di forza a destra; e di vedere quanti saranno erosi dal Terzo polo che punta su Letizia Moratti. Le divisioni tra il Carroccio storico e nostalgico di Umberto Bossi e quello in affanno di Salvini sono un segnale di malessere profondo. E alla fine potrebbero favorire proprio la Meloni, come approdo di un leghismo disorientato.

silvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizioneberlusconi meloni salvini alle consultazioni

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?